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Ragusa – trasferiscono illecitamente 8 milioni di euro in Tunisia: 10 indagati

Circa 200 i soggetti titolari di carte prepagate sulle quali operavano 1.300 persone, con 4.500 operazioni molto più che sospette, rilevate ma effettuate in diverse città italiane

(12 ottobre 2021 – Ragusa – Tunisia)

I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa hanno proceduto a notificare un avviso di conclusione indagini nei confronti di 10 cittadini extra-comunitari, a firma del Sostituto Procuratore della Repubblica di Ragusa, dott. Santo Fornasier per i reati di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di intermediazione finanziaria, servizi di pagamento, rimessa di denaro ed utilizzo fraudolento di carte di credito. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Ragusa ed avviate nel 2017, hanno consentito di accertare l’esistenza nella provincia di Ragusa di un sodalizio criminale composto esclusivamente da cittadini di nazionalità tunisina dedito alla sistematica attivazione di carte di credito prepagate per il contestuale trasferimento di ingenti somme all’estero, dell’ordine di diverse centinaia di migliaia di euro, mediante utilizzo di piattaforme informatiche allo scopo di disperdere la tracciabilità dei flussi finanziari. Il fenomeno in parola individuato dagli investigatori trovava peraltro supporto in una specifica analisi operata dall’Unità di Informazione Finanziaria di Banca di Italia su un cospicuo numero di segnalazioni per operazioni sospette pervenute e raggruppate per omogeneità di anomalia, oggetto di ulteriore approfondimento da parte del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma.

Nel dettaglio, le risultanze investigative acquisite nel corso delle indagini in provincia di Ragusa, unitamente alle informazioni fornite dalla Componente Speciale del Corpo consentivano di rilevare:

– che gli indagati, associandosi tra loro, pianificavano e commettevano una numerosa serie di delitti previsti e puniti dagli artt. 493-ter c.p., 131-ter e 132 del D.Lgs. n. 385/93 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia -T.U.B.), avendo dato luogo alla sistematica offerta al pubblico di servizi di intermediazione finanziaria – specie presso la folta comunità di connazionali tunisini insediata nell’area di Santa Croce Camerina e dintorni – ed in particolare:

  •  raccolta di denaro e cambio di valuta attività consistite nel cambio tra le somme in euro vendute dal remitter al collettore ed il controvalore in dinari stabilito dai capi della associazione mediante deduzione dell’aggio calcolato sulla base della variazione dei tassi di cambio e della programmata rivendita della valuta in euro;
  • utilizzo indebito di carte prepagate intestate a terzi: attività consistita nella canalizzazione della valuta in euro attraverso la sistematica ricarica di numerose carte prepagate (intestate a soggetti terzi, e, quindi, indebitamente utilizzate) che veniva effettuata mediante il calcolato frazionamento dei versamenti in contanti, mantenuti, in tal modo, al di sotto delle soglie antiriciclaggio previgenti;
  • trasferimento all’estero (money transfer) delle rimesse di danaro recapitate in Tunisia, in moneta locale, in favore dei beneficiari indicati dallo stesso remitter, attività qualificabile come <<servizio di pagamento>>, soggetto a riserva ai sensi dell’art. 1 lett. n) D.Lgs. 11/2010 e art. 1, h-septies T.U.B. (art. 131-ter T.U.B. in relazione agli artt.114-sexies e 114-novies T.U.B.; 493-ter c.p.);
  • concessione di finanziamenti consistente nella erogazione di crediti a titolo oneroso e gratuito (art.132 TUB in relazione all’art. 106 T.U.B.) con l’aggravante di cui all’art. 4 L. 16 maggio 2006 n. 146 per aver commesso i fatti avvalendosi del contributo di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato

– l’incoerenza tra volumi finanziari scambiati, come detto per diverse centinaia di migliaia di euro, ed il profilo economico dei soggetti interessati;
– la presenza di legami, anche familiari, tra i soggetti coinvolti nell’operatività oggetto di analisi.

In buona sostanza, gli indagati avevano ideato e costituito un sistema finanziario e creditizio parallelo rispetto a quello legale, in grado di gestire e trasferire all’estero una ingente provvista di denaro, non consentendo la necessaria tracciabilità per stabilirne la reale natura, nonché origine e destinazione effettive. Le indagini in esame rappresentano un chiaro esempio di come il Corpo mantiene alta l’attenzione sull’analisi dei flussi finanziari attraverso l’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette generate dal sistema finanziario per la prevenzione dei fenomeni di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo. Fare luce su organizzazioni come quella investigata dalle Fiamme Gialle iblee permette di rafforzare il controllo ed il contrasto ai canali illeciti di intermediazione finanziaria e rimessa di denaro all’estero, potenzialmente a rischio per la possibilità di essere utilizzati per alimentare l’attività di cellule terroristiche oltreconfine.

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