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Consorzio di bonifica Ragusa, operai discriminati: pagati 5 mesi per lavorare tutto l’anno

Drammatica denuncia in una lettera aperta: odiosa disparità di trattamento rispetto agli impiegati, mentre sono superpagati i dirigenti responsabili del disastro di gestione

(28 aprile 2020)

La denuncia è drammatica e riguarda la condizione degli operai del Consorzio di bonifica di Ragusa. Dopo tanti anni di precariato, stabilizzati in forza di una sentenza confermata anche dalla Corte di Cassazione da tre anni vengono remunerati appena al 40 per cento: circa 5 mensilità l’anno. Con l’assurda discriminazione rispetto ai ‘colleghi’ impiegati invece regolarmente retribuiti. Peraltro contro i primi la Regione si oppose in ogni grado di giudizio, perdendo poi la controversia di lavoro, mentre contro i secondi non impugnò neanche la sentenza di primo grado. E in questo contesto anche la voce sindacale è fortemente inquinata dall’interesse che muove la discriminazione in quanto alcune delle maggiori sigle hanno nelle Rsa impiegati e, addirittura, dirigenti che sono superpagati e che, in molti casi, sono i veri responsabili del disastro di gestione. Ecco in proposito la lettera aperta di Jose Pitino, operaio, rappresentante sindacale aziendale del Consorzio di bonifica Ragusa

“Tutto a posto? Si, nel senso che tutto è al …. posto di partenza, niente è cambiato, in tre anni non è cambiato niente, tutto quello che è stato fatto fino ad oggi è niente. Cabina di regia, tavoli sindacali, tavoli tecnici, non servono a niente se non ci mettono i soldi. Da vent’anni rincorriamo la stabilizzazione, da cinque anni siamo nel limbo, siamo costretti a lavorare tutto l’anno e ci vengono retribuiti al massimo sei mesi, la giusta punizione per aver fatto causa al consorzio di bonifica, causa che abbiamo vinto in tutti i tre gradi di giudizio, Noi siamo gli operai precari del consorzio di bonifica di Ragusa che abbiamo fatto causa per la trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. Loro sono gli impiegati precari del consorzio di bonifica di Ragusa: a loro, nostri colleghi, è stato riservato un altro trattamento, loro per la maggior parte dirigenti e responsabili hanno fatto causa al consorzio e il consorzio per evitare un aggravio di spesa li ha inseriti nei pov, senza ricorrere nemmeno in appello, ma questo non ha evitato di pagare ricostruzioni di carriera per centinaia di migliaia di euro. Loro, i nostri colleghi, fanno parte del finanziamento regionale 49/81 e quindi pagati regolarmente.

Noi invece – prosegue la lettera – abbiamo fatto causa al consorzio per la trasformazione a tempo indeterminato del contratto, riconosciuto dal tribunale di Ragusa, poi dalla corte d’appello di Catania e anche dalla suprema corte di cassazione di Roma, ma il Consorzio, con il dipartimento regionale, questa volta non ha ritenuto di dover eseguire la sentenza, ma ha preferito ricorrere sia in appello che in cassazione con un grosso aggravio di spesa. E nonostante la sentenza definitiva, non ci hanno inseriti nel pov, nè nel contributo regionale 49/81, hanno pensato di fare una legge per un finanziamento al di fuori dei pov, la l.r. 16/2017, che copre al massimo il 40% di stipendio e contributi. Che ci costringe a lavorare tutto l’anno ma ci paga al massimo 5/6 mensilità, infatti ci devono ancora pagare 7 mensilità del 2017, 6 mensilità del 2018 e 5 mensilità del 2019 più 2 mensilità del 2020.

Ora il dipartimento regionale viste le pressioni sindacali e l’avanzare della legge di riforma dei consorzi, ha emanato una circolare indirizzata ai commissari e ai direttori, invitandoli a risolvere tutti i contenziosi giudiziali e stragiudiziali con i lavoratori riconoscendo l’anzianità di servizio e l’inserimento nel pov.

