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Coronavirus, terzo giro di vite in 4 giorni: si ferma tutto, ammessi solo cibo, salute e lavoro

Una nuova stretta arriva su tutta l'Italia fino al 25 marzo, con l'obiettivo di fermare il contagio: "rinunce", annunciate dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che "stanno dando un grande contributo al Paese" nella lotta al coronavirus e che faranno sì che l'Italia "ce la farà"

(12 marzo 2020)

Ogni volta ci si chiede se la stretta prodotta da un decreto emanato all’improvviso (il terzo in quattro giorni dopo quello della notte di sabato e della sera di lunedì’) sia l’ultima e quella finale prima della manovra inversa di allentamento. Nessuno lo può dire ma siamo vicini al massimo delle misure possibili. E, come già nel secondo decreto, non esiste più un Italia spaccata in 2. La penisola e le isole, tutte le venti regioni e le 110 province comprese quelle autonome, sono una zona unica.

Da oggi, a Ragusa come a Codogno, bar, ristoranti, mense e negozi chiusi. Garantiti approvvigionamento alimentare, farmacie, servizi essenziali (banche, poste, assicurazioni) e trasporti. Fabbriche aperte ma con misure di sicurezza.
Una nuova stretta arriva su tutta l’Italia fino al 25 marzo, con l’obiettivo di fermare il contagio: “rinunce”, annunciate dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che “stanno dando un grande contributo al Paese” nella lotta al coronavirus e che faranno sì che l’Italia “ce la farà”. E’ arrivato nella tarda serata di ieri il nuovo provvedimento del presidente del Consiglio che raccoglie le istanze di misure più dure, avanzate in primo luogo dalla Lombardia, ma fatte proprie dalle regioni più colpite, Sicilia compresa.

Ci vuole una indicazione molto forte – ha detto l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza – per una permanenza a casa, soprattutto di tutti i giovani. Nel decreto del presidente del consiglio dei ministri sono state date delle indicazioni, non è espresso con adeguata chiarezza quanto sia importante soprattutto da chi viene da altre regioni che sia sottoposto non a una quarantena volontaria, ma obbligatoria. Oggi c’è un mestiere che tutti dobbiamo svolgere: è quello di cittadino”, ha aggiunto l’assessore regionale alla Salute in Sicilia, Ruggero Razza.

Ecco il testo del decreto.

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