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50 ore per domare l’incendio del bosco di Burgio: persi oltre 58 ettari di natura incontaminata

All’indomani del disastroso incendio che ha colpito parte della macchia mediterranea di contrada Sughere, si comincia a fare la conta dei danni

(16 luglio 2019)

Facendo un calcolo, possiamo affermare che le squadre dell’Antincendio boschivo (AIB), due canadair e un elicottero hanno combattuto contro le fiamme per più di 50 ore, da venerdì sera fino a lunedì mattina. La zona maggiormente interessata non è Pizzicu Finu, come abbiamo affermato nel precedente articolo, ma la