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Siracusa: se sui pazienti ricoverati cadono i calcinacci dal soffitto…

Tragedia sfiorata domenica mattina nel reparto di medicina dell'ospedale Umberto I di Siracusa. Ferite in modo non grave due persone, ma un episodio del genere è semplicemente inconcepibile, e in città si scatena il dibattito

(7 maggio 2019)

La costruzione del nuovo ospedale a Siracusa? Se non ora, quando?! Alla domanda che ricorda in parte il titolo di un celebre romanzo di Primo Levi sembra adattarsi perfettamente quanto accaduto domenica mattina all’Ospedale Umberto I di Siracusa dove un improvviso distacco di parte dell’intonaco del soffitto di una stanza di degenza del reparto di Medicina ha provocato il ferimento di due pazienti ricoverati. I due, che al momento del crollo si trovavano in camera, sono stati immediatamente medicati e sottoposti ad accertamenti radiologici che hanno escluso la presenza di lesioni traumatiche. Sul posto sono intervenuti, oltre ai tecnici reperibili dell’Azienda per gli accertamenti tecnici del caso, in tutto il reparto e nelle aree limitrofe a garanzia della sicurezza dei pazienti, anche i vigili del fuoco e i carabinieri. Questi ultimi hanno stilato una relazione che, corredata da foto, è stata consegnata al procuratore aggiunto Fabio Scavone, il quale, anche sulla base delle valutazioni dei vigili del fuoco, valuterà se esistono gli estremi per l’apertura di un fascicolo sul caso.

Giovanni Cafeo

Secondo quanto riscontrato dai tecnici, l’episodio sembrerebbe localizzato e dovuto probabilmente ad una precedente infiltrazione d’acqua non visibile, che avrebbe causato il distacco di parte dell’intonaco e frammenti di laterizi finiti per terra ed in parte sui letti dei pazienti. Sulla questione si sono registrate diverse reazioni, noi abbiamo sentito il deputato regionale siracusano Giovanni Cafeo: “Innanzitutto ringraziamo il cielo che non sia successo nulla di irreparabile ai due feriti, questo è il primo dato. Mi sono sentito con il direttore generale e il direttore amministrativo dell’ospedale, per quello che mi dicono non c’era stato alcun segnale nel reparto, in ogni caso sono stati già presi provvedimenti per mettere in sicurezza la parte interessata e controllare l’intero piano dove si trova il reparto in questione. Purtroppo – continua Cafeo a Ialmo – non dobbiamo dimenticare che questo è il frutto degli errori fatti in passato, perché di certo Siracusa non merita un ospedale come questo. In questo senso, non c’è dubbio che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità, certamente non possiamo più perdere tempo”. 

Quale sarà il prossimo passo, adesso, a suo parere? 

Appena il sindaco Francesco Italia sarà nuovamente in sede solleciterò, anche se sono convinto che non ce ne sarà bisogno. Ci sarà un incontro con il presidente Musumeci per esaminare la perizia, e in quella sede ognuno dovrà assumersi la propria responsabilità perché il percorso per la realizzazione del nuovo ospedale, come ha spiegato l’assessore Razza, può durare da tre mesi a tre anni, tutto dipenderà dalle scelte del Consiglio comunale. Ho apprezzato che sia il presidente della Regione sia l’assessore Razza abbiano supplito ad un tilt in cui è finita la politica siracusana che dura da troppo tempo. 

Quindi adesso la palla passa a Siracusa? 

Certo, il consiglio comunale deve decidere al più presto sulla base di quella relazione, non è un atto per sostituirsi al civico consesso, ma per far si che tutti insieme si possa finalmente uscire da una logica di contrapposizione. La Regione e l’Asp hanno fatto il proprio facendo un relazione, noi come cittadinanza abbiamo il dovere di sciogliere il nodo, ne abbiamo l’obbligo morale, tutti, me compreso. Dobbiamo sederci attorno ad un tavolo e trovare una posizione comune, costruttiva e veloce, perché non possiamo fare politica sulla pelle della persone. 

Parliamo principalmente della questione della sede del nuovo ospedale?

