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Nascono ufficialmente i Parchi archeologici di Siracusa, di Eloro e Villa del Tellaro

Un provvedimento che corona l’attività messa in campo dal compianto assessore Sebastiano Tusa, e del quale abbiamo parlato con l'ex assessore ai Beni Culturali, la siracusana Mariarita Sgarlata, che ha seguito il progetto sin dai primi passi

(12 aprile 2019)

Nasce ufficialmente il Parco archeologico di Siracusa e quello di Eloro e Villa del Tellaro. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha firmato i decreti per l’istituzione delle ultime otto strutture che andranno a completare il già esistente numero di Parchi archeologici siciliani, comprendenti Agrigento, Naxos e Taormina e Selinunte e Cave di Cusa. Un provvedimento che corona l’attività messa in campo dal compianto assessore Sebastiano Tusa, con un serio e dettagliato piano da lui stesso ideato e curato, fin nei minimi dettagli, addirittura con la proposta di accorpamenti minimi per impedire che alcuni siti archeologici finiscano nell’abbandono a causa di esigue entrate dovute a un minore afflusso di visitatori.

A completare, dopo diciannove anni, il sistema dei Parchi archeologici in Sicilia, previsto dalla legge regionale 20 del 2000, oltre alle nuove strutture del siracusano, l’istituzione dei parchi di Gela; Catania e Valle dell’Aci; Isole Eolie; Tindari; Himera, Solunto e Monte Iato; Kamarina e Cava D’Ispica e Lilibeo. Previsto, inoltre, l’accorpamento di “Morgantina e Villa Romana del Casale” e di “Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria”. Ad anticipare, poco più di un mese fa, il felice epilogo di oggi, l’ultimo atto amministrativo dello stesso Tusa, con la firma dei decreti per l’istituzione del Parco archeologico della Villa Romana del Casale e del Parco archeologico di Leontinoi. “Dopo quasi un ventennio, – evidenzia il governatore Musumeci – il mio Governo dà attuazione completa alla legge siciliana sui Parchi archeologici. Con questi decreti si dà protagonismo alle realtà locali, si responsabilizzano le classi dirigenti e si consente la tanto auspicata loro autonomia finanziaria”.

Ad esprimere la propria soddisfazione per l’istituzione dei Parchi di Siracusa ed Eloro – Villa del Casale anche l’ex assessore ai Beni Culturali, la siracusana Mariarita Sgarlata. Durante il suo mandato fu ufficializzata la perimetrazione dell’area archeologica di Siracusa, atto propedeutico all’istituzione della nuova struttura. Con lei abbiamo parlato dell’importanza del provvedimento regionale nell’ottica di una proficua futura gestione dell’enorme patrimonio culturale della città. “E’ un successo per tutti, per la città e chiaramente per chi ha partecipato nelle varie tappe al raggiungimento di questo risultato”, – spiega. “La legge 20 del 2000, lo sappiamo, è una norma pionieristica che ha fatto un po’ la storia della Sicilia, addirittura ricopiata a livello nazionale dal Decreto Franceschini. È vero pure che nei dieci anni successivi è stata disattesa, non a caso erano stati istituiti solo 3 Parchi, nel 2005 Agrigento, poi Imera eNaxos. Con il mio mandato nel 2013/14 questa legge è stata ripresa con la perimetrazione di tutti quei parchi che adesso sono stati istituiti, adempimento propedeutico, necessario alla finalizzazione dell’iter istitutivo”.

Un decreto, quello di perimetrazione dell’area archeologica di Siracusa, che è stato più volte messo in discussione

Ci sono stati ricorsi al Tar che non sono, per fortuna, stati accolti, addirittura con una richiesta di riperimetrazione fatta dell’allora soprintendente di Siracusa, Rosalba Panvini, (praticamente una richiesta a se stessa, essendo lei anche membro del Consiglio regionale dei Beni culturali) che avrebbe significato restringerlo, condizionando fortemente quella che è la componente della tutela insita nel provvedimento, cioè quella caratterista che oggi ci consente ufficialmente di affermare che nell’area delle Mura Dionigiane tutti quei progetti di edilizia fatti anche da 50/100 villette non saranno più praticabili.

Mariarita Sgarlata

Cosa ha pensato in quei momenti?

Non nascondo che quella è stata la parte più difficile di tutta questa fase che, dalla perimetrazione del 2013, ha portato all’istituzione nel 2019 e sono contenta che invece il decreto del Parco Archeologico di Siracusa, perimetrato secondo linee guida molto chiare e nette, sia arrivato integro alla sua costituzione, perché è giusto così.

Una battaglia sposata anche dalle associazioni e dalla società civile siracusana. che non ha fatto mancare il suo supporto in questo senso

Certamente, ci tengo a citare e ringraziare Natura Sicula, Marcello Lo Iacono, Noi Albergatori e tante altre realtà e singoli cittadini che hanno contribuito a quella che consideriamo una vera missione.

Perché è così importante questo obiettivo per Siracusa? 

A mio parere, per diversi motivi. Il primo è essere arrivati finalmente all’istituzione, il secondo che lo si sia fatto rispettando la perimetrazione originale, e questo vuol dire tutelarlo e valorizzarlo, garantendo che i milioni di euro dello sbigliettamento rimangano nella nostra città e che il parco possa essere gestito secondo le esigenze dei visitatori e di tutti noi.

Ad esempio?

Mi riferisco alla richiesta di pulizia e decoro, il parco non può presentarsi invaso dalle erbacce, oppure senza custodi o con poco personale, senza servizi. Tutto questo adesso dovrà essere garantito, e comporterà lavoro per la città.

Cosa si augura per il futuro di questa nuova istituzione?

Spero che i siracusani si impegnino per farlo funzionare e che la politica entri il meno possibile nella gestione del parco, che dev’essere condotta in modo sano, non diventando oggetto di interessi, e in questo l’impegno della cittadinanza sarà fondamentale. Ringrazio il presidente Musumeci per aver rispettato le volontà di Tusa, e ora godiamoci questo successo che è di tutti perché penso che i successi migliori sono quelli condivisi.

L’istituzione dei Parchi archeologici, che sono complessivamente 14 in Sicilia, ha, come precedentemente detto, l’effetto che i proventi dei biglietti di ingresso restino nelle casse degli enti stessi, con la possibilità di essere impiegati per la conservazione e la valorizzazione dei siti archeologici. Risorse, dunque, che rimangono sui territori, tutti rappresentati nei Comitati tecnico-scientifici da parte dei sindaci dei Comuni interessati. All’interno dei Parchi, infine, potranno essere promosse iniziative finalizzate ad attrarre nuovi visitatori per valorizzare luoghi per troppo tempo fuori dai circuiti ufficiali dei beni culturali.

Nadia Germano Bramante

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