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Duemila Ragusa, Veronica Pivetti ha chiuso la stagione di Teatro in Primo Piano

È stata la stagione, dopo gli anni della pandemia, della ripartenza

(Duemila Ragusa, Veronica Pivetti ha chiuso la stagione di Teatro in Primo Piano)

Una black story musicale che racconta le vicissitudini di Jenny, Nino e Micky, con il supporto delle musiche di Alessandro Nidi. Il risultato fa pensare immediatamente ad un genere teatrale musicale in voga dal diciottesimo secolo: il pastiche. Si trattava di un canovaccio, spesso debole drammaturgicamente, che univa, attraverso una trama amena e generalmente comica, una sequenza di brani musicali famosi. Normalmente erano i cavalli di battaglia degli interpreti, il più delle volte grandi nomi del palcoscenico che stavano avviandosi sulla via del tramonto. Il paragone turba pensando alle possibilità degli interpreti, ma è inevitabile. La trama è esilissima, la storia abbastanza inconsistente ed il lavoro regge sulla bravura dei tre interpreti, che fanno sfoggio delle loro doti. Teatro d’evasione puro, quindi, caratterizzato dalla scelta di non trasmettere contenuti e contemporaneamente di giocare con le citazioni. Immediato, tanto per fare qualche esempio, il rimando a Milva dell’’Opera da tre Soldi’ nell’allestimento di Strehler, a ‘Cabaret’, a ‘The Rocky Horror Picture Show’, il profumo di certi film di Capra, cui si aggiungono una lunga serie di riferimenti, che sul piano musicale si fanno ancora più arditi, giungendo fino ad un connubio, sfrontato e volutamente grottesco, fra i Queen e la Traviata e la chiusura, neanche tanto ad effetto, con un mix fra I will survive, tradotta in italiano e ‘Bad’.

Questi alcuni degli elementi caratterizzanti di “Stanno sparando sulla nostra canzone” che Veronica Pivetti ha portato in scena venerdì sera al Duemila di Ragusa chiudendo, di fatto, la stagione di Teatro in Primo Piano promossa da Ac eventi srl. Era la stagione, dopo gli anni della pandemia, della ripartenza. Stagione che ha regalato grosse soddisfazioni. Per tornare allo spettacolo di venerdì sera, la regia e l’ideazione scenica, di Gra&Mramor, sottolineano stereotipi ed autoreferenzialità, non chiedono a nessuno degli interpreti di giocare la carta della credibilità o dell’immedesimazione, arrivando forse a sfiorare la metateatralità. Un meritato plauso deve essere, invece, tributato ai costumi di Valter Azzini, di grande impatto e capaci di esaltare la fisicità elegante dei tre interpreti. Cristian Ruiz, attore con alle spalle una solida esperienza di musical, è il gangster Micky Malandrino jr. Balla con movenze feline, canta di tutto, da ‘Sex Bomb’ a ‘Diamonds are girl’s best friends’, con una certa uniformità, forzando sulla ottava bassa e cercando suoni gutturali che descrivano atmosfere da locali malfamati e situazioni torbide. Brian Boccuni è Nino Miseria. Fisico da statua greca, con torace giustamente esibito ripetutamente, si muove con movimenti atletici, sicuri e scattanti. Canta con misura, garbo e voce sicura. Certo il testo non lo aiuta ad uscire dai cliché e la distanza fra uomo e personaggio è sicuramente una scelta registica che non gratifica lo spessore dell’interprete. Quindi, c’è Veronica Pivetti che si muove bene, giocando al meglio le sue carte. Una figura elegante, qualche appropriata movenza coreografica che va a pescare nella memoria catodica collettiva; una recitazione distante, quasi che la sua Jenny Talento vivesse la vita in modo distratto, guardasse come in un altro recitare le sue giornate; canzoni interpretate con correttezza e alle volte con intensità, come nel caso del frammento di ‘Certe Notti’. Certo, procedendo per citazioni dotte, il suo è un ‘recitar cantando’ nel quale la prima delle due è la componente predominante. I tre interpreti hanno regalato alcuni bis musicali che si sono rivelati i momenti più suggestivi della serata.

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