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Il segreto per amministrare bene? Fare squadra e programmare: parola di sindaca!

Marilena Miceli guida il comune di Canicattini Bagni dal giugno 2017, e in un'intervista esclusiva a Ialmo racconta le difficoltà quotidiane per garantire i servizi più importanti, senza aumenti nei costi, nonostante i tagli regionali e nazionali

(26 marzo 2019)

Si è insediata un anno e mezzo fa, era il 19 Giugno del 2017, nella “Città del Liberty e della Musica” (così recita il cartello di benvenuto ai viaggiatori che giungono a Canicattini Bagni), eletta sulla base di un programma politico in piena continuità con l’amministrazione uscente. Un’eredità, quella lasciata dall’ex sindaco, Paolo Amenta, attuale presidente del Consiglio comunale canicattinese, che non ha per nulla spaventato Marilena Miceli, prima Sindaca della bella cittadina in provincia di Siracusa (362 metri sul livello del mare e una popolazione di poco più di 7000 abitanti) con un curriculum già rodato all’interno dell’Amministrazione comunale, in veste di consigliera prima e poi in quelle di assessora, in squadra con il suo predecessore. Un percorso che la sindaca Miceli, 39 anni, sposata, di professione analista bancaria, ha improntato fortemente sulla valorizzazione delle risorse di un territorio ricco e generoso, ma reso indubbiamente difficoltoso da carenze, sia di natura economica che strutturale, da far tremare le vene ai polsi anche al più smaliziato degli amministratori.

La sindaca Miceli e il suo predecessore, Paolo Amenta

Oggi tenere in equilibrio il bilancio dei Comuni in Sicilia è diventato complicatissimo – spiega la sindaca Miceli – e prova ne è che molti enti hanno già dichiarato il dissesto mentre altri sono nella fase antecedente col piano di riequilibrio approvato. Questo succede perché negli ultimi anni la Regione ha ridotto ad un terzo i trasferimenti ai Comuni, mentre lo Stato, con la mancata applicazione del federalismo fiscale, non trasferisce più nulla, rimandando di fatto agli stessi enti locali il recupero di fondi dalla tassazione”. Un quadro a tinte fosche in seguito al quale, dovendosi basare non più su finanza derivata ma su quella locale, per le amministrazioni diventa difficilissimo garantire i servizi essenziali, compresi gli stipendi ai dipendenti.Pensate che ci sono molti Comuni – continua – dove non si erogano stipendi da dicembre, perché dopo l’ultimo intervento in Finanziaria nazionale, in merito all’abbassamento delle anticipazioni di tesoreria dai 5 a i 4 dodicesimi, molti enti non hanno avuto la possibilità di riaprire le tesorerie; una situazione davvero drammatica se poi aggiungiamo il 60% di disoccupazione giovanile e il 40% di quella complessiva. Per fortuna, su questo versante, devo ringraziare le associazioni presenti sul territorio e le attività messe in campo, utili a tenere accesa una fiammella, ma il problema della mancanza di lavoro è strutturale e per questo è difficile che un Comune possa dare risposte a lunga scadenza”.

Come si può invertire la tendenza, esistono contromisure percorribili?

Noi un’idea ce la siamo fatta ed è molto chiara, bisogna fare squadra. Il Gal Natiblei di cui Il Comune di Canicattini Bagni fa parte (insieme ai comuni di Buccheri, Buscemi, Carlentini, Cassaro, Ferla, Francofonte, Palazzolo Acreide, Sortino, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo, Licodia Eubea, Militello in Val di Catania, Scordia, Vizzini e Lentini), e l’utilizzo dei fondi europei ne sono un chiaro esempio. Agroalimentare, artigianato di qualità, turismo sostenibile e non ultima l’inclusione sociale, sono gli ambiti sui quali i comuni degli Iblei hanno deciso di puntare già da tempo e per i quali a breve sarà possibile concorrere per l’ottenimento di contributi. Per la nascita di una nuova impresa, o per il miglioramento di una già esistente, si potranno ottenere fino al 75% di finanziamenti a fondo perduto e l’affiancamento per i richiedenti (cittadini ed imprese) di gruppi operativi per fornire la necessaria consulenza in termini di marketing e comunicazione. Forti dell’esperienza maturata in questi anni con la nostra amministrazione, abbiamo voluto inserire tra le possibilità di finanziamento europeo anche l’inclusione sociale. E’ studiata per quelle cooperative e realtà che si occupano di anziani, disabili e soggetti svantaggiati. In passato, per garantire questi servizi, la stragrande maggioranza delle risorse erano i fondi di bilancio del Comune integrati con quelli regionali della Legge 328; purtroppo, però, negli ultimi anni, la Regione ha sempre più ridotto le somme a disposizione, passando da 150 milioni di euro di qualche anno fa per tutti i comuni siciliani ai circa 20 milioni attuali.

