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Il Tar conferma lo scioglimento del comune di Vittoria, Moscato: “E’ la morte del diritto”

"Sono stato ascoltato dalla commissione d’indagine - ha esordito - e ho presentato una relazione di 1500 pagine e 200 allegati nella quale spiego quello che abbiamo fatto contro la criminalità organizzata. Ma la commissione non l'ha mai inviata né al Ministero né ai tribunali di Catania e di Ragusa"

(19 luglio 2019)

Con un post su Facebook, due giorni fa aveva annunciato che il TAR del Lazio aveva confermato lo scioglimento del comune di Vittoria dello scorso anno e che, nel volgere di qualche giorno, avrebbe spiegato le sue ragioni alla città. L’ex sindaco Giovanni Moscato è stato di parola e questa mattina, in conferenza stampa, ha detto la propria sulla sentenza che boccia il ricorso avverso proprio a quello scioglimento. “Il 22 gennaio 2018 sono stato ascoltato dalla commissione d’indagine – ha esordito – e ho presentato una relazione di 1500 pagine e 200 allegati nella quale spiego quello che, come amministrazione, abbiamo fatto contro la criminalità organizzata. Ma la commissione non l’ha mai inviata né al Ministero né ai tribunali di Catania e di Ragusa, ha inviato solo la sua relazione”.

In una pagina e mezza di sentenza del TAR per Moscato è stata cancellata la democrazia. “Una pagina e mezza di opinioni di parte, – ha continuato – che non ammettono contraddittorio e che ignora documenti che dimostrano esattamente il contrario. E’ la morte del diritto, la cancellazione della democrazia e non ci possiamo neppure difendere. La sentenza non è sbagliata, è giusta, ma applica una legge sbagliata. Con questa legge nessun comune in Italia può salvarsi, se entra una commissione d’indagine è già finita, ma la città deve sapere perché è stata sciolta”. Moscato ha sottolineato come dalla lettura degli atti emerga una chiara volontà di colpire Vittoria, del resto, “se davvero la città è mafiosa, – ha aggiunto – ci saremmo aspettati, dopo lo scioglimento, anche il rafforzamento degli organici delle forze dell’ordine e persino l’arrivo dell’esercito, invece non è successo niente”.

La procedura (che ruota tutta intorno a tre cardini: rifiuti, mercato e sussidi) per l’ex primo cittadino è stata inficiata. “Mi hanno persino contestato – ha detto – il fatto di aver indetto, ad appena tre mesi dalla mia elezione, una gara pubblica per individuare la ditta per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, cioè la cosa più onesta che si potesse fare. Sul mercato, invece, ci viene rimproverato che, nonostante i controlli degli accessi, in mezzo a migliaia di persone qualche mafioso entrava. Ma è ovvio che si trattava solo di un primo, piccolissimo passo e che non è con gli accessi che si contrasta la criminalità organizzata. Sono state ignorate tutte le nostre interdittive antimafia. Noi, comunque, andremo avanti – ha concluso – e valuteremo a breve le prossime mosse, ma la città deve reagire”.

Valentina Frasca

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