Arte e Cultura
Messina

  • MuMe: il Museo regionale di Messina fu realizzato dopo il terremoto del 1908 per custodire le opere di valore artistico recuperate dalle macerie cittadine. Tra le opere ospitate nel Museo di particolare rilevanza sono le opere di Girolamo Alibrandi; il Polittico di San Gregorio di Antonello da Messina; due tele di Michelangelo Merisi da Caravaggio; la Resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei Pastori di Alonso Rodriguez;
  • Museo della Cultura e Musica popolare dei Peloritani: offre un allestimento multimediale con video, ipertesti, ascolto digitale, animazione con suonatori e cantori della tradizione, supporti letterari, fotografici, iconici, didascalici e didattici. Il Museo custodisce inoltre gli strumenti musicali della tradizione peloritana tra cui le zampogne, i flauti in canna, tamburi, tamburelli, scacciapensieri e conchiglie;
  • Archivio Quasimodo: la mostra permanente dedicata al celebre poeta è stata ribattezzata “La vita non è un sogno”;
  • Galleria provinciale d’Arte moderna e contemporanea: aperta nel 1998, espone opere di noti artisti come Renato Guttuso, Giuseppe Migneco, Felice Casorati, Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Max Liebermann, Mimmo Rotella e Corrado Cagli;
  • Tesori della Cappella Palatina in San Giovanni di Malta: custodisce notevoli esempi di arte sacra quali opere di argenteria e oreficeria e paramenti liturgici in seta;
  • Tesoro del Duomo: ricca raccolta di oggetti di culto appartenuti alla Cattedrale sin dal Medioevo. Il pezzo più prezioso della raccolta è la cosiddetta Manta d’oro, rivestimento del quadro della Madonna della Lettera in oro cesellato con motivi floreali e geometrici;
  • Museo Sant’Annibale Maria Di Francia: riproduce in scala il quartiere Avignone, ovvero il più malfamato quartiere della Messina pre-terremoto, luogo d’azione del messinese Sant’Annibale Maria Di Francia, canonizzato nel 2004;
  • Acquario comunale: nato nel 1868, fa parte degli Acquari storici d’Italia e riproduce nelle sue vasche gli ambienti acquatici del mondo con circa 100 specie ittiche;
  • Museo zoologico Cambria: conserva ricche collezioni di vertebrati, insetti e molluschi.
  • Orto botanico Pietro Castelli: fondato nel 1638;
  • Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina: fondato nel 2003 con il patrocinio del Comune di Messina e dell’UNESCO, racconta la storia della difesa dello Stretto dal periodo post-unitario alla seconda Guerra Mondiale.
  • Teatro Vittorio Emanuele II: voluto da Ferdinando II di Borbone, fu edificato a partire dal 1842 su progetto dell’architetto Pietro Valente. Inaugurato il 12 gennaio del 1852, venne intitolato a Sant’Elisabetta, in onore della madre del sovrano e successivamente, con l’Unità d’Italia del 1860, assunse l’attuale nome. L’esterno, in stile neoclassico, è realizzato in pietra siracusana ed è ricco di decorazioni, sculture e bassorilievi dello Zagari raffiguranti scene della vita di Ercole e ritratti di drammaturghi e musicisti illustri. La sera del 27 dicembre 1908, solo poche ore prima del terremoto che distrusse la città, vi fu messa in scena l’Aida di Giuseppe Verdi.

Da segnalare nel territorio comunale quattro musei: il Museo etno-storico Nello Cassata; il Museo Epicentro creato nel 1994 dall’artista Nino Abbate e dedicato all’Arte contemporanea su mattonelle; il Parco-Museo Jalari e il Parco-Museo etnografico Oasi S. Eusenzio.

La Casa-Museo della Fondazione “Famiglia Piccolo di Calanovella” è ospitata nelle stanze della villa tardo-ottocentesca che si trova poco fuori dal centro urbano, immersa in un curato giardino. Fino agli anni Trenta la villa fu residenza della famiglia dei baroni Piccolo e fu proprio l’ultimo discendente Lucio, poeta siciliano scomparso nel 1969, a trasformare la villa in un Museo e ad aprirla al pubblico. Ancora oggi è visitabile la stanza, rimasta intatta negli arredi, dove albergava spesso Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino del proprietario, che qui scrisse una buona parte del celebre romanzo Il Gattopardo.

Inaugurato nel 1979, il Museo archeologico di Giardini Naxos è ubicato presso Capo Schisò, ai margini dell’area archeologica dell’antica Città di Naxos alla quale si accede anche dagli spazi limitrofi al Museo. Il Museo custodisce l’enorme quantità di reperti provenienti dalle numerose campagne di scavo condotte nel territorio.

Nato negli anni Cinquanta per custodire il primo piccolo nucleo di reperti ritrovati nel territorio, il Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabò Brea è oggi diviso in 5 sezioni che illustrano la millenaria storia dell’arcipelago.

  • Antiquarium Archeologico Domenico Ryolo: espone i reperti rinvenuti nell’area della necropoli tra cui barchette e rematori fittili della seconda metà del III secolo a.C. probabilmente usati per il trasporto delle anime e corredi funerari risalenti al V/III secolo a.C.
  • Museo della Tonnara e del Mare: diviso in due sezioni. Nella sezione “Museo della Tonnara” sono esposte fotografie, testi, attrezzature varie impiegate nella pesca e nella lavorazione e trasformazione del pescato e modelli lignei di imbarcazioni. Nella sezione “Attività marinare” troviamo invece mappe, carte nautiche, disegni, elaborati progettuali e strumentazione nautica come bussole e sestanti.

Sito in piazza Marconi, il Macc (Museo di Arte e ceramica contemporanea) espone le ceramiche provenienti dalla ricca tradizione locale. Tramite l’organizzazione di mostre ed eventi il Museo si occupa inoltre della promozione della ceramica artistica contemporanea.

Inaugurato nel 2001, il Museo storico etno-antropologico raccoglie strumenti di vita contadina oltre a reperti rari come stemmi nobiliari del luogo, antichi manoscritti e le fotocopie delle Collectorie, i più antichi documenti che attestano l’esistenza del paese e i cui originali sono custoditi in Vaticano.

Da segnalare a Taormina l’Antiquarium del Teatro greco-romano e il Museo delle Arti e Tradizioni popolari sito al primo piano di Palazzo Corvaja. Quest’ultimo espone oggetti d’uso comune e interessanti vasi antropomorfi (cioè con fattezze umane) un tempo collocati nei balconi o nelle terrazze della città.

Inaugurato nel 2004, il Museo di Storia della Medicina Ottavio Badessa custodisce circa 200 reperti di altissimo valore scientifico e databili fra la fine del Settecento e il 1940. Tra i reperti segnaliamo un estrattore di calcoli vescicali e dei palloni respiratori delle maschere di Ombredanne ottenuti da vesciche di maiale essiccate.

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