Sono passati tre anni da quando il nostro rapporto è a tempo indeterminato, finalmente si parla di stabilizzazione, inserimento nei posti vacanti del pov dove effettivamente mancano circa 60 operai: su una pianta organica di 180 posti al momento ne vengono coperti circa 120 che all’80% riguardano personale amministrativo, mentre i posti vacanti sono in maggioranza per il personale operaio. Dunque i posti ci sono. Circa 50 lavoratori che hanno vinto le cause, in questo momento garantiscono il servizio, senza di loro il consorzio avrebbe grosse difficoltà a fornire un servizio già precario per mancanza di fondi, ogni giorno questi operai si alzano e vanno a lavorare cercando di far fronte alle esigenze delle aziende agricole, ma nonostante tutto questi lavoratori vengono umiliati e discriminati giornalmente. Sottopagati e con il pagamento di meno della metà di stipendi.

Perché – si chiedono i lavoratori – con gli operai si comportano diversamente, perché gli operai non possono coprire i posti vacanti del pov?. Perché nonostante la circolare del 25.11.2019, dove il dipartimento regionale invita i direttori e i commissari a risolvere in via transattiva tutti i contenziosi giudiziali e stragiudiziali, con i lavoratori i direttori e i commissari non ottemperano alle disposizioni del dipartimento regionale?. Ci dicono perché non ci sono soldi. Ogni anno la regione finanzia i consorzi di bonifica per circa 60 milioni di euro solo per pagare stipendi e contributi dei circa 2000 lavoratori, di cui circa la metà a tempo indeterminato e gli altri a tempo determinato, ma al consorzio non bastano per pagare tutti gli stipendi perché utilizza questi soldi anche per la gestione dell’ente. Alle spese di gestione dovrebbero far fronte i consorziati con il pagamento dei ruoli e dei servizi, ruoli che sono stati sospesi da una legge regionale senza nessun finanziamento e servizi che non vengono pagati. Di conseguenza i consorzi in questi anni hanno creato un debito di milioni di euro, dicono di 120 milioni. Debiti causati dalla cattiva gestione dell’ente da parte dei dirigenti del consorzio e della regione, però come al solito in Italia quando la colpa è di tutti non è di nessuno e quelli che pagano le conseguenze sono i lavoratori e gli agricoltori. La Regione, nell’ambito dei programmi per la difesa, conservazione e tutela del suolo, per la valorizzazione del territorio, per lo sviluppo della produzione agricola e dell’irrigazione e per la tutela dell’ambiente, promuove ed organizza, attraverso i consorzi, la bonifica come mezzo permanente di difesa, conservazione, valorizzazione e tutela del suolo, di utilizzazione e tutela delle acque e di salvaguardia dell’ ambiente. Per realizzare ciò, ogni anno la regione finanzia i consorzi di bonifica per circa 60 milioni di euro destinati a pagare stipendi e contributi, dunque i soldi ci sono per pagare tutti, (60 milioni per 2000 lavoratori fa la media di 30 mila euro a lavoratore), invece no, il 50% dei lavoratori è stagionale e si deve accontentare delle briciole, solo 12 milioni di euro l’anno, per l’altro 50% il finanziamento è di circa 48 milioni di euro, e in questo ultimo 50% di lavoratori c’è la classe dirigente che percepisce stipendi faraonici e che negli ultimi 20 anni ha portato il consorzio al fallimento, non riescono a pagare gli stipendi con regolarità e non riescono a dare un servizio degno alle aziende agricole facendo debiti su debiti, ma invece di essere mandati a casa vengono premiati con continue promozioni e aumenti di stipendio.

A Ragusa hanno monopolizzato anche il sindacato, alla Fai CISL ci sono 3 rsa e un coordinatore, le rsa sono i responsabili delle sedi periferiche di Ispica, Scicli e Vittoria, mentre il coordinatore è il dirigente della manutenzione. Alla Filbi Uil le 3 rsa sono uno il responsabile della sicurezza, uno responsabile della ragioneria e uno responsabile del catasto, mentre il coordinatore e segretario è il responsabile dell’economato. La Flai-cgil è l’unico sindacato che ha le rsa rappresentative in quanto sono costituite da un impiegato e due operai e non ha coordinatori. Anche ora, con l’emergenza covid 19, continuano a pagare solo gli stipendi di una parte di lavoratori, loro impiegati e dirigenti, mentre per noi operai gli stipendi non vengono pagati. Siamo stanchi di ricevere continue discriminazioni e umiliazioni, perciò chiediamo l’intervento dello Stato per ristabilire i diritti di tutti e faremo una denuncia alla magistratura”.

Jose Pitino, rappresentante sindacale aziendale Consorzio di bonifica Ragusa

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