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Da Codogno al profondo Sud, i mille fili del coronavirus: secondo caso in provincia di Ragusa

La donna, rientrata da un centro del nord Italia, non è arrivata sola ma con alcuni familiari con i quali, prima di scoprire di essere infetta, aveva avuto normali contatti

(4 marzo 2020)

Così come annunciato ieri da Ialmo, le dinamiche del contagio ruotanti intorno al primo caso di coronavirus in provincia di Ragusa erano tali da implicare il forte rischio di un’estensione. Infatti la donna, rientrata da un centro del nord Italia (pare proprio Codogno, il piccolo comune lombardo dove si è formato il focolaio più massiccio e insidioso) per assistere ad un funerale in una frazione rivierasca della provincia iblea, non è arrivata sola ma con alcuni familiari con i quali, prima di scoprire di essere infetta, aveva avuto normali contatti.

E infatti il secondo caso di coronavirus nel Ragusano riguarda proprio un altro componente dello stesso nucleo familiare della donna.
Sale così a due il numero dei casi rilevati in provincia di Ragusa e a 14 in Sicilia (tra sospetti, dopo il doppio tampone, e quelli validati dagli istituti nazionali), soprattutto dopo il contagio che, così come riferito da Ialmo già ieri, ha investito la facoltà di Agraria dell’Università di Catania. Tre persone dell’ateneo, dopo essere rientrate da un convegno ad Udine, hanno scoperto di essere state contagiate.
Situazione difficile anche nell’ospedale Cannizzaro di Catania dove un intero reparto è stato messo in quarantena.
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