Siti Archeologici
Agrigento

Valle dei Templi, Agrigento: Nel 1997 la Valle dei Templi è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Gli edifici sacri, disposti ad est per accogliere la luce del sole nascente, furono eretti nel corso del V secolo a.C. seguendo i dettami dello stile dorico. Il Tempio della Concordia nel VI secolo fu trasformato in una chiesa, mentre nel Tempio di Giunone, dedicato alla dea Hera Lacinia, protettrice del matrimonio e del parto, si svolgevano i riti nuziali. Il Tempio di Eracle è il più antico e conservava la statua bronzea dell’eroe. A Zeus Olimpico era invece dedicato il tempio eretto in onore della battaglia di Imera del 480 a.C., quando gli abitanti di Agrigento sconfissero i Cartaginesi. Il simbolo cittadino rimane tuttavia il Tempio di Castore e Polluce, che celebra i Dioscuri, ma riveste un ruolo di assoluto pregio anche il Tempio di Vulcano, che si lega alla leggenda del dio del fuoco che sotto l’Etna fabbricava i fulmini di Zeus aiutato dai Ciclopi. Il Tempio di Esculapio, infine, raccoglieva le suppliche dei malati iscritte sulle pareti. La piramidale Tomba di Terone ricorda invece i caduti nella Seconda Guerra Punica. Altro sito archeologico importante è la Rupe Atenea, il punto più alto dell’antica città di Akragas, dove sono stati rinvenuti resti di un frantoio ellenistico e dove è conservato uno dei numerosi templi delle divinità ctonie, oggi incorporato nella chiesetta medievale di San Biagio.

Cozzo Turco, Alessandria della Rocca: tutta la zona di Cozzo Turco è un’area di altissimo interesse archeologico. Gli studiosi hanno infatti individuato nell’area i resti di un insediamento romano di epoca imperiale-bizantina e alcuni reperti rinvenuti sul luogo confermerebbero che l’insediamento è databile tra i VI e il I secolo a.C. Nella stessa zona è inoltre presente una tomba a Tholos risalente all’VIII secolo a.C. Di grande importanza nel territorio di Alessandria della Rocca sono anche la Necropoli sicana “Gruttiddri”, in contrada Chinesi, e la Necropoli sicana “Lurdichedda”.

Necropoli Millaga, Bivona: in contrada Millaga sono stati trovati i resti di una Necropoli di incerta datazione. La maggior parte delle tombe sono scavate nella pietra calcarea e sono di varie dimensioni ma in questo sito sono pervenute anche tombe di diversa tipologia con la fossa scavata direttamente nel terreno. La datazione della Necropoli potrebbe risalire all’età romana grazie al rinvenimento di un puntale d’anfora di epoca imperiale.

Sito archeologico di Vito Soldano, Canicattì: a sei chilometri da Canicattì si sviluppa per ben 40 ettari il sito archeologico di Vito Soldano, uno dei pochi centri romano-bizantini individuati e dove sono affiorati nel tempo resti di città antiche. Nel sito sono stati ritrovati reperti appartenenti a diversi periodi storici, in particolare monete di altissimo valore storico e archeologico.

Eremo di Santa Croce, Casteltermini: sorge sulle pendici del Monte Pecoraro, tre chilometri ad ovest del centro abitato. All’interno dell’edificio è conservata una grande croce di legno (3,49 m di altezza e 2,5 m di apertura dei bracci) nota anche come Croce Paleocristiana. La Croce è stata datata al I secolo d.C. e sarebbe dunque la più antica croce lignea mai ritrovata. Secondo la leggenda la croce fu rinvenuta casualmente da alcuni pastori incuriositi dal comportamento di una mucca che per diversi giorni di seguito si sarebbe inginocchiata nello stesso punto: qui i pastori scavarono e rinvennero la croce.

Eraclea Minoa, Cattolica Eraclea: il sito archeologico sorge nel luogo dove secondo Erodoto fu fondata dai Selinuntini l’antica città greca di Minoa. Gli scavi archeologici vennero intrapresi in maniera sistematica a partire dal 1950. Di grande interesse sono il Teatro, costruito alla fine del V secolo a.C., il quartiere delle abitazioni ellenistiche e l’Antiquarium che raccoglie una selezione di reperti ceramici e statuette votive provenienti dall’abitato e dalla necropoli.

