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Patrizia tra i nuovi talenti di Corleone: “Quando si paga per colpe commesse da altri”

Storia di una ragazza che vive intensamente la sua vita, oltre gli ostacoli di una malattia genetica

(18 novembre 2019)

A cura di Irene Milone

“Secondo la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche ogni scelta che compiamo continuerà a vivere oltre le nostre vite, lasciando un segno indelebile nell’universo e nelle esistenze degli altri. Così era stato per quella operata dalla Signora che viveva nella villa vicino al mare. La sua scelta aveva lasciato un segno profondo e atroce nella vita della ragazza che, adesso, era seduta di fronte a lei”. 

Questo è l’incipit del nuovo romanzo di Patrizia Gariffo, dal titolo “Ogni cosa torna” e racconta una storia in cui “ogni personaggio paga per una colpa antica o un’azione commessa da altri”. L’autrice, raccontandola, ha voluto esprimere una convinzione che ha sempre avuto e che negli anni ha maturato: quella che ogni condotta assunta durante la propria esistenza coinvolge chi ci è vicino, a volte felicemente, altre tragicamente. Nella vita ogni decisione presa, ogni azione svolta, ogni comportamento e stile di vita portati avanti lasciano un segno indelebile in noi e negli altri. Infatti ritengo che la mia vita e quella delle persone che mi circondano sarebbe stata molto diversa se avessi avuto un’altra visione, un’altra prospettiva e avessi compiuto altre scelte.

Patrizia è di Corleone, paese conosciuto in tutto il mondo solo per la mafia, purtroppo. Ha una malattia genetica che si chiama SMA II che indebolisce progressivamente i muscoli. Se Patrizia non avesse avuto una buona dose di forza, determinazione, speranza, ironia e autoironia e ultimo, ma non per ultimo, il sostegno di famiglia e amici, la sua non sarebbe stata vita, ma semplice sopravvivenza. Per questo motivo ritiene che tutto nella vita torni e condizioni ciò che saremo per noi, ma anche per gli altri. Convivere con una disabilità non è facile e chi ce l’ha non è un eroe, ma una persona normale che cerca di non sciupare neanche un secondo della propria vita, proprio come dovrebbero fare tutti. Patrizia ha cercato di fare questo: ha studiato, si è laureata in Lettere classiche con il massimo dei voti, è diventata giornalista e ha scritto due romanzi. Una ragazza davvero speciale, ma che sa anche divertirsi, come lei stessa dice. Da due anni e mezzo cura una rubrica su “Repubblica – Palermo” in cui si occupa di disabilità, si chiama “Ci vuole abilità” ed è nata come una scommessa vinta dal giornale che ha creduto in lei in ogni momento.

Tutto ciò che è accaduto nella sua vita, almeno fine a questo momento, la convince sempre di più del fatto che “ogni cosa torna, perché siamo e doniamo ciò che abbiamo seminato e operato, nel bene e nel male”. 

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