Ialmo News

Dai cotton fioc alle sigarette. L’urlo delle spiagge siciliane

Il lavoro di Legambiente Sicilia sulle coste dell’Isola

Cotton fioc, buste, mozziconi di sigaretta, tappi e reti. Questa è solo una parte della moltitudine di rifiuti che si trovano sulle nostre spiagge, insieme a quelli che si trovano in mare destinati a diventare microplastiche. Risultato di una cattiva gestione nella raccolta e nello smaltimento, figlie di una cultura che sembra non pensare all’ambiente. Nel mare magnum della gestione dei rifiuti, quotidianamente, le associazioni ambientaliste fanno battaglie e propagande affinché si educhi al rispetto della natura. Legambiente è una di queste, e con la campagna Beach Litter 2018 ha fotografato oltre 400 mila metri quadri di spiagge italiane. In Sicilia sono 15 le spiagge monitorate su un totale di 59.250 metri quadri e 11.059 rifiuti raccolti e catalogati. Un’indagine che ha riacceso i riflettori su un tema difficile e controverso, e sul quale noi abbiamo sentito il Presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna. Con lui abbiamo fatto il punto sugli ultimi sviluppi, anche alla luce degli impegni del Governo regionale.

Come avete condotto queste analisi?

“Nell’ambito della campagna nazionale abbiamo monitorato e contato i rifiuti presenti nelle spiagge e nei litorali dell’Isola. Sono state circoscritte, per porzioni ovviamente, quindici spiagge siciliane e abbiamo raccolto e catalogati i rifiuti, dividendoli per tipologia come la plastica e il vetro. Un dato che emerge, ad esempio, è che tra i rifiuti di plastica al secondo posto troviamo i cotton fioc. Un risultato dal quale ha tratto spunto una delle nostre campagne che invita i cittadini a non buttare questo tipo di rifiuto nel water. Una campagna che ha raggiunto un risultato: dal primo gennaio del 2019, in base ad una direttiva del Parlamento italiano, saranno banditi i cotton fioc non biodegradabili. Ci tengo a sottolineare che, in questa direzione, il Governo italiano rappresenta una best practice a livello europeo. Siamo l’unico Paese ad avere una direttiva su questo tema. Un segnale che si accompagna a tanti altri gesti di buona volontà e di buone pratiche per contribuire a ridurre la presenza dei rifiuti a mare. Quella di cui stiamo parlando è una grandissima emergenza. Le plastiche diventano micro plastiche successivamente ingerite dai pesci per finire nei piatti dei consumatori”.

È dello scorso aprile un’ordinanza del sindaco del comune delle Isole Tremiti che vieta l’utilizzo delle stoviglie mono uso. Come si sta muovendo la Sicilia?

“In occasione della consegna delle cinque vele che Legambiente Sicilia e Touring club destinano alle migliori località balneari; abbiamo lanciato un messaggio ai sindaci delle isole minori e a quelli dei comuni ricadenti sul litorale. Il sindaco di Lampedusa è stato il primo a raccoglierlo, con un’ordinanza che scatta dal primo di settembre. Devo ammettere, a onor del vero, che anche il sindaco di Pantelleria si è mostrato sensibile e sono certo procederà con la medesima ordinanza”.

Il Presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna.

Chi sono gli attori di queste buone pratiche?

