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Vittoria “città mafiosa” sulla Rai, La Mattina: “I vittoriesi avrebbero dovuto indignarsi molto prima”

E con un interessante post su Facebook, lo storico Paolo Monello, che ha un passato in politica, carte alla mano smentisce il far west mafioso al mercato ortofrutticolo "da 40 anni ed oltre"

(12 marzo 2019)

Continuano a suscitare commenti e prese di posizione più o meno ufficiali le dichiarazioni del Commissario del Comune di Vittoria, Filippo Dispenza, ospite la settimana scorsa a Uno Mattina, su Rai Uno, in occasione della presentazione della Giornata della memoria e dell’impegno contro tutte le mafie che ricorre il 21 marzo. A molti cittadini, infatti, non sono piaciute né le parole del Prefetto né tantomeno quelle del giornalista Paolo Borrometi. L’impressione è stata quella di essere stati travolti, ancora una volta, dalla solita onda di fango, e di essere stati additati, come sempre, come “città mafiosa”.

Ma c’è anche chi non la pensa così, e ritiene che il Prefetto non abbia fatto nulla di male, limitandosi a riportare verbalmente quanto messo nero su bianco nella relazione che spiega, nel dettaglio, i motivi per cui Palazzo Iacono in estate è stato commissariato. E’ Claudio La Mattina, ex presidente della FIGC Ragusa ed ex amministratore comunale vittoriese, (nonché una delle anime del Premio Nazionale del Calcio Siciliano, che ogni anno porta a Vittoria le grandi star del calcio azzurro), da sempre vicino all’ex sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, arrestato nell’ambito dell’operazione Exit Poll da cui ha preso il via tutto l’iter giudiziario che ha portato allo scioglimento per mafia, quando oramai era sindaco Giovanni Moscato. “Non mi piace questa indignazione ad orologeria. I vittoriesi avrebbero dovuto sentirsi feriti nell’orgoglio già il 21 settembre 2017, dopo quella operazione. E da quel momento – dice – avrebbero dovuto alzare la testa e respingere certe accuse. Invece non hanno reagito né quel giorno né quando il Comune è stato sciolto. La città si è divisa tra chi pensava che finalmente fosse stata fatta un po’ di pulizia e chi, pur credendo nell’innocenza dei Nicosia, si è fatto scivolare addosso la cosa come se non lo riguardasse. Ma ora che un Prefetto rimarca in tv cose già note, si chiedono le scuse. Semmai – prosegue La Mattina – si potrebbe discutere sull’opportunità, da parte di Dispenza, di andare in tv e di rispondere a quelle domande, ma chi siamo noi per sindacare sul suo operato e per dire quello che avrebbe o non avrebbe dovuto fare? Nessuno. A questo punto possiamo solo aspettare che nelle aule dei tribunali si ristabilisca la verità, sperando che Vittoria ne esca pulita”.

Pulita, come Scicli. Anch’essa sciolta per mafia e travolta da un’ondata mediatica di fango. Ma in pochi, anche in quel caso, quando l’ex sindaco Franco Susino è stato assolto, hanno avuto il coraggio di parlare del ruolo dei giornalisti nella vicenda, acclamati, anzi, come eroi e paladini dell’antimafia. Con un interessante e articolato post pubblico su Facebook, interviene sulla questione vittoriese anche lo storico locale Paolo Monello, con un passato alla guida della città e da parlamentare.

“Io non appartengo alla parte dei Vittoriesi indignati per lo scioglimento – scrive – né mi sento offeso da nulla, perché le responsabilità sono personali, e l’Italia fino ad oggi è uno Stato di diritto. Credo, però, che quando si parla in tv e si amministra una città di 60.000 abitanti, occorra essere prudenti e ripetere che “da 40 anni ed oltre” al mercato ci sia stato il far west, senza regole né controlli, e che i box venivano assegnati alle famiglie mafiose (quell’ “esattamente” pronunziato dal dr. Dispenza è sbagliato) non è onesto né intellettualmente né alla luce dei fatti né alla luce della grande storia di una città come Vittoria. Come tutti sanno, non mi occupo più di politica, ma, relativamente al mercato ortofrutticolo, posseggo copia del primo regolamento, adottato dal Consiglio Comunale nella seduta del 10 agosto 1961 (Sindaco Ubaldo Balloni), regolarmente approvato dalla C.P.C. il 25 agosto 1961 al n. 11395, a firma del presidente Borrometi (non so se fosse un parente del giornalista Borrometi) e copia di un altro regolamento, ben più articolato, del 2 agosto 1967 (Sindaco il prof. Giuseppe Arena), anch’esso regolarmente approvato dalla C.P.C. il 23 agosto 1967, che agli artt. 24-32 regola l’assegnazione e la revoca dei posteggi. Purtroppo non ho a portata di mano i regolamenti più recenti, ma penso basti ricercare all’Archivio Comunale o direttamente negli uffici del Mercato e del Comando dei Vigili (da sempre incaricato del controllo) per avere tutte le deliberazioni e tutti i movimenti degli ultimi 40 anni ed oltre”.

Per Monello, “far intendere ai distratti che guardano UnoMattina che a Vittoria non si siano mai avute regole o che non siano mai state fatte rispettare è quanto meno superficiale. Anche perché Vittoria, nonostante il carattere a volte troppo “intraprendente” di noi Vittoriesi, non è mai stata una repubblica autonoma ed è stata sempre tenuta sotto il giusto controllo da parte delle autorità dello Stato: Prefettura, Questura, Governo Regionale, Ministeri, anche se a volte eravamo noi amministratori a sollecitare l’intervento dello Stato al mercato (ricordo un prefetto che chiedeva a me sindaco notizie di cosa accadesse al mercato…). Per quello che ho letto, inoltre, in merito ai famosi “40 anni almeno” la Relazione propedeutica allo scioglimento (che non è Vangelo) fa affermazioni generiche, senza aver letto né le carte delle Amministrazioni precedenti e neanche la relazione del Commissario Antimafia Sica del 1988. Questo solo per amore della verità storica che, lo si voglia o no, è custodita dalle carte”. 

Valentina Frasca

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