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Ragusa, bimba ustionata a scuola e nessun colpevole. Se insegnanti e bidelli non si preoccupano dei piccoli alunni, a cosa servono?

Annuncia reclamo, contro l’archiviazione disposta dal gip, il difensore dei genitori di Sophie, Michele Savarese. La responsabile dell’asilo comunale Aquilone disostruì il water in seguito al rifiuto del bidello. Che dopo ripulì, senza rimuovere le tracce chimiche ustionanti

(25 aprile 2020)

Accompagnare all’asilo, una scuola pubblica dell’infanzia, la propria bambina di sei anni; affidarla quindi agli insegnanti ed al personale scolastico e ritrovarla con gravissime ustioni di secondo e terzo grado. E’ possibile, si potrebbe dire, perché tutto può accadere. Ma ciò che non può accadere è che nessuno ne sia responsabile, visto che di straordinario, per avere determinato quelle gravi ustioni, non è successo assolutamente nulla.

Eppure il tribunale di Ragusa ha deciso che nessuno deve rispondere penalmente di quelle sofferenze patite dalla bambina.

Il giudice delle indagini preliminari Ivano Infarinato ha archiviato l’inchiesta della Procura, originata dall’esposto dei due genitori della bimba, e che vedeva due persone indagate: un’insegnante, responsabile del plesso scolastico, ed un bidello.

I fatti risalgono al 20 febbraio del 2019 quando Sophie, che ha sei anni e soffre di disturbi dello spettro autistico – elemento questo privo di specifica rilevanza nel caso in questione – viene accompagnata in bagno dall’insegnante di sostegno. Appena la bambina si alza dal water, piange e urla. Presenta gravissime ustioni chimiche ai glutei e alle gambe.

Cos’è accaduto? Attingendo al fascicolo, la ricostruzione è chiara. Alcune ore prima quel water si era ostruito. L’insegnante responsabile, poi indagata, chiede al bidello, addetto alle pulizie, anch’egli indagato, di provvedere ma questi si rifiuta perché ‘prova fastidio e disgusto’. L’insegnante provvede allora da sola e riesce. Quindi versa prodotti chimici, altamente ustionanti come risulta da quanto accaduto, e chiede poi al bidello di completare l’opera di pulizia. Il bidello esegue, passando una spugna con sola acqua sui bordi del water. Sul quale, evidentemente, rimangono tracce del prodotto.

Incredibile, ma vero, nessuno ha colpa né per il pubblico ministero che indaga e poi chiede l’archiviazione, Giulia Bisello, né per il gip che la concede. E anche il procedimento disciplinare non ha prodotto alcuna sanzione.

Ma veramente è sostenibile che né l’insegnante, né il bidello abbiano commesso negligenza, imprudenza, imperizia, l’una nell’usare un prodotto senza avvertire poi l’altro di rimuoverne totalmente le tracce; e questi, appunto, per non averle rimosse pur essendo un ‘addetto alle pulizie’?

Non ci stanno i genitori di Sophie e non ci sta il loro difensore, Michele Savarese, che farà reclamo contro l’ordinanza del gip: “Sophie è entrata a scuola sana ed è uscita con ustioni di secondo e terzo grado, se nessuno è colpevole questa non è giustizia.

La decisione del Giudice per le indagini preliminari che ha deciso di archiviare il procedimento penale in cui è rimasta gravemente ustionata la piccola Sophie – spiega – non può essere in alcun modo condivisa. Il punto fermo di questa triste vicenda è che la bambina è entrata sana nella scuola dell’infanzia ‘Aquilone’ ed è uscita con gravi lesioni alle gambe ed ai glutei, ricoverata d’ urgenza nel Centro grandi ustionati dell’Ospedale Cannizzaro di Catania.

La povera Sophie, che soffre di un grave disturbo dello spettro autistico, si era recata, accompagnata dall’ insegnante di sostegno presso i servizi igienici della scuola, ma dopo essersi seduta sul water, ha iniziato a piangere e a gridare perché qualcuno aveva dimenticato di rimuovere i prodotti chimici che erano stati utilizzati per le pulizie del bagno.

Questi sono i fatti, comprovati dagli atti d’ indagine in cui è emerso che il giorno in cui la bambina è rimasta vittima delle lesioni, il collaboratore scolastico, come da lui stesso dichiarato, si è rifiutato di disostruire un gabinetto perché tale operazione lo ‘mi infastidiva’.

Pertanto la responsabile del plesso scolastico, pur non avendo alcuna competenza tecnica in materia, ha deciso di agire in prima persona causando l’allagamento del bagno e utilizzando per la pulizia prodotti ustionanti che non sono stati rimossi nè da lei né dal bidello ed hanno causato le gravi lesioni.

Ci si chiede: perché la responsabile del plesso ha deciso di disostruire il bagno visto che non ne aveva le competenze e soprattutto perché ha utilizzato prodotto ustionanti senza rimuoverli pur essendo consapevole che l’utenza del bagno era ad esclusivo uso dei bambini? Perché il bidello si è rifiutato di disostruire lui il bagno, ritenendosi infastidito da ciò e soprattutto perché non ha rimosso il prodotto che era stato utilizzati per pulire? Ci sono non pochi elementi per cui bisognava continuare il processo, ma a prescindere da ciò ci si chiede che ruolo hanno gli insegnanti e i collaborati scolastici se non quello di vigilare sull’incolumità dei bambini?

Non può essere condivisa una tesi – osserva il legale – in base a cui un genitore lascia il figlio a scuola e lo ritrova bruciato al centro ustionati, senza che nessuno abbia colpa. I genitori di Sophie si sentono traditi da uno Stato a cui hanno affidato la figlia che gli è stata restituita piangente in un letto d’ ospedale. Lo stesso Stato che non riesce a trovare il colpevole di questa tragedia. Mi hanno già dato incarico di proporre reclamo avverso la decisione del G.i.p. e mi auguro che con questa nuova pronuncia possano trovare giustizia. Me lo auguro per loro e per tutti coloro che come il sottoscritto hanno figli”.

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