Grotta del Monte Cavallo, Cianciana: il sito archeologico della Grotta di Monte Cavallo comprende alcune delle più interessanti grotte del circondario in cui è stato ritrovato del vasellame risalente all’età del Rame e alla prima età del Bronzo. Ancora da segnalare i ritrovamenti in Contrada Cianciana e il sito archeologico Bissana dove sono stati ritrovati dei frammenti di ceramica di epoca romana e medioevale.

Necropoli paleocristiana di contrada Stefano, Favara: sito archeologico di grandissimo interesse che presenta testimonianze di vita risalenti alla prima età del bronzo e dal periodo romano-bizantino a quello normanno. Il sito comprende inoltre più di cento tombe scavate a cielo aperto nella roccia e risalenti ai secoli V e VI d.C.

Sito di contrada Caliata, Montevago: a partire dal 1988, grazie all’interessamento dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, l’area è stata oggetto di sistematici scavi grazie ai quali è stato possibile individuare i resti di un casale musulmano riferibile a tre distinte fasi. Ancora da segnalare a sud del paese di Montevago, e precisamente in contrada Mastragostino, i resti di una villa rustica romana risalente al II sec. a.C.

Catacombe paleocristiane, Naro: nei pressi di contrada Paradiso sono state ritrovate delle sepolture rurali a nicchia e arcosolio. La maggiore delle catacombe prende il nome di Grotta delle Meraviglie ed è lunga circa 20 metri. Altri siti archeologici di rilevanza nel territorio del comune sono quello di contrada Furore dove sono stati rinvenuti reperti risalenti all’età del rame e del bronzo e i ruderi del Castellaccio, un’antica fortezza edificata dai Sicani nel 1240 a.C. circa.

Cozzo Busonè, Raffadali: nel sito sono state individuate delle tombe a forno, a camera con oggetti di pietra e di ceramica e delle sepolture a grotticella di epoca eneolitica. Fra gli altri siti di interesse archeologico della zona ricordiamo: Monte Guastanella; Cozzo Pietrarossa; Colle di Palombara; Contrada Torrevecchia e Grotticelle dove è stato ritrovato il cosiddetto “sarcofago di Raffadali” di età romana e raffigurante del ratto di Proserpina.

Monte Saraceno, Ravanusa: di grande importanza il sito archeologico del Monte Saraceno che si estende per ben 15 ettari e che risulta essere stato abitato dai Sicani tra l’VIII e il VI secolo a.C. e successivamente dai Greci fino ai primi decenni del III secolo a.C. Oltre al villaggio vero e proprio, ai piedi della collina verso il fiume è stata individuata anche l’antica necropoli.

Villa romana di Realmonte, Realmonte: scoperta agli inizi del XX secolo ma risalente al I secolo d.C., la Villa si trova nella località marittima di Punta Piccola, a pochi chilometri dal centro abitato di Realmonte e dalla Scala dei Turchi. La struttura si compone dell’impluvium e di vari ambienti, alcuni con pavimento impermeabilizzato con marmi intarsiati e altri con mosaici policromi raffiguranti scene e divinità marine. All’interno della Villa è stato riscoperto anche un complesso termale che testimonia il benestante status economico dei suoi antichi proprietari.

Necropoli di Anguilla, Ribera: scoperta nel 1982 e probabilmente risalente alla media e tarda età del bronzo (XIII secolo a.C.), la Necropoli di Anguilla è costituita da tombe a grotticella artificiale e da tombe a camera. Alcune tombe sono precedute da un dromos, un lungo corridoio da dove si accedeva alla vera e propria tomba costituita da una o due camere con volta a cupola e con un gradino sul quale veniva adagiato il defunto e gli oggetti votivi.

Necropoli protostorica, Sant’Angelo Muxaro: di grande interesse archeologico è la Necropoli protostorica con le sue grandi tombe monumentali e ricche di corredi funebri. Tra le tombe spicca quella del Principe, composta da due camere circolari. Sant’Angelo avrebbe scelto questa tomba come rifugio per l’eremitaggio dopo averla liberata dal demonio ed è per questo che essa viene chiamata anche Tomba di Sant’Angelo. I molti reperti archeologici qui ritrovati qui sono oggi custoditi nei musei di Agrigento, Siracusa, Palermo e al British Museum di Londra.

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