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Addio al Maestro Piero Guccione, domani la camera ardente e l’ultimo saluto

Insieme a Franco Sarnari, era il simbolo del "Gruppo di Scicli" tanto amato da Renato Guttuso

Scicli, la città che gli ha dato i natali il 5 maggio 1935, si prepara a dare l’ultimo saluto al maestro Piero Guccione, che si è spento sabato pomeriggio all’ospedale “Maggiore” di Modica a 83 anni, al termine di una malattia. L’artista, capofila e fondatore, insieme al maestro Franco Sarnari, del celebre “Gruppo di Scicli” lascia un’eredità immensa, a partire dalle opere nelle quali amava perdersi ritraendo il suo amato mare.

Artista contemporaneo famoso in tutto il mondo, viveva immerso nella natura delle campagne tra Scicli e Modica. E’ alla fine degli anni settanta, infatti, che decide di stabilirsi in Contrada Quartarella con Sonia Alvarez, la compagna originaria di Marsiglia e conosciuta a Parigi nel 1976.

La carriera di Piero Guccione inizia negli anni 60, come assistente di Renato Guttuso per la cattedra di pittura dell´Accademia di Belle arti di Roma, Università nella quale aveva studiato dopo aver completato gli studi all’Istituto d’arte di Catania. Dal 1958 al 1969 ha partecipato alle missioni paleontologiche nel Sahara libico, con l’équipe dell’archeologo Fabrizio Mori, per il rilevamento di pitture rupestri. Nel 1961, su richiesta dell’American Federation of Art, ha organizzato una mostra di tali pitture alla Columbia University, successivamente ospitata nelle maggiori università americane. La sua prima mostra personale ha avuto luogo a Roma, alla Galleria Elmo, nel 1960.

Nel 1979 ha tenuto la cattedra di pittura all’Accademia delle Belle Arti di Catania, continuando a partecipare a importanti esposizioni pubbliche, nazionali e internazionali ed è stato invitato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, che, nel 1988, gli ha dedicato una sala personale nel Padiglione Italiano.

Di lui hanno scritto tanti intellettuali, tra cui Gesualdo Bufalino in “Saldi d´autunno”, mentre nel 1981Renato Guttuso intervistato da Luca Liguori per il quotidiano “Il tempo”, è proprio al Gruppo di Scicli (che nel 1980 ha istituto formalmente il Movimento Culturale Vitaliano Brancati) che fa riferimento quando parla della “purezza d’intenti” di un gruppo di artisti che operano nell’estrema periferia, lontani dal dinamismo delle metropoli, dalle Biennali d’arte, dalla velocità consumistica alla quale neppure l’opera d’arte riesce a sottrarsi. Dice Guttuso: “Ti faccio un esempio: a Scicli, che è un paesino della Sicilia dove sono andati a vivere dei giovani artisti, Guccione e Sarnari, c’è una piccola scuola di pittori di cui l’Italia non sa nulla, di cui le Biennali non sanno niente, non vogliono saperne o non gliene importa niente di saperlo. Questo non è giusto”.

La notizia della sua morte ha lasciato tutti addolorati, senza parole. Questa sera, alle 20.30 al cineteatro Italia di Scicli, sarà proiettato il documentario che Nunzio Massimo Nifosì ha voluto dedicare alla sua storia e alla sua figura, e anche le reti Rai e Mediaset stanno riservando degli spazi nella loro programmazione per commemorarlo.

La camera ardente aprirà domani mattina alle 9, a Palazzo Spadaro, a Scicli, e rimarrà aperta fino alle 18. Successivamente, in piazza Municipio, l’ultimo saluto nel corso di una cerimonia funebre civile, quindi la salma sarà cremata.

Valentina Frasca

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