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Scuola e disabilità al tempo del Covid: le regole sono sempre rispettate?

Dalla dad, infatti, sono rimasti esclusi il 23% degli alunni con disabilità

(22 gennaio 2021)

La crisi pandemica rappresenta sicuramente una sfida per il mondo dell’istruzione; se poi gli studenti sono persone con disabilità la sfida è doppia, e chiama in causa la scuola non solo come luogo di apprendimento ma anche come palestra di socializzazione.

In una nota del Ministero dell’Istruzione del 5 Novembre si sono compiuti passi rilevanti in tal senso: preso atto che dalla dad sono rimasti esclusi il 23% degli alunni con disabilità si prevede la presenza in classe dei suddetti alunni insieme ad un piccolo gruppo eterogeneo di compagni, che potrà rimanere invariato o cambiare nella composizione, in modo che sia costantemente assicurata la relazione interpersonale. Non solo presenza, dunque, ma anche inclusione.

La stessa ordinanza n. 5 dell’8 gennaio 2021 del Presidente della Regione Sicilia riprende in modo esplicito la Nota in questione (n.1990 del 5 novembre 2020) tant’è che, per le scuole secondarie di secondo grado, si prevede al 100% il ricorso alla didattica digitale integrata (DDI). In sostanza gli alunni con disabilità devono svolgere attività in presenza, con gli insegnanti curriculari e non solo di sostegno, unitamente ad un gruppo di compagni e con il resto del gruppo classe collegato in via telematica.

Fin ora però queste direttive, specie nella nostra provincia, sono rimaste parzialmente inascoltate. Gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali (BES) vanno sì a scuola ma ad attenderli in aule vuote trovano solo l’insegnante di sostegno e l’Assistente all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), con enormi ricadute in termini di tutto ciò che la scuola rappresenta per gli alunni in genere e a maggior ragione per quelli con disabilità: effettiva inclusione e socializzazione.
La domanda che ci poniamo è questa: come mai una volta che note ed ordinanze hanno definitivamente ed inequivocabilmente chiarito come debba svolgersi l’attività didattica queste continuino a rimanere vigenti solo su carta?

Gli Uffici scolastici provinciali e regionali stanno effettivamente vigilando sulle criticità che si sono effettivamente riscontrate e stanno lavorando per risolverle? Se sì come e con il coinvolgimento di quali soggetti?
Il timore è che, nell’emergenza, quei traguardi che erano stati faticosamente raggiunti per garantire l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità vengano momentaneamente accantonati.

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