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I buoni spesa? Voto di scambio a spese dello Stato. Togliete ai sindaci quei 400 milioni!

Mariano Ferro, leader de “I Forconi’, lancia l’allarme: lista degli amici e accordi tra sindaci e supermercati. Non erano meglio la Protezione civile o la Caritas?

(31 marzo 2020)

I 400 milioni destinati alle spese alimentari dei più bisognosi hanno scatenato reazioni di ogni tipo: sono pochi? Certo, ma cosa impedisce di ripristinare la misura appena necessario? Ma i dubbi che suscitano maggiore allarme attengono al chi debba decidere se e quanto dare a chi.

La scelta di mettere questi soldi, cash, nelle mani dei sindaci non sembra felice.

Chi sono i sindaci? Persone che, come tutte, possono avere le più svariate qualità etiche e morali. E di La Pira in giro francamente non se ne vedono.

Intorno a loro poi, anche nel caso dei migliori che ci passa il convento, ci sono il ceto burocratico quasi sempre legato da rapporti di fiducia e fedeltà (spesso fino alla complicità) e il ceto politico che a suo tempo sostenne le liste facendo guadagnare a quei sindaci l’elezione, con tutto il corollario di voto spesso poco libero, se non di scambio. Ma, veramente, non c’era di meglio che affidarsi ai sindaci?

A lanciare il problema è Mariano Ferro, leader dei Forconi il quale chiede ai prefetti di “bloccare i contributi inviati dal governo ai comuni per gli aiuti alle famiglie bisognose. Si sente già parlare di accordi tra sindaci e supermercati, di elenchi di elettori, di liste degli amici, tutte pratiche che in Sicilia sanno tutti come funzionano e che poco hanno a che fare con la carità trasparente. Con le borse della spesa abbiamo sempre alimentato il voto di scambio, con la differenza che in altre situazioni elettorali pagava il candidato ed ora paga lo Stato. Uno schifo che nessuna istituzione pubblica può consentire. Esiste la Protezione civile in tutti i comuni, la Caritas, le chiese, le Associazioni di volontariato, si può distribuire in mille modi, si possono fare buoni spesa con il vantaggio che ogni assegnatario compra dove gli pare. Gli aiuti devono essere dati e anche al più presto ma una cosa non puó e non deve essere fatta : lo sdoganamento del voto di scambio”.

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