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Scuola&Coronavirus. La preside del ‘Besta’ di Ragusa: “Terremoto senza macerie”

Diario di bordo della giornata 'tipo' dell'Istituto tecnico commerciale aeronautico nella fase atipica e surreale: aule deserte, personale smarrito e docenti sospesi tra il pc di casa e riunioni a scuola

(9 marzo 2020)

Nel pieno dell”emergenza coronavirus‘ cambiano la vita e le abitudini quotidiane di tutti gli italiani. Stop agli eventi di tutti i generi, alle manifestazioni, alle attività ludiche e sportive, stop alle messe e manifestazioni religiose. Insomma, per essere ancora più chiari: stop a tutte quelle attività che comportano un assembramento di persone.

Sia il settore pubblico che il privato, sia le istituzioni che le attività commerciali: tutti stanno subendo un vero colpo d’arresto. E una delle prime a subirlo è stata proprio la scuola. E gli studenti? Tutti a casa!

La Sicilia non è ‘zona rossa’, per cui le scuole non sono soggette a chiusura, ma già dal 5 marzo scorso sono sospese le attività didattiche, e lo saranno almeno fino al prossimo 15 marzo.

Noi di Ialmo abbiamo quindi contattato Antonella Rosa, dirigente scolastico dell’Istituto tecnico commerciale aeronautico F. Besta, per farci raccontare come si svolge la giornata ‘tipo’ in seguito alla sospensione dell’attività didattica.

La scuola è aperta, ma gli studenti sono a casa. Come si stanno svolgendo le giornate al Fabio Besta?

La situazione non è affatto semplice. Io, in quanto dirigente, sono consapevole di avere delle responsabilità enormi per limitare i danni e gestire la delicata fase che stiamo tutti attraversando. In questi giorni ci stiamo occupando di tutte quelle pratiche necessarie in seguito all’annullamento delle gite scolastiche , per esempio. È un vero delirio!

Una preside sempre presente, quasi come un capitano che non abbandona la nave. Oltre a Lei, immagino ci sia il personale Ata?

Sì, il personale tecnico, amministrativo, tecnico e ausiliario viene a lavorare regolarmente. Anche se da oggi, al fine di tutelare il loro diritto alla sicurezza, chiedono la formazione di contingenti minimi. Comunque, secondo le disposizioni inserite nel decreto Conte, deve sempre essere mantenuta la distanza di sicurezza interpersonale pari almeno ad 1 metro.

Per quanto riguarda i docenti, sono obbligati a venire a scuola?

La scuola non si può e non si deve fermare. Con la circolare dello scorso 5 marzo ho convocato tutto lo staff al fine di proseguire con la didattica. Per prima cosa abbiamo pensato alla formazione dei docenti per la didattica a distanza, attraverso Google SIP. Chi ha gli strumenti – cioè un computer e una buona connessione ad internet – per poter lavorare da casa non ha l’obbligo di venire giornalmente a scuola; tutti gli altri vengono qui a scuola. Noi abbiamo il dovere di garantire ai docenti, dal punto di vista tecnico e logistico, la possibilità di lavorare bene. Attraverso  gli strumenti digitali e il registro elettronico i docenti comunicano quindi con gli studenti e gli assegnano i compiti. Sappiamo che la maggior parte dei ragazzi ha un computer a casa e, anche chi avesse difficoltà di accesso, può comunicare tramite Whatsapp con i compagni e farseli passare. È una fase delicata che può andare bene per questi primi giorni, infatti per adesso sono state annullate tutte le verifiche: solo didattica, nessuna valutazione! Ma se la sospensione dell’attività didattica dovesse essere prolungata, al via con lo step successivo e la formazione delle classi virtuali. 

I docenti e i ragazzi come stanno affrontando questa fase?

I docenti non sono per niente contenti. Il loro lavoro si è improvvisamente fermato, non è facile insegnare da casa e garantire una continuità didattica. Allo stato attuale non sappiamo neanche per quanto tempo durerà tale situazione. Ma dai ragazzi e dalle loro famiglie stiamo avendo un ottimo riscontro, un buon 80% di loro ci segue e si sta impegnando a distanza.

E Lei, in quanto dirigente scolastico, come sta vivendo questo periodo?

Non nego che sia come un terremoto, ma senza macerie. In tale situazione diventa difficile garantire i 200 giorni di scuola, anche se ad oggi i miei pensieri sono rivolti soprattutto agli esami di Stato di giugno. Solo il Ministero può intervenire, restiamo fiduciosi. 

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