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Che brutta figura…ciclopica! I Carabinieri sequestrano due sculture in mostra a Siracusa: sono false

Ennesima grana ai danni di “Sicilia Musei”, cui il Comune ha affidato una serie di importanti eventi e mostre d’arte, tra cui “Ciclopica - from Rodin to Giacometti”. Ed in tanti ora chiedono la testa dell'assessore alla cultura, Fabio Granata

(31 maggio 2019)

La notizia si era diffusa ieri pomeriggio assumendo, con il passare delle ore e dopo la conferma delle forze dell’ordine, la connotazione di un’ennesima grana ai danni di “Sicilia Musei”, l’associazione presieduta da Gianni Filippini e presente nel siracusano con un serie di importanti mostre d’arte, tra cui l’esposizione dal titolo “Ciclopica – from Rodin to Giacometti”, allestita nei locali dell’Ex Convento di S. Francesco a Siracusa. Qui ieri è scattato il blitz dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Siracusa che, in collaborazione con i colleghi del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale di Roma, hanno sequestrato 2 sculture, attribuite al Maestro Alberto Giacometti, rappresentante del movimento surrealista del XX secolo. Secondo quanto accertato dai Carabinieri, e approfondito attraverso l’ausilio degli archivi della “Fondazione Giacometti”, con sede a Parigi, sarebbero stati accertati “inequivocabili indizi sulla presunta falsità di due opere di arte contemporanea esposte“. Si tratta delle sculture in bronzo, “Nudo in piedi” e “Donna che cammina”, in entrambi i casi risultate agli accertamenti dei militari “copie illegali con firma falsificata, non corrispondenti a quelle presenti nelle edizioni autorizzate“. Le sculture sequestrate sono state affidate in custodia giudiziale presso l’area espositiva, a disposizione della Procura della Repubblica che dovrà valutare quanto emerso dalle indagini effettuate dai Carabinieri. Nel frattempo, all’esterno dei locali espositivi Sicilia Musei, si è provveduto a fermare la mostra apponendo un cartello con la scritta indicante la chiusura temporanea per un’ipotetica manutenzione.

Gesto che non è passato inosservato, suscitando curiosità e non pochi malumori in chi da tempo aveva sollevato interrogativi non soltanto sulla gestione delle mostre realizzate da Sicilia Musei (vedi la polemica legata all’esposizione, presso i locali della Soprintendenza, del famoso quadro di Caravaggio, “La Crocifissione di S.Andrea” presunto falso attribuito al maestro Merisi), ma anche, nel caso specifico, sulla mostra “Ciclopica” e sulla gestione del sito che la ospita, l’ex Convento di S. Francesco, dato in concessione per tre anni dal Comune di Siracusa alla Società siciliana per la realizzazione di importanti eventi internazionali. Sulla questione si era pronunciato pure il consiglio comunale di Siracusa, che recentemente aveva votato quasi all’unanimità una mozione per la revoca della concessione del Sito a Sicilia Musei perché la stessa sarebbe stata data senza “evidenza pubblica”, e all’interno del quale adesso si fa avanti ancora una volta parte dell’opposizione, chiedendo spiegazioni a Sindaco e Giunta in merito all’ennesima situazione poco chiara legata alla gestione di Sicilia Musei.

Ad incalzare l’Amministrazione è il il capogruppo di Progetto Siracusa, Ezechia Paolo Reale che, in merito alla questione del Blitz dei Carabinieri sulle false sculture attribuite all’artista Giacometti, chiede le immediate dimissioni dell’assessore comunale alla cultura, Fabio Granata, aggiungendo che i consiglieri Comunali del Gruppo non parteciperanno a lavori di Commissione nei quali sarà prevista l’audizione dell’assessore Granata. “Progetto Siracusa – dichiara Reale – non entra nel merito delle accuse che hanno portato al sequestro di due delle opere in esposizione, che saranno accertate nelle sedi giudiziarie competenti, e che, se vere (e ci si augura di no, per amor di patria) dovrebbero portare alle dimissioni del Sindaco, unico atto possibile dopo il rifiuto di revocare il protocollo d’intesa/convenzione, nonostante il voto unanime del Consiglio Comunale, Progetto Siracusa non accetta la menzogna verso la città di aver chiuso in fretta e furia la mostra con un cartello che intendeva far credere che fosse necessario procedere a lavori di manutenzione. La responsabilità politica di tale menzogna, – conclude Reale – ricade interamente sulla giunta municipale ed in particolare sull’assessore Granata che mai avrebbe dovuto consentire di ingannare in tal modo la città esponendola ad una perdita di immagine“.

A simili conclusione giunge anche il gruppo di Amo Siracusa che sottolinea il possibile danno d’immagine alla città a causa dei ripetuti episodi aventi per oggetto le esposizioni di Sicilia Musei. “Ci auguriamo, – dichiara – che abbia corso una verifica anche più ampia da parte del nucleo dei Carabinieri che sovrintende alla Tutela del Patrimonio Culturale su tutte le opere che in questo momento sono esposte nel nostro territorio. Nelle more, è intenzione del gruppo consiliare “Amo Siracusa” non partecipare alla seduta di lunedì mattina in cui la seconda commissione consiliare aveva messo in calendario l’audizione dell’assessore alla cultura e ribadire che l’indirizzo del Consiglio comunale è quello di revocare in autotutela la delibera di Giunta di affidamento dell’ex convento di San Francesco d’Assisi.” Rincara la dose il consigliere Pippo Impallomeni che dice: “Considerando l’importanza dei nomi presenti nelle mostre organizzate da “Sicilia Musei”, ci si augura che si faccia anche una verifica in tutti i siti e ci si chiede se le dimissioni dell’Assessore Granata non possano essere una tutela dell’intera Aministrazione di Siracusa.

L’Ente di piazza Duomo dal canto suo risponde in forma ufficiale con le dichiarazioni del sindaco Francesco Italia che, sulla vicenda, si augura venga fatta piena luce e dalle pagine di un quotidiano si dichiara pronto a costituirsi parte civile se si presenteranno le condizioni. In forma non ufficiale arriva, invece, la replica dell’assessore Granata affidata al suo profilo Facebook dove si legge, in risposta alle accuse mossegli dalle opposizioni, una laconica citazione di Nietzsche: “Io amo i coraggiosi: ma non basta essere bravi guerrieri, si deve anche sapere chi colpire. E spesso c’è maggior coraggio nel trattenersi e passare oltre: per risparmiarsi e colpire il nemico più degno.

Nadia Germano Bramante

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