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“M’hanno tolto il lavoro”: Giovanni Gulino punta il dito contro la politica italiana

Riceviamo e pubblichiamo

Riceviamo e pubblichiamo la poesia sul lavoro di Giovanni Gulino, 32enne disabile di Marina di Ragusa.

D’un tratto m’hanno tolto il lavoro

lo considero un bene prezioso,

esso mi permetteva d’uscire

relazionarmi con gli altri

star spesso a casa è roba da matti.

Sul posto di lavoro penso d’esser stato corretto

ma qualche errore per fretta e impulsività

l’ho pur commesso.

Per la politica italiana

un disabile ha diritto a lavoro

solo se rinuncia alla maggiorazione,

a malincuore ho preso la triste decisione: licenziarmi.

In questo caso i politici italiani

hanno deciso di non volere il bene

di tutti i disabili come me,

che nei limiti delle nostre capacità

avremmo potuto lavorare

se le leggi italiane non venissero redatte

da un governo infame.

I sindacati dovrebbero tutelarci

facendo anch’essi la loro parte,

preferiscono invece tenerci in disparte.

Viva l’italia che lavora recita un verso

d’una canzone di De Gregori,

senza sapere che quarant’anni dopo,

saremmo rimasti noi disabili senza lavoro.

Il miglior stipendio senza far nulla e senza

competenze

lo intascano loro coi soldi delle nostre tasse,

vorrei tanto che un giorno

la situazione politica cambiasse.

Giovanni Gulino

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