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A tu per tu con il sindaco Francesco Italia: “Vi racconto come sto cambiando Siracusa”

Il turismo, la cultura, le periferie, la differenziata e la sempre difficile situazione delle casse comunali: a meno di un anno dalle elezioni, il primo cittadino traccia con Ialmo un bilancio della sua gestione

(18 maggio 2019)

#Avantiinsieme è stata la parola chiave che ha guidato tutta la sua campagna elettorale quando, poco meno di un anno fa, nel giugno 2018, Francesco Italia, 46 anni siracusano e vice sindaco nella giunta dell’uscente Giancarlo Garozzo, decideva di mettersi in corsa candidandosi alla poltrona di primo cittadino, in seguito alla rinuncia dello stesso Garozzo. Una candidatura non facile, sostenuta soltanto da una parte dell’elettorato di centro sinistra ma che in corsa ha dato i suoi frutti, premiando la tenacia di Italia e regalandogli la vittoria al ballottaggio, avanti di poco più di duemila voti sul candidato del centro destra Ezechia Paolo Reale. “Non è la vittoria di uno ma di tutti noi, di una parte della città che ha creduto in me sin dall’inizio quando era impossibile crederlo” diceva, commentando il successo, e proprio sul principio di #Avantiinsieme il neo sindaco Italia ha scelto di circondarsi di ben tre dei suoi avversari in campagna elettorale. A comporre la Giunta sono arrivati l’avvocato Giovanni Randazzo, in qualità di vice sindaco, l’imprenditore Fabio Moschella, candidato del Pd al primo turno, divenuto assessore alle Attività Produttive, e l’ex parlamentare Fabio Granata, fondatore di Diventerà Bellissima, in qualità di assessore al Turismo. A completare la squadra di governo Pier Paolo Coppa (già assessore nella giunta Garozzo), Alessandra Furnari, Giusy Genovesi e Nicola Lo Iacono.

A poco meno di anno dal suo insediamento al comune di Siracusa, con Francesco Italia proviamo a tracciare un bilancio sulla gestione della città, antichissima e prestigiosa colonia della Magna Grecia, divenuta dal 2005 patrimonio Unesco, in un periodo storico decisamente difficile per i comuni siciliani, di cui molti in stato di dissesto dichiarato e nei confronti dei quali la Regione ha ridotto ad un terzo i trasferimenti mentre lo Stato, con la mancata applicazione del federalismo fiscale, non eroga più nulla, demandando agli stessi enti locali il recupero dei fondi dai tributi locali. Soluzione, quest’ultima, che si inserisce in quell’insieme di scelte non certamente popolari tra i cittadini, ma che spesso si rivelano (specie nel caso degli aumenti delle tariffe) l’unica possibilità che le Amministrazioni hanno per far quadrare i bilanci e continuare ad offrire servizi necessari alla città. Un tema che, proprio in questi giorni, non ha mancato di far discutere, in seguito alla polemica scoppiata in consiglio comunale su imput dei consiglieri del M5S, che hanno detto no all’approvazione del Bilancio per eccessivi aumenti delle tariffe, annunciando addirittura una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore, Nicola Lo Iacono. Questione con la quale iniziamo la nostra chiacchierata con il Sindaco Francesco Italia, che taglia corto: “Per la prima volta dopo più di dieci anni sono stati approvati la proposta di bilancio preventivo annuale 2019 e il Documento Unico di programmazione 2019/2021. Non amo entrare nel merito delle beghe politiche, ma in questo caso ricorderei che proprio per colpa loro avremo difficoltà ad accedere ai circa 13 milioni del Bando Periferie, misura che tenteremo di utilizzare, ma ciò potrà avvenire solo se approveremo il bilancio consuntivo 2018, e questo per un aggravamento della procedura derivante da loro. Poi, se andiamo a guardare la politica dei cinque stelle nelle amministrazioni di tutta Italia, ci rendiamo conto facilmente che hanno perso una nuova occasione per fare silenzio”.

Da vice sindaco nella scorsa legislatura a primo cittadino: che città si trova davanti? 

Avendo lavorato in giunta con Giancarlo Garozzo conoscevo bene la realtà di Siracusa. Certo, l’approccio come Sindaco è totalmente differente, tanto più che mi ero occupato solo di Cultura e Turismo. Le condizioni delle autonomie locali siciliane si stanno aggravando fortemente; la vicina Catania, cosi come altri comuni, si trova in dissesto, quindi è chiaro che il mio obiettivo principale è quello di tenere in ordine i conti, fare quadrare le voci di bilancio, fare un’importante azione di recupero dell’evasione. Poi, sotto il profilo gestionale, Siracusa è comune capofila, insieme a Venezia, Firenze, Lucca e Pescara del Progetto “Riscontro”, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e gestito da ANCI e IFEL, proprio per mantenere i conti e combattere l’evasione. Ovviamente, non si tratta solo di gestione dei numeri ma anche di Comunità. Viviamo, purtroppo, una divisione atavica, non solo a livello politico ma anche delle categorie produttive e mi auguro che, anche grazie al “Patto di responsabilità sociale” a cui hanno aderito un numero considerevole di sigle, si possa trasformare la nostra città in un luogo in cui, pure con idee diverse, tutti possano perseguire obiettivi legati al bene comune e allo sviluppo del nostro territorio.

