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Aeroporto di Comiso, the day after: intervista al Presidente di SOACO, Silvio Meli

L'area cargo, la Zes, il prestito ponte e il pareggio di bilancio: all'indomani della storica firma alla presenza del Ministro Trenta, facciamo il punto sulla "salute" dello scalo ibleo

(18 gennaio 2019)

Ieri mattina, al Pio La Torre di Comiso, l’importante cerimonia che ha sancito il passaggio dell’ex Base Nato (zona USAF) al demanio della Regione Sicilia e, tramite essa, al Comune, che lo avrà in concessione per 40 anni. Si tratta dell’area grande oltre 850.000 mq nella quale, un tempo, sorgeva la cittadella degli americani e che oggi consta di ben 600 immobili, quasi tutti fatiscenti. Per l’occasione, sono arrivati a Comiso il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone.

Verrebbe da dire che si è trattato di un giorno storico, se non fosse che di giornate storiche questo scalo ne ha avute già fin troppe nella sua lunga e travagliata esistenza. Meglio allora dire che si è chiuso un ciclo, e se ne è aperto un altro. In fondo, tutte le autorità presenti ieri si sono trovate d’accordo su questo, e lo pensa anche Silvio Meli, alla guida di SOACO, la società di gestione dello scalo, da circa un anno e mezzo.

“Ci sono tutti i presupposti – ha commentato ieri a IALMO, a margine dell’evento – perché quest’area di 85 ettari possa finalmente diventare produttiva e servire sia all’aeroporto, con alcuni nuovi servizi come il cargo, che all’economia del territorio, per esempio creando una ZES (Zona Economica Speciale). In Sicilia se ne devono realizzare svariati milioni di mq, e chi deciderà di investire al loro interno avrà delle importanti agevolazioni fiscali. Senza considerare che un’azienda con la propria sede all’interno di una ZES a due passi dall’aeroporto avrebbe il doppio dei vantaggi nel momento in cui deve far viaggiare i propri prodotti”.

Una firma, quella di ieri, arrivata in un momento difficile per lo scalo ibleo. Il martedì, infatti, da qui non parte nessun aereo e nessun aereo vi atterra. Il 26 novembre scorso, inoltre, è stato accreditato il famoso prestito ponte della Sac che per tanti ha rappresentato il de profundis, perché ci sono forti dubbi sul fatto che, vista la posizione debitoria, lo si potrà restituire. Ma Meli replica così: “Non è una fase più complicata di altre già superate. Da quando sono Presidente, ho pensato solo a risolvere problemi e criticità economiche, e quei soldi ci stanno regalando un momento di tranquillità, perché ci hanno permesso di pagare delle spese pregresse e di saldare tutto ai dipendenti, oltre a gestire l’ordinario. Finora abbiamo vissuto alla giornata, senza programmare e senza particolari strategie per portare qui i vettori. Di certo, avendo le casse vuote, non potevamo permettercelo, ma ora sono all’orizzonte due finanziamenti importanti, e finalmente potremo guardare oltre. Uno è il bando per l’incentivazione delle rotte del Comune, con il quale è stato già assegnato il Comiso – Torino i cui biglietti saranno in vendita dal prossimo mese e che partirà all’inizio della summer, quindi ad aprile, tre volte a settimana. Il secondo è relativo alle somme cui ieri ha accennato anche Falcone, ossia quelle destinate alla continuità territoriale. Si tratta di quasi 46 milioni, 30 del governo nazionale e 15 di quello regionale, che materialmente sono già stanziati. Di questi, una parte arriva dall’emendamento Minardo inserito nella finanziaria 2015-2016 (erano 20 milioni, ma 5 sono stati utilizzati per la continuità di Lampedusa e Pantelleria e ne sono rimasti 15).

Tempi?

L’assessore Falcone e il Ministro Toninelli ci hanno garantito il tutto per 3 anni dal momento in cui verrà aggiudicata la gara indetta dall’Enac e aperta a tutti i vettori. Toninelli ha già delegato il Presidente Musumeci per dare inizio alla conferenza dei servizi; da li ci saranno 30 giorni di tempo per chiuderla e mandare il progetto a Bruxelles, affinché venga validato dalla Commissione Europea. Quindi verrà rispedito all’Enac che bandirà la gara. Speriamo di partire con la winter 2019 con le tratte cosiddette “sociali” già aggiudicate nel periodo estivo.

Tornando ai soldi del prestito ponte, come pensate di restituirli?

Il prestito ponte non è un aggravio per le nostre casse, serviva proprio per pagare dei debiti. Lo abbiamo fatto, ma non abbiamo appesantito la nostra situazione debitoria. Abbiamo, in un certo senso, solo cambiato debitori. Adesso dobbiamo restituire solo a Sac. Per decidere con quali modalità lo faremo, indubbiamente, si deve prima chiudere la fase di commissariamento di Intersac. A quel punto, capiremo come il nuovo socio di maggioranza vuole riavere i soldi e ci confronteremo per trovare una soluzione che sia la migliore per tutti.

Il pareggio di bilancio quanto è ancora lontano? Prima si azzardava qualche data, adesso pare si sia smesso anche di fare quello…

Il pareggio di bilancio per un aeroporto così piccolo non è un traguardo semplice da raggiungere. Ci stiamo tentando, ma serve la rete aeroportuale con Catania. Se questa andrà in porto, lo raggiungeremo prima che andando da soli. In fondo, è quello che sta succedendo in varie parti d’Italia, con aeroporti piccoli che si accorpano a quelli più grandi. Comiso, insomma, deve diventare la seconda pista di Catania. Per il resto, noi stiamo facendo il possibile: nel 2017 abbiamo ridotto la perdita da 2,8 milioni a 2,3 e stiamo provando a fare lo stesso quest’anno, ma non si può scendere al di sotto dei costi fissi, e i ricavi sono pochi perché i passeggeri non sono tantissimi. Puntiamo, inoltre, proprio sulla continuità territoriale per respirare un po’. Purtroppo, i vettori senza incentivi non volano, e finora Soaco si è sobbarcata delle spese per portarli al Pio La Torre con le sue sole casse. Grazie ai bandi, invece, questi costi potranno essere assorbiti da Comune e Regione, permettendoci pian piano di azzerare il deficit.

Valentina Frasca

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