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Scicli e il ‘pactum sceleris’: dimissioni in massa per evitare lo scioglimento. Ma chi era il ‘garante occulto’?

Quell’accordo appare come una scheggia di verità che potrebbe aprire scenari nuovi mai svelati, in quanto pervicacemente blindati, sulle vere cause dello scioglimento del civico consesso per infiltrazioni mafiose

(23 febbraio)

Dimissioni in massa dei consiglieri comunali avrebbero evitato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di Scicli? E’ bufera dopo le dichiarazioni del consigliere comunale Claudio Caruso le quali hanno riportato all’attenzione i tanti dubbi sulla fondatezza degli elementi che portarono all’azzeramento dell’amministrazione Susino, alla luce delle sentenze giudiziali che hanno negato ogni ipotesi di reato collegabile alla ricostruzione della commissione prefettizia sfociata poi nello scioglimento.

“C’è da rimanere basiti e con l’animo molto inquieto – afferma in una nota il movimento ‘Cittadini per Scicli’ – per l’affermazione fatta dal consigliere Claudio Caruso. Lascia esterrefatti la pronuncia dell’espressione “accordo su una dimissione in massa dei consiglieri comunali per evitare lo scioglimento del civico consesso“. Come se quell’accordo avrebbe affrancato chissà chi dal decidere lo scioglimento che dipende da altri fattori e motivazione. Quell’accordo appare come una scheggia di verità che potrebbe aprire scenari nuovi mai svelati, in quanto pervicacemente blindati, sulle vere cause dello scioglimento del civico consesso per infiltrazioni mafiose. La frase è stata espressa a motivo di un intervento di un nostro consigliere in cui, con coerenza e fermezza, aveva enunciato – osserva Cittadini per Scicli – quello che abbiamo sempre pensato, ovvero che c’è stato in città un partito e rappresentanti politici iscritti al movimento dello scioglimento, come sempre sostenuto dal sindaco come ribadito nella stessa seduta, e chi invece fronteggiava come poteva la difesa della dignità e della onorabilità dei cittadini sciclitani. Le affermazioni del consigliere Claudio Caruso inquietano. Egli all’epoca rappresentava il PD in consiglio comunale che a Scicli aveva un’autorevole rappresentante del parlamento italiano che non ricordiamo, anche in un solo scritto o in un atteggiamento inequivocabile, abbia fatto da paladino alle ragioni di Scicli e degli sciclitani in quella scellerata occasione.

La parola “accordo” – conclude la nota – va spiegata e svelata perché presuppone quinte e scenari inquietanti che potrebbero fare piena luce su quanto accaduto in quei mesi e su una fase della vita politica in cui Scicli fu scippata dalle istituzioni democratiche, con un sindaco poi costretto alle dimissioni. Chi propose quell’accordo? Chi faceva parte di quell’accordo? Per quale vera ragione fu necessario raggiungere quell’accordo? Chi era il garante di quell’accordo? Quali i sodali di quell’accordo pensato e architettato ai danni della città”.

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