Siracusa è una città a forte vocazione turistica ma rimangono ancore molte criticità, tra queste la mancanza di servizi…

Io partirei dal presupposto che Siracusa, sotto il profilo turistico e culturale, in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante che sono sotto gli occhi di tutti, con importanti servizi che prima non c’erano.

Un esempio?

Nel 2013 l’infopoint non esisteva, adesso sono più di 4, non esistevano servizi bus per i turisti e adesso ci sono, abbiamo da poco adottato il Welcome kit che viene distribuito gratuitamente a tutti gli esercenti turistici e che riporta tutte le informazioni utili come orari di mostre, musei, bus, spettacoli, biglietterie, servizi a mare ecc. Anche sotto il profilo culturale abbiamo raddoppiato l’offerta, con mostre di richiamo anche in luoghi che erano abbandonati. Certo, c’è ancora da fare, ma non si può negare il lavoro svolto sin’ora. Tra l’altro, dal 2014, abbiamo attivato, prima con Noto ed Avola e poi anche con Comuni non solo della provincia, la possibilità di partecipare alle più importanti fiere internazionali.

Che risposta dà la città ai provvedimenti, anche quelli più scomodi, dell’amministrazione?

Io dico sempre che c’è una città che è molto più partecipe, reattiva e per bene di come viene definita. Piuttosto, noi abbiamo il vizio di far emergere spesso la parte peggiore. C’è una grande maggioranza silenziosa di cittadini che rispettano le regole, la propria città e che collaborano.

Quindi i siracusani sono migliori di come li dipingono? 

Certamente! Poi c’è quella parte che arreca danno, come quella persona che abbandona materiale pericoloso e di risulta davanti ad una scuola, ed è chiaro che fa più scalpore rispetto a tutti quei cittadini che, in silenzio, pagano le tasse, differenziano e usano i centri di raccolta. 

A proposito di differenziata: come procede?

La città paga una serie di eventi non favorevoli, ma lentamente stiamo cercando di normalizzare la situazione e spingere quanto più possibile. Il nuovo bando è in dirittura di arrivo, e così finalmente avremo la gara e il nuovo partner settennale che potrà svolgere al meglio il proprio ruolo.

Ma, nel frattempo, cosa pensa del servizio reso dall’attuale gestore ?  

Ci sono mancanze, come in tutti gli appalti. Alcune cose, a mio parere, vanno meglio ed altre vanno peggio, e stiamo intervenendo in corsa per migliorare queste ultime, con quel confronto continuo che non si può evitare con gli appaltatori.

Non possiamo fare il confronto con i piccoli centri virtuosi della provincia, ma Siracusa può fare di più?

Siracusa deve fare di più! Io sono molto fiducioso perché la nuova gara ci consentirà di raggiungere dei risultati importanti, ma è chiaro che su questo va richiesta la massima professionalità da parte del gestore e, allo stesso tempo, la massima partecipazione da parte dei cittadini. Non è ammissibile sentire ancora persone che mi dicono che non vogliono fare la differenziata, in primis perché è un obbligo di legge e le amministrazioni sono tenute a raggiungere delle quote per non andare incontro alle sanzioni, che creerebbero disagi ulteriori ad un bilancio già di per se difficile. Ma la verità vera è che se non diamo una sferzata importante per la tutela dell’ambiente in cui viviamo rischiamo di compromettere il nostro ecosistema.

A proposito di questo, parliamo un attimo dell’ordinanza “Plastic Free”? I cittadini si lamentano che dopo averla imposta il Comune per primo non la rispetti…

Intanto ringrazio coloro che la stanno rispettando. Per quanto riguarda le foto apparse che riguardavano il Comune, si, ci sono dei distributori d’acqua in plastica in dotazione negli uffici che non sono stati ancora sostituiti ma per dei meri problemi logistici, non per cattiva volontà.

Chiudiamo questa nostra chiacchierata parlando di territori. Spesso si sente dire che l’Amministrazione privilegia maggiormente Ortigia e non le periferie, è vero?

Sono contento di questa domanda e rispondo che non ho ancora incontrato una persona che mi sappia dire quanti soldi ha speso l’amministrazione comunale (non solo da quando ci sono io) per Ortigia: a me non risultano investimenti di nessun tipo. Questa è una delle classiche fake news che non trovano riscontro nei fatti, invece ricordo che la precedente e l’attuale Amministrazione hanno partecipato a bandi per la riqualificazione delle periferie con investimenti importanti. Aggiungo che stiamo collaborando ad un progetto con Renzo Piano per alcuni interventi sulla “Mazzarrona”.

Il quartiere dove è stata chiusa la scuola che poi è stata vandalizzata, un fatto che non depone a favore…

Questi sono problemi che si ereditano dal passato e che sono frutto della crisi di sistema che oggi viviamo, perché è chiaro che, avendone la possibilità, nessuno poteva vietarci di intervenire. Chiuderla è stata un’enorme sconfitta per la città, ma sono certo e convinto che riusciremo a riaprirla.

Valentina Frasca

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