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“Sorella Sanità”, Manganaro collabora con i giudici e svela nomi, tangenti e interessi politici

L’inchiesta aveva portato in carcere imprenditori e amministratori dell’azienda sanitaria di Trapani

(4 settembre 2020)

L’imprenditore di Canicattì, Salvatore Manganaro, come scrive il giornale La Sicilia ha deciso di vuotare il sacco e svelare come funziona il mondo illecito della sanità siciliana. Ed è così che si aggiungono altri tasselli all’inchiesta “Sorella Sanità” della Guardia di Finanza che, mesi fa, aveva portato in carcere imprenditori e amministratori dell’azienda sanitaria di Trapani.

Arrestato insieme al manager dell’Asp di Trapani, Fabio Damiani, al capo della struttura anti-Covid della Regione Sicilia, Antonio Candela ed altri sette, Manganaro ha deciso di chiamare i pm Giovanni Antoci e Giacomo Brandini offrendo loro la sua disponibilità a collaborare.

Nel primo interrogatorio, nonostante aveva svelato interessanti episodi corruttivi, non aveva convinto del tutto i pm. E così, l’imprenditore della sanità siciliana ha chiesto di essere nuovamente interrogato e, dopo aver revocato, il proprio difensore ha cominciato un altro percorso, preceduto da questa dichiarazione: “Dopo l’incontro con l’avvocato ho saputo che nel primo interrogatorio non sono stato… e ho fatto uno sforzo ulteriore. In un mese … il tempo è galantuomo. Se mi darete la possibilità, non sono il genere di persona come Taibbi o Candela. Adesso ho trovato il tempo di riflettere e ho capito di non avere dato l’impressione di essere stato credibile nel precedente interrogatorio. Prima di chiedere comprensione io devo dimostrarvi la mia volontà di collaborazione fattiva e concreta”.

Come scrive il giornale La Sicilia, Manganaro ha poi proseguito ed entrato nei particolari: “Mi si chiede quando è iniziato il rapporto di natura corruttiva con Damiani. Rispondo che ha avuto inizio nel 2015. E dico anche che questa è stata una risposta ai diversi gruppi di potere che si muovevano in Asp. Il primo quello di Candela (omissis). Con riferimento al gruppo del Candela, posso dire che lo stesso Candela dapprima faceva riferimento a Misuraca e a Forza Italia e per questo entra in Asp di Palermo come direttore amministrativo. In contemporanea Taibbi era molto inserito in Forza Italia. Taibbi e Candela si incontrano in questo contesto per il tramite di Schifani Renato e La Spada, medico radiologo. Dopo il Candela si avvicina alla componente politica di Lumia e Crocetta alla quale appartenevano anche il dott. Canzone di Termini Imerese e Taibbi. Mi si chiede quali attività di natura illecita so essere state commesse da questi gruppi. Taibbi fece in modo che io mi avvicinassi al loro gruppo allorché venne sporta denuncia contro Cirignotta”.

Poi, un susseguirsi di pagine di verbali con nomi e cognomi di uomini politici, tra cui Gianfranco Miccichè, Carmelo Pullara e Gaetano Armao.

Salvatore Manganaro, detenuto nel carcere di Agrigento, ha tentato di far leggere alla moglie due biglietti in altrettante occasioni, l’8 e il 15 luglio. Nel primo caso, nel corso di un colloquio attraverso videoconferenza ha steso un foglio di carta col la scritta: “Stop soldi!! 0 su mio c/c”. Una volta scoperto, Manganaro ha strappato in mille pezzetti il foglio per poi consegnarlo. Lo stesso biglietto è stato pazientemente ricomposto e allegato al fascicolo d’inchiesta. Il secondo episodio risale a pochi giorni dopo, quando il personale penitenziario ha sequestrato alla moglie un altro biglietto contenente richieste di informazioni sui pm che lo stavano indagando.

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