Siti Archeologici
Messina

Grotta del Lauro, Alcara Li Fusi: sita a quota 1.068 metri sul versante occidentale del massiccio roccioso delle Rocche del Crasto, la Grotta costituisce un polo di straordinaria attrazione per i turisti grazie alle sue innumerevoli stalattiti, stalagmiti e colonne dalle forme più svariate. Oltre che da un punto di vista geo-speleologico, la Grotta del Lauro è interessante anche per la presenza di due esemplari di troglobie (invertebrati miriapodi) che costituiscono un endemismo tipico e unico della Grotta.

Terme di Bagnoli, Capo d’Orlando: nel 1987 le prime campagne di scavo nel territorio hanno riportato alla luce i ruderi di una struttura termale appartenente a un’antica villa romana del III-IV sec. d.C. Le terme probabilmente sono state danneggiate da due eventi sismici che colpirono la Sicilia tra il IV e il V sec. d.C. Composte da otto vani, le Terme sono costituite da tre ambienti: il frigidarium, il tepidarium e il calidarium.

Sito archeologico di Naxos, Giardini-Naxos: Il sito archeologico insiste sulla penisola di Schisò su una superficie di circa 37 ettari. Gli scavi archeologici nella zona hanno consentito di conoscere con precisione l’urbanistica delle città arcaiche greche. Le zone archeologiche sul promontorio, appartenenti all’antica cittadella, sono infatti particolarmente ricche di resti risalenti al V secolo a.C.: è possibile identificare un tratto della cinta muraria in pietra lavica proveniente dalla vicina Etna, due fornaci coperte e un tempio probabilmente dedicato ad Afrodite.

Sito dell’Altopiano dell’Argimusco, Montalbano Elicona: tutta la zona dell’altopiano fa parte della Riserva Naturale del Bosco di Malabotta. In questa zona sorgono numerosi roccioni di arenaria quarzosa modellati in forma curiosa e suggestiva e tale da far pensare che nella zona si praticassero rituali esoterici.

Area archeologica di Tindari, Patti: Il territorio comunale comprende due importantissimi siti archeologici: l’antica città di Tindari e la villa romana. La villa si estende per due ettari e risale al periodo tardo-imperiale (IV secolo d.C.). Sono stati riportati alla luce mosaici policromi di stile africano di notevoli dimensioni, affini a quelli di Piazza Armerina e di Noto. Molto ben conservati sono anche i resti dell’antica Tindari, della quale è visibile un intero quartiere a sud del decumano superiore con abitazioni, terme e una villa patrizia.

Rocca Pizzicata, Roccella Valdemone: complesso rupestre sito presso l’omonima rocca sita nella Valle dell’Alcantara. Nella zona appare evidente la presenza di diverse preesistenze archeologiche rupestri come delle tombe, abitazioni e persino un altare. Recentemente si è anche sospettato che esso possa essere stato in origine un sito archeoastronomico.

Siti archeologici di Taormina, Taormina:

  • Teatro antico di Taormina;
  • Domus San Pancrazio, I secolo a.C.;
  • Naumachie, I secolo a.C.;
  • Odeon, I secolo a.C.;
  • Castello di Monte Tauro, X secolo d.C.

Resti della città di Abaceno, Tripi: Tindari fu fondata da Dioniso I utilizzando gran parte del territorio che apparteneva ad Abacaenum. I resti dell’antica città di Tindari si fondono al patrimonio naturale in uno scenario unico. Da visitare il teatro greco e il ginnasio. A sud-ovest dell’agorà, su un’altura, sorgeva l’acropoli sacra con i suoi principali edifici di culto. In un’ampia zona, su una terrazza delimitata da maestose mura, sorgevano le necropoli, delle quali si conservano tuttora alcuni monumenti funerari di interesse artistico.

Resti dell’antica città di Alesa Arconidea, Tusa: Dell’antica città fondata secondo Diodoro Siculo nel 403 a. C. oggi rimangono una struttura termale di cui si conservano i mosaici nella zona delle Case Gravina, il “ponte Riggieri”, la torre Migaido e la zona dell’attuale contrada Ospedale che potrebbe essere identificata con la via Xenide citata dalle tavole alesine.

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