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Coronavirus: bar e ristoranti fino alle 18, sabato e domenica chiusi i centri commerciali

La prima novità è la norma generale del 'tutti a casa' con la sola deroga di esigenze di lavoro, di salute e di provviste personali e familiari

(10 marzo 2020)

La ‘cura da cavallo’ estesa dal governo centrale in tutto il territorio nazionale con il decreto del presidente del consiglio dei ministri varato la scorsa notte ha già stravolto le dinamiche che, dopo il precedente decreto della notte di sabato, aveva spaccato l’Italia in due, provocando la fuga dal Nord con l’assalto ai treni prima che scattassero le barriere.

Ora non ci sono più barriere interne. Tuttavia, nel caso della Sicilia, la Regione aveva con ordinanza del presidente Musumeci potenziato alcune misure e ora si tratta di vedere la differenza tra ieri e oggi affinché sia chiaro a tutti come occorre comportarsi.
La prima novità è la norma generale del ‘tutti a casa’ con la sola deroga di esigenze di lavoro, di salute e di provviste personali e familiari. Infatti i supermercati, al pari delle farmacie, sono autorizzati a stare aperti anche 24 ore su 24, mentre per gli altri esercizi come bar e ristoranti scatta l’obbligo di chiusura alle ore 18.00.
Un’altra norma che cambia bruscamente la situazione in Sicilia sarà la chiusura degli esercizi commerciali nelle giornate di sabato e domenica. Bisogna “evitare ogni spostamento” ed “è vietata ogni forma di assembramento” anche all’aperto.
Ecco gli aspetti più rilevanti della nuova normativa in vigore
LAVORO E NECESSITA’ – I cittadini su tutto il territorio nazionale possono muoversi solo per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o spostamenti per motivi di salute”. Non si ferma la circolazione delle merci né il trasporto pubblico. E’ possibile andare a fare la spesa. Chi si sposta sul territorio può autocertificare le ragioni per cui lo fa ma per chi trasgredisce o dichiara il falso sono previste sanzioni che vanno fino all’arresto.

STOP ASSEMBRAMENTI – E’ la novità annunciata da Conte, non prevista fino a ieri neanche nelle zone “arancioni”: basta feste e raduni, sono vietati ovunque assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

FEBBRE E QUARANTENA – Chi abbia sintomi da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5 gradi centigradi, è “fortemente raccomandato” di restare a casa e contattare il proprio medico. Il divieto di muoversi è “assoluto” per chi sia stato messo in quarantena o sia positivo al virus.

FERMO IL CAMPIONATO, NON LE COPPE – Si fermano tutti gli sport, incluso il campionato di calcio, ma possono tenersi a porte chiuse competizioni internazionali. Gli atleti professionisti e olimpici possono allenarsi.

PALESTRE NO, PARCHI SI’ – Sono chiuse le palestre, ma si può fare sport all’aria aperta rispettando la distanza di un metro. Chiuse piscine, centri benessere, centri termali, centri culturali e ricreativi.

CHIUSI GLI IMPIANTI DA SCI – Piste chiuse in tutta Italia.

FERIE E CONGEDI – Si “raccomanda” ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere la fruizione di ferie e congedi. Sono invece sospesi i congedi dei medici. E’ applicabile il lavoro agile anche in assenza di accordi aziendali. STOP SVAGHI – Sospese tutte le manifestazioni e gli eventi: fermi i cinema, teatri, pub, scuole da ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche. Chiusi musei e siti archeologici.

BAR E NEGOZI – Bar e ristoranti possono aprire solo dalle 6 alle 18 con obbligo di garantire la distanza di almeno un metro, pena la sospensione dell’attività. La regola della distanza vale per tutti i negozi che possono stare aperti ma se sono all’interno dei centri commerciali chiudono nei weekend. Nessun fermo per alimentari, farmacie e parafarmacie.

FERME SCUOLE E ESAMI PATENTE – Scuole e università restano chiuse fino al 3 aprile. Stop a tutti i concorsi, tranne quelli per titoli o per via telematica, si fermano anche gli esami per la patente. Unica eccezione i concorsi per i medici.

LE CHIESE – I luoghi di culto possono aprire solo se in grado di garantire la distanza di almeno un metro: sospese le cerimonie civili e religiose, inclusi i funerali.

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