“Per cominciare bisogna, prima di tutto, indicare quali siano queste buone pratiche. Ne abbiamo già specificate due: l’utilizzo di cotton fioc biodegradabili e la messa al bando delle stoviglie mono uso. Penso anche ai mozziconi delle sigarette lasciati in spiaggia e alla modalità di smaltimento degli alimenti consumati a mare. Bisogna conferire questo tipo di rifiuti in cassonetti muniti di coperchio; spesso il vento li trascina via portandoli fino alla spiaggia o, ancora peggio, in acqua. Un quarto elemento determinante è la raccolta differenziata. Non è un problema di scarse risorse economiche ma di cultura. In questo senso, i pescatori potrebbero svolgere un ruolo molto importante. I comuni dovrebbero agevolarli e favorirli per portare i rifiuti a terra. Vivono a mare e di mare. Nelle loro reti restano intrappolate enormi quantità di rifiuti che sono costretti a rigettare in acqua. È già successo che qualche pescatore sia stato sanzionato per avere conferito a terra i rifiuti recuperati a mare. Chiediamo, a tal proposito, di promuovere un tavolo tecnico con il Dipartimento della Pesca della Regione. di tutte le Marinerie e le Associazioni di categorie dei pescatori, nonché delle Autorità Portuali proprio perché quando questi rifiuti giungono a terra è necessario organizzarsi per il prelievo e il conferimento ad altro sito. Sono convinto che un insieme di buone pratiche, insieme a una sinergia tra tutte le realtà coinvolte, possa far raggiungere risultati determinanti per dare impulso ad un razionale smaltimento dei rifiuti”.

I dati relativi alla campagna Beach Litter 2018 per la Sicilia.

Stiamo parlando, quindi, della raccolta differenziata. A che punto è la Sicilia?

“Nell’Isola non esiste la raccolta differenziata. Oltre l’ottanta per cento continua ad essere conferito nelle discariche. Colpa, soprattutto, delle quattro grandi città: Palermo, Catania, Messina e Siracusa dove non c’è la raccolta differenziata o ha delle percentuali da prefisso telefonico. Questo è il termometro del caos sulla gestione rifiuti che c’è in Sicilia. Ciò nonostante sembrerebbe che, da parte di questo Governo, arrivino dei segnali positivi volti ad una razionalizzazione e riorganizzazione sul tema dei rifiuti. Si ragiona sempre meno di come smaltire i rifiuti portandoli in discarica. A piccoli passi ci avviciniamo all’assioma che vuole come protagonista la raccolta differenziata. L’unico modo per realizzarla è il porta a porta. Per arrivare a questo risultato c’è bisogno, solo, degli impianti e non delle discariche. Impianti di trattamento di raccolta differenziata per la gestione dell’umido producendo biometano e composte per la campagna”.

Avete instaurato una interlocuzione con il Governo Musumeci?

“Una delle prime uscite pubbliche del Presidente è stata all’Eco Forum, organizzato a Palermo a novembre dello scorso anno. Una interlocuzione che continua ancora oggi e sembra, proprio, possa essere il grimaldello per scardinare quella vecchia cultura che voleva solo discariche. Ci muoveremo con tutti gli attori interessati al trattamento dei rifiuti per sensibilizzare i cittadini e spiegare loro che la distruzione non vuol dire incenerirli ma, terminata la raccolta differenziata, conferirli in impianti di nuova generazione  come quelli di digestione anaerobica. Qualche impianto c’è anche in Sicilia. Purtroppo abbiamo perso del tempo prezioso. Il Governo Crocetta-Marino ha trovato la programmazione svolta dal precedente Governo Lombardo e dalla gestione commissariale precedente per realizzare diciannove impianti per il trattamento dell’umido e ha deciso, in modo schizofrenico, di cancellare quella decisione e destinare quelle risorse per la costruzione di tre discariche: a Gela, a Messina e a Enna. Un’operazione politica, anche in questo caso schizofrenica, di chi da un lato si scagliava contro le discariche private e dall’altro ne realizzava delle altre pubbliche. Legambiente condanna questa politica. E allo steso modo, da sempre, è contraria alle discariche. Si è bloccata la legge 9 del 2010 e sostituita dalla legge 3 del 2013 che ha paralizzato l’intero sistema dei rifiuti in Sicilia. Introducendo una de responsabilità da parte di tutti e affidando ai comuni la gestione dello smaltimento. Alla data di oggi ci sono 260 stazioni appaltanti dove ognuno fa quello che vuole. Tutto questo va contro ogni logica di rete e i sistema. L’enorme problema della gestione dei rifiuti ha bisogno di buone pratiche e sinergia. Mi auguro, così come sembra giungere dai primi segnali, che questo Governo sappia invertire la rotta”.

C.L.

 

Mostra altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Back to top button