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Il fermento innovativo della Sicilia

L'assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano parla di fondi europei, zone economiche speciali e made in Italy

Uno degli aspetti più rilevanti nell’agenda dell’assessorato regionale alle Attività Produttive è la spesa dei fondi regionali. Al suo arrivo, l’assessore Mimmo Turano non aveva trovato nessuna impresa finanziata ed è subito nata l’esigenza di rimboccarsi le maniche e di cercare piena collaborazione con il mondo imprenditoriale. Uno solo l’obiettivo: spendere subito e bene. Una sfida difficile ma non impossibile anche in considerazione del fatto che la Sicilia ha un obiettivo di 758 milioni da certificare e, partendo da zero, c’è tanta strada da fare.

Che Assessorato ha trovato quando si è insediato?

“In questi mesi mi sono preoccupato soprattutto di far uscire questo assessorato dal porto delle nebbie. Non ho trovato né una struttura malata né una struttura complice ma un dipartimento sano, forte, credibile. È un assessorato che se funziona bene può determinare la crescita economica della Sicilia”.

A distanza di alcuni mesi dall’insediamento della cabina di regia che predisporrà il Piano di sviluppo strategico propedeutico sulle Zone economiche speciali, qual è lo stato di avanzamento e quali sono stati gli investimenti?

“Siamo in una fase cruciale. Nell’ultima cabina di regia abbiamo previsto un crono-programma serrato che per il mese di settembre prevede l’acquisizione della sintesi dei Piani operativi triennali dei traffici marittimi elaborati dalle Autorità portuali di Palermo e Augusta, e anche dal Porto di Messina,che ha già manifestato il proprio interesse a partecipare a una delle due Zone economiche istituite in Sicilia. A partire dal 20 settembre, invece, sarà la Regione a fare sintesi, avviando la consultazione con le Città metropolitane, i Comuni, gli stakeholders e le parti datoriali e sindacali, in un processo di individuazione delle aree condiviso e partecipato con i territori. Quest’attività dovrà essere terminata entro la metà di ottobre per essere pronti ad avanzare la richiesta di istituzione delle Zes al Consiglio dei ministri”.

Quali sono gli obiettivi e le strategie in relazioni ai Fondi Europei?

“Quando mi sono insediato c’erano zero imprese finanziate quindi in questi mesi ci siamo impegnati a sostenere uno sprint deciso con la collaborazione fondamentale delle imprese. L’obiettivo è chiaramente spendere ma è necessario a livello strategico spendere bene soprattutto seguendo le indicazioni che vengono dal tessuto imprenditoriale e dal territorio. Complessivamente la Sicilia ha un obiettivo di 758 milioni da certificare, ed essendo partiti da zero si tratta di una sfida ardua da sostenere. È una scommessa che si può sostenere solo con lo sforzo profuso dalla struttura regionale e la fondamentale collaborazione delle imprese”.

In foto l’assessore Turano insieme al presidente della Regione, Nello Musumeci

Facciamo il punto, quindi, sullo stato di avanzamento della spesa sui Fondi Regionali?

“Per quanto riguarda il mio dipartimento rimodulando la spesa alla fine dell’anno arriveremo a finanziare circa 1000 imprese. In alcune misure abbiamo rimodulato in aumento la spesa secondo il parametro del gradimento degli imprenditori. Ad esempio la misura in favore delle imprese in fase di avviamento che inizialmente era dotata di 30 milioni e che ha visto 1169 istanze presentate è stata incrementata di ulteriori 100 mila euro. Ancora la misura che riguarda la competitività delle Pmi che in partenza aveva 70 milioni di euro e per la quale sono state presentate 547 istanze, è stata incrementata di 50 milioni di euro. L’obiettivo è finanziare più imprese possibile nelle azioni che presentano più istanze”.

Quante sono state le start-up innovative finanziate? Possiamo raccontare qualche esempio di best practice?

“Con le azioni in campo credo si potrà arrivare a finanziare fino a 400 start-up. La Sicilia è una regione che ha un grande fermento innovativo e non voglio far torto a nessuno facendo uno o due nomi. Voglio però sottolineare che anche su questo tema abbiamo cambiato passo. Lo scorso 20 luglio abbiamo realizzato a Palermo un evento per presentare quanto fatto in tema di innovazione e per annunciare un nuovo bando. Si è trattato di un momento importante che rappresenta un’inversione di tendenza nel metodo ma direi anche culturale: prima di pubblicare un bando abbiamo deciso di convocare e ascoltare gli innovatori siciliani. È la prima volta che accade una cosa di questo tipo, ma siamo totalmente convinti della bontà di questa scelta perché la Regione deve essere innovativa anche nei metodi e nelle scelte”.

Il made in Sicily è sbarcato su amazon. Quanti sono, adesso, i marchi presenti?

“Si tratta di un’iniziativa di cui sono particolarmente orgoglioso. Abbiamo fatto sbarcare la Sicilia in una sezione dedicata alle eccellenze italiane che ha registrato una crescita delle vendite del 300% anno su anno e che ha a disposizione 300 milioni di account di utenti attivi in tutto il mondo. Adesso siamo in attesa di un report di Amazon sui primi mesi di attività ma è già possibile vedere nel portale Sicilia tante aziende siciliane che stanno vendendo le nostre eccellenze, dal vino al cioccolato, dalle ceramiche ai gioielli. L’e-commerce è una straordinaria opportunità, ma anche un percorso ormai obbligato per una regione come la nostra che vanta eccellenze nei settori del food e dell’artigianato note in tutto il mondo. Lo sbarco dei prodotti siciliani sulla vetrina del Made in Italy di Amazon è il primo passo di un progetto ambizioso di rilancio del brand Sicilia e di promozione del territorio, un progetto che vuole coniugare tradizione, innovazione e sviluppo”.

E per finire come sono i rapporti con sindacati come Cisl, Faib Confesercenti e Figisc Confcommercio?

“I rapporti per natura sono altalenanti, ci sono alti e bassi. In questi mesi però mi sono preoccupato di trasmettere a tutte le associazioni di categoria l’idea che è necessario un confronto serrato con la politica, un confronto al quale forse le associazioni non erano più abituate. Non si tratta di un atto di prevaricazione ma di un modo di restituire dignità e ruolo alla politica. Politica e associazioni non hanno bisogno di promiscuità ma di chiarezza d’identità e di dialettica serrata. Sono questi gli ingredienti per produrre qualcosa di buono per questa terra”.

Cristina Lombardo

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