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L’omicidio del piccolo Loris, ecco perché è stata confermata la condanna a 30 anni per la Panarello

Rese note le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Appello di Catania che ricalca quasi fedelmente quella di primo grado, emessa dal Gup di Ragusa

(7 gennaio 2018)

Sono state depositate e rese note le motivazioni la sentenza con la quale la Corte d’Assise di Appello di Catania ha confermato la condanna a 30 anni per Veronica Panarello, riconosciuta colpevole dell’omicidio del figlio Loris Stival, 8 anni, assassinato il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina.

Nei fascicoli di legge di una “omicida lucida e spietata”, oltre che “bugiarda”. In sostanza, ricalcando la sentenza di primo grado emessa dal Gup di Ragusa, i giudici sono stati concordi nel ritenere che la donna abbia agito “scientemente e lucidamente, senza esitazioni di sorta, per sopprimere quella giovanissima vita da lei generata, dimostrando l’assenza di qualsivoglia forma di resipiscenza subito dopo la commissione dell’orribile crimine, omettendo di attivarsi in qualche modo per salvare il figlio che era ancora in fase agonica, chiamando i soccorsi o invocando l’aiuto di altre persone”.

Il movente sarebbe da ricondurre a “nodi conflittuali nella sfera familiare ed alle conseguenti sensazioni di profonda angoscia e d’ansia della Panarello, che hanno agito come una miccia, innescando nella donna una fortissima rabbia in relazione ad un comportamento di Loris, avvertito come pericoloso o troppo fastidioso, tale da scatenarle l’impulso di metterlo a tacere”.

Il legale della donna, Francesco Villardita, ha già fatto sapere che presenterà ricorso in Cassazione.

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