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Al Teatro Greco debutta la Lisistrata di Solenghi: risate, applausi e riflessione per un testo eterno

Si può parlare di rivoluzione, seppur rispettando la commedia classica e il maestro Aristofane, quella messa in atto da Solenghi, che ha chiamato in scena un eclettico Massimo Lopez nei panni di un’improbabile ma splendida “Pedasta”

(29 giugno 2019)

Gli uomini fanno la guerra, gestiscono il denaro pubblico e l’amministrazione delle città, sono loro a detenere il potere nella Grecia di Aristofane dove le donne, mogli e madri, attendono a casa obbedienti e virtuose il ritorno dei propri compagni e figli. Molti moriranno battaglia e non faranno mai più ritorno a casa; altri torneranno, dopo anni di lontananza, reclamando il loro ruolo di padroni incontrastati della società. È lo spaccato di una società arcaica, ma che non disdegna, a tratti, la similitudine con certi elementi che caratterizzano la società attuale, proprio quella raccontata dai classici greci che in Lisistrata di Aristofane, in prima ieri sera al Teatro greco di Siracusa trova la sua migliore rappresentazione tra risate e momenti di riflessione. Si perché nella messa in scena di Tullio Solenghi si ride e anche tanto, nel pieno rispetto della commedia classica e del maestro Aristofane. La verve degli attori e la tempistica nella successione delle scene sono, senza alcun dubbio, quelle tipiche dell’esilarante “TRIO”, tanto che in certi frangenti è come se da un momento all’altro si vedesse comparire sulla scena l’indimenticata Anna Marchesini, con uno dei suoi incredibili personaggi. Stavolta però, padrona della scena è una splendida Elisabetta Pozzi. La sua Lisistrata cattura il pubblico e lo trascina dalla prima all’ultima battuta, e lo fa sempre con intelligenza e mestiere. La sua è la voce di rivalsa delle donne relegate ai margini della società, di coloro che smettono di sottomettersi e prendono in mano la propria vita perché altrimenti nessuno lo farà per loro. Al destino ineluttabile che le vuole mogli e madri docili e sottomesse, le donne di Lisistrata dicono un sonoro NO e si ribellano con due delle armi più efficaci mai esistite nella storia: il doppio ricatto del denaro e del rifiuto di fare sesso.

Un piano molto ben congegnato che, alla fine, darà i suoi frutti regalando alle donne “ribelli” non soltanto la vittoria sui mariti riluttanti, ma anche e soprattutto la consapevolezza che non solo hanno diritto a pari dignità ed opportunità ma che, al pari della controparte maschile, la società in cui vivono sono anche in grado di guidarla e renderla migliore. Se poi questa società è divenuta così arida, malata e indifferente da essere pronta sempre e comunque a chiudere le porte e i porti.. in faccia al diverso allora la ribellione delle donne diventa ancora più urgente. Secondo il regista ed attore Tullio Solenghi, “Lisistrata è la prima vera eroina dell’emancipazione femminile, lo testimonia l’occupazione dell’Acropoli da parte da parte delle donne, atta a confiscare i mezzi finanziari per proseguire la guerra, ma che di riflesso ci mostra un primo intrepido esempio di governo al femminile. Lisistrata è grande anche e soprattutto per questo,continua Solenghiperché con la sua geniale risoluzione riesce a sovvertire, pur se temporaneamente, questo rigido establishment esibendo per la prima volta una sorta di salutare universo capovolto”. E se parliamo di rivoluzione Solenghi, ne è un esperto e lo dimostra chiamando in scena un eclettico Massimo Lopez nei panni di un’improbabile ma splendida “Pedasta”, quasi una novella Osiris che con pennacchi e lustrini e la celeberrima “my way” di Sinatra cattura il pubblico sino all’ultima nota. A chiudere il cerchio il monologo finale di Lisistrata-Pozzi che ci regala una amara ma doverosa riflessione. Quanto dolore ci portano i conflitti sulla terrà? Tanto, troppo da sopportare per le madri che piangono i figli persi in battaglie inutili e crudeli, foriere solo di sventure e sempre pronte a reclamare il proprio tributo di sangue siano esse soldati o vittime collaterali.

Il risultato di questa analisi sono i dieci minuti di applausi e l’ora e quaranta minuti di risate che il folto pubblico, presente ieri sera al Teatro Greco di Siracusa, tributa al debutto di Lisistrata, terza e fortunata produzione della Fondazione Inda per la Stagione 2019. Nel cast della commedia oltre a Solenghi che interpreta Cinesia, Elisabetta Pozzi – Lisistrata e Massimo Lopez-Pedasta anche Federica Carruba Toscano (Cleonice), Giovanna Di Rauso (Mirrina), Viola Marietti (Lampitò), Vittorio Viviani (Dracete), Totò Onnis (Strimodoro), Mimmo Mancini (Filurgo), Tiziana Schiavarelli (Stratillide), Simonetta Cartia (Nicodice), Silvia Salvatori (Calice), Federico Vanni (il commissario), Margherita Carducci (una donna corinzia), Giulia Messina (una donna beota), Roberto Alinghieri (Didascalio) Giuliano Chiarello (ambasciatore spartano insieme a Gabriele Manfredi e Roberto Mulia), Franco Mirabella che oltre a essere l’interprete dell’oracolo e uno degli ambasciatori ateniesi insieme a Riccardo Livermore e Andrea Di Falco). In scena anche gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico, sia della sezione Giusto Monaco che della Fernando Balestra. La traduzione del testo di Aristofane è di Giulio Guidorizzi, le scene e i costumi di Andrea Viotti, le coreografie di Paola Maffioletti, light designer è Pietro Sperduti, Marcello Cotugno è collaboratore alla regia e curatore musicale. La commedia sarà allestita anche al Curium ancient theatre di Cipro, il 12 e 13 luglio, nell’ambito dell’International Festival of Ancient Greek Drama.

Nadia Germano Bramante

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