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Ragusa, il mendicante col cappellino

“Era la mascotte degli automobilisti che transitavano lungo la via Ettore Fieramosca“

(26 dicembre 2020)

Riceviamo e pubblichiamo

“Straniero, senza nome, ma, per anni, un personaggio noto alla città di Ragusa. Era la mascotte degli automobilisti che transitavano lungo la via Ettore Fieramosca. Bivaccava davanti alla “Clinica del Mediterraneo”, col sole e con il vento. Chi non lo ricorda? Allo scattare del semaforo rosso, si posizionava davanti a ogni finestrino delle autovetture ferme all’incrocio. Si toglieva il cappello di testa e lo agitava in senso di saluto. Non parlava, non chiedeva nulla. Faceva un largo sorriso a tutti e attendeva che qualcuno gli donasse qualcosa, spontaneamente. Altrimenti, ti salutava di nuovo col fare di un gentleman, ti regalava un altro sorriso e si rimetteva il cappellino in testa, in attesa che il semaforo diventasse di nuovo rosso.
Son passata di lì, oggi, dalla sua postazione ormai vuota. Ho avuto come un tuffo al cuore nel vedere dei fiori in sua memoria (io gli dedicherei una lapide), affissi al palo davanti a cui sostava. Per un attimo, l’ho rivisto, col suo solito, elegante inchino. Quanta nobiltà in un piccolo, apparentemente insignificante uomo! Riposi in pace e abbia un fascio di luce ad accoglierlo, in cambio di tutti i sorrisi che ha donato. Il Creato si inchini a lui con la grazia che lo ha contraddistinto e gli riservi una culla dorata in cui riposare le membra affaticate dal via vai quotidiano lungo la strada che ha segnato per sempre con la sua dignitosa povertà”.

Daniela Iurato

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