Nella relazione sono messe a confronto quattro diverse zone, sfido chiunque a non trovare oggettivamente un punto d’accordo su 4 proposte diverse. Non possiamo realizzare un ospedale di secondo livello se non troviamo una sede appropriata e, allo stesso tempo, non possiamo chiedere qualcosa alla Regione se non troviamo insieme un accordo: quello che conta sono i risultati non chi ha torto o chi ha ragione.

Intanto sulla questione 17 consiglieri comunali con in testa il presidente della quinta Commissione consiliare, Salvatore Castagnino, hanno chiesto un’audizione urgente al direttore generale dell’Asp 8, Salvo Ficarra per sapere quali azioni intenda attivare l’azienda per evitare il ripetersi di tali eventi. Parliamo, lo ricordiamo, di una struttura vetusta ed obsoleta che da tempo avrebbe dovuto essere dismessa e sostituita da un nuovo e moderno nosocomio. Un tema che da anni tiene banco in città e nelle sedi istituzionali, regionale e nazionale, sul quale però, come abbiamo visto, non c’è davvero più tempo da perdere in discussioni. Nel frattempo, a concordare con l’on. Cafeo sulla necessità di giungere ad una decisione comune ed in tempi brevi, anche i deputati regionali del M5S, Giorgio Pasqua e Stefano Zito.

Giorgio Pasqua

Ci sarebbero potute essere conseguenze più gravi, è andata bene ma non bisogna dimenticare quest’episodio” commentano. “Da anni – afferma Giorgio Pasqua, componente della commissione salute dell’Ars – si discute del nuovo ospedale, e non mancano nemmeno i soldi. Ero presente, l’anno scorso, alla consegna, da parte del Ministro della Salute Giulia Grillo, all’assessore regionale Razza, del decreto di assegnazione dei 120 milioni di euro per la realizzazione della nuova struttura, eppure, ad un anno di distanza, ancora si disquisisce sul dove farlo, alla Pizzuta , dove lo spazio è però insufficiente, vicino allo svincolo autostradale o altrove. Basta, si prenda una decisione al più presto. Domani chiederò all’assessore Razza, che incontrerò in commissione, che sulla vicenda si dia una brusca accelerata, magari valutando l’idea di convocare una conferenza di servizi sul tema per capire qual è lo stato dell’arte e proporre soluzioni contestuali per dare il là al nuovo ospedale”.

Stefano Zito

Gli fa eco Stefano Zito che, nel merito dell’ubicazione della nuova struttura, dice: “L’Asp renda pubblica la relazione fatta dal tecnico incaricato sull’area da destinare all’ospedale e la trasmetta al consiglio comunale e all’assessore. Non possiamo più permetterci la perdita di altro tempo”. Dunque, occhi puntati sulla relazione stilata dal tecnico incaricato dall’Asp di Siracusa, Giuseppe Pellitteri, ordinario di progettazione architettonica ed urbana dell’Università di Palermo. Portato a compimento lo studio sulla fattibilità tecnica e su quella economica, potranno essere avviate le procedure per l’affidamento della progettazione definitiva. Sarà la volta buona?

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 11.15

A seguito del crollo domenica scorsa di una porzione del soffitto di una stanza di degenza del reparto di Medicina generale dell’ospedale Umberto I che ha provocato il ferimento, fortunatamente lieve, di due pazienti, la direzione strategica aziendale ha disposto la verifica straordinaria di tutti i solai della struttura ospedaliera. Intanto, per completare le verifiche al solaio del reparto di Medicina e provvedere ai lavori di ripristino del soffitto danneggiato, al fine di evitare disagi ai pazienti ricoverati, il reparto di Chirurgia vascolare sarà temporaneamente accorpato al reparto di Urologia per ospitare, per il tempo dei lavori, i posti letto di Medicina.

In serata il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra, accompagnato dal direttore del Dipartimento Assistenza Distrettuale, Anselmo Madeddu, dal direttore medico di presidio Giuseppe D’Aquila e dal primario del reparto Michele Stornello, si è recato in visita ai due feriti per accertarsi delle loro condizioni di salute e, dopo averne ascoltato il racconto, nel manifestare profondo dispiacere per quanto accaduto, si è complimentato con uno di loro per la prontezza di spirito che lo ha indotto repentinamente nell’attimo dell’accaduto ad allertare il suo compagno di stanza, riuscendo a scongiurare che potessero subire entrambi danni maggiori.

Nadia Germano Bramante

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