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Agricoltura, i produttori della fascia trasformata iblea impediti di fatto a partecipare alla Fruit logistica di Berlino

La denuncia di La Rosa: "decisione assurda che penalizza il comparto"

(25 novembre 2021 – agricoltura – produttori – fascia trasformata)

I produttori della fascia trasformata della provincia di Ragusa sono stati, di fatto, costretti a rinunciare a una delle fiere di settore più importanti per l’ortofrutta italiana dopo che la Regione Siciliana ha deciso di snobbare Fruit Logistica. A dirlo è il responsabile Enti locali della Lega Ragusa, Andrea La Rosa, che è anche presidente provinciale Mpsi, il quale, stigmatizzando l’accaduto, fa un’ampia riflessione sulla delicata questione. “La Sicilia – dice La Rosa – dopo l’Emilia Romagna, è la seconda regione italiana per produzione e commercializzazione di prodotti agricoli e ortofrutticoli in particolare, e questo è un dato di fatto. La differenza della Sicilia, però, rispetto al resto del Paese (Sardegna esclusa) è che sconta un pesante svantaggio infrastrutturale, oltre alla marginalità territoriale. Di conseguenza, razionalità vorrebbe che la Regione Siciliana sostenesse le imprese per quel poco possibile, visto che siamo in un regime di libero mercato, almeno con le attività di promozione previste dalla legge. Invece succede che le più belle aziende, i consorzi di tutela Ipg raggruppanti le produzioni più preziose della regione, sono state convocate presso l’Ispettorato agrario di Ragusa, nei giorni scorsi, per essere informate del fatto che l’amministrazione regionale non ha messo a bilancio la partecipazione alla manifestazione berlinese Fruit Logistica. Erano una ventina le aziende che hanno partecipato alla riunione: alcune presenti, altre in videoconferenza. Lo spazio in questione ha, o meglio dire aveva, un costo di 350mila euro, da dividere tra 20 aziende. L’opzione lasciata dall’ente sul tavolo, infatti, è stata quella di far ricorrere le aziende alla misura 3.2, riunirsi tra loro in Ats (associazione temporanea di scopo) e, in caso di buon fine della pratica, attendere il rimborso. La proposta non è piaciuta ad alcuni dei presenti, perché non avrebbe dato la certezza dell’esito di un iter che può bloccarsi anche per un banale errore di forma; inoltre, la risposta formale sarebbe dovuta pervenire alla Regione entro 24 ore dal momento di quella comunicazione. Una procedura dai tempi un po’ troppo ristretti, per le aziende, specialmente se chiesta da un ente che, di suo, ha tempistiche elefantiache”.

La Rosa chiarisce: “Una vera e propria mazzata che abbandona, per l’importante occasione, un settore che figura al primo posto per Pil regionale e che dà il maggior numero di posti di lavoro sul territorio. Se la Sicilia soffre l’emergenza occupazionale e dell’emigrazione è anche per colpa di queste incomprensibili decisioni. Per colpa di una politica impreparata, infatti, continua a fuggire dalla Sicilia la migliore gioventù. Tutto ciò, come accennato, non può che avere ripercussioni negative sull’imprenditoria. Chi adesso, tra le aziende siciliane, vorrà esporre i propri prodotti, allo scopo di allacciare nuovi rapporti commerciali e generare economia, posti di lavoro e Pil dovrà trovare altre soluzioni. Un fatto gravissimo. Investirò della questione i deputati della Lega al Parlamento siciliano, in primis l’on. Orazio Ragusa in qualità di presidente della commissione regionale Attività produttive. Tutti i parlamentari della provincia di Ragusa sono chiamati a verificare questa notizia che, secondo noi, ha dell’assurdo”.

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