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Ocean Viking: la nave è ancora bloccata tra Malta e Sicilia, con a bordo 356 migranti

Nel frattempo, la situazione è sempre più tesa, le scorte diminuiscono e l'acqua è sempre meno. Aumenta, invece, la paura dei migranti di non farcela, di essere rispediti in Libia, e di non sopravvivere a questo lungo viaggio della speranza

(22 agosto 2019)

356 migranti, un terzo a quanto pare minorenni, bloccati in una nave da 13 giorni. Questi sono i numeri di una nuova emergenza, espressione di una situazione non risolta, e che si ripropone nuovamente, lasciando un po’ tutti senza sapere cosa fare. Ed ecco che dopo l’odissea chiamata Open Arms, una nuova nave, la Ocean Viking della ong francese Sos Mediterranèe e di Medici senza frontiere, rimane bloccata nel Mediterraneo, precisamente tra Malta e la Sicilia. La Francia si è resa disponibile ad accogliere “un numero importante di migranti”, almeno una quarantina secondo alcune fonti dell’Eliseo, ma ha espresso il rifiuto di accogliere la nave. “Bisogna trovare all’Ocean Viking un luogo di sbarco vicino, logicamente Malta o l’Italia” è la posizione manifestata dal governo francese. Medici senza frontiere fa un appello al fine di trovare una rapida soluzione: “Abbiamo a bordo 356 sopravvissuti, 356 vite che chiedono umanità. Abbiamo bisogno al più presto di un porto sicuro di sbarco. Il clima a bordo è sempre più teso. Uomini, donne e bambini continuano a vivere in uno spazio ristretto e stanno perdendo la cognizione del tempo”, questo è ciò si legge in un loro post su Twitter.

Continua, così, il braccio di ferro fra Malta, Italia e Francia. Ma continua anche la crisi, o meglio caduta, del governo italiano che si trova a non avere una guida dopo le dimissioni del premier Conte. E nel frattempo la situazione a bordo è sempre più tesa, le scorte diminuiscono, l’acqua è sempre meno. Aumenta, invece, la paura stessa di non farcela, di essere rispediti in Libia, e di non sopravvivere a questo lungo viaggio della speranza. La Ocean Viking rimane in attesa che qualcuno le offra un porto sicuro. Al momento l’unica indicazione proposta è quella di un soccorso libico, “ma ovviamente non siamo disponibili a riportare le persone in un paese di guerra”, fanno sapere dalla nave.

Claudia Trapani

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