La raccolta differenziata in provincia di Siracusa vanta Comuni considerati “virtuosi” e Canicattini Bagni è uno di questi, come siete riusciti ad ottenere questo risultato?

Abbiamo fatto un salto in avanti, raggiungendo una quota di circa il 60%, concentrandoci sui controlli e cercando di far capire ai cittadini l’importanza di questa modalità di raccolta, anche se adesso ci troviamo davanti a una situazione paradossale, perché la Regione dispone ma poi sono i Comuni a doversi organizzare per mantenere le tariffe e rispettare i parametri. Alcuni si sono attrezzati velocemente per adeguarsi al porta a porta, ma, di contro, è sorta la cosiddetta “crisi dell’umido”. visto che gli impianti di compostaggio presenti sul territorio non riescono a coprire i fabbisogni di tutta la regione. A Siracusa, come in altre province, non abbiamo centri di compostaggio, quindi la soluzione è ricercare convenzioni per conferire l’umido anche molto lontano, con i costi che ne derivano. A quel punto come fai a spiegare ai cittadini che se da una parte è importante differenziare per tutelare l’ambiente e ridurre i costi, poi quelle tariffe non le puoi materialmente ritoccare perché devi sopperire ai costi di trasporto verso impianti sempre più lontani?

Quindi i suoi cittadini dovranno aspettarsi aumenti nelle tariffe?

No, non ce ne saranno e questo è il risultato di una seria programmazione. Lo scorso anno avevo preso l’impegno di poter conferire correttamente l’umido nell’impianto di compostaggio, quantomeno per un semestre consecutivo (giugno-dicembre ’18), e questo ci ha consentito di generare un trend positivo che ha fatto salire la percentuale di conferimento e di compensare i costi del materiale che prima avevamo destinato in discarica. Il risparmio ottenuto ci consentirà, (la presenteremo fra pochi giorni in Consiglio) l’introduzione di una modifica al regolamento sulle tariffe che preveda finalmente gli sgravi in bolletta. Sarà attivata una pesa all’interno del CCR, dove i cittadini potranno, esibendo la tessera sanitaria, conferire tutto il secco e far detrarre il corrispettivo a fine anno dalla tassa di smaltimento.

In questo contesto, sembra emergere uno scollamento tra la politica nazionale e le realtà territoriali?

A volte ho la percezione che chi ci governa abbia poca aderenza con i territori. Spesso i legislatori non si rendono conto delle ripercussioni di certi provvedimenti sulle differenti realtà territoriali e solo chi amministra in ambito locale ha contezza delle vere esigenze. Ormai gli amministratori devono essere dei tecnici a tutto tondo, siamo come dei manager d’impresa, ma la nostra azienda è spesso sull’orlo del fallimento e facciamo grandi sforzi per salvarla.

E della politica regionale che ne pensa?

Noi restituiamo gran parte dei fondi europei destinatici e questo la dice lunga sulla visione che la Regione Sicilia ha del suo ruolo nell’U.E. La politica, se non ha una giusta visione, è già monca. L’attuale modalità di distribuzione dei fondi europei in Sicilia non porta benefici al territorio. Pensate che il P.O.R (Piano Operativo Regionale) ammonta a 4 miliardi e mezzo di cui 500 milioni sono destinati alle agende metropolitane, le smart city e i territori, i restanti 4 miliardi sono distribuiti tra gli assessorati che spesso non comunicano tra loro. Questo non fa altro che generare bandi che non tengono conto di una visione integrata delle esigenze e delle problematiche dei vari ambiti territoriali, ingenerando confusione e scarsa reattività da parte dei possibili fruitori.

I suoi obiettivi concreti a breve scadenza?

Uno dei miei impegni ad inizio mandato è stato quello dell’adeguamento completo degli edifici scolastici, lo abbiamo via via fatto e manca l’ultimo istituto. Siamo riusciti ad avere il via dalla Regione, su circa 350 comuni siamo risultati al 20° posto circa in Sicilia, quindi adesso manca solo il visto del Miur per appaltare i lavori. Quello che cerchiamo di fare in generale è migliorare la qualità della vita dei cittadini, sia in termini di servizi essenziali che in termini di prospettive lavorative. Questa visione l’abbiamo chiara, e lo è altrettanto che le singole municipalità non hanno le forze per conseguire certi obiettivi, per questo motivo noi della provincia di Siracusa ci siamo federati con alcuni comuni delle province di Catania e Ragusa. Solo in questo modo si possono attuare efficaci politiche di sviluppo, e per fare questo bisogna avere una visione complessiva territoriale. Solamente facendo rete è possibile un utilizzo altrettanto efficace dei fondi comunitari che, come abbiamo visto, possono essere le nostre maggiori risorse.

Nadia Germano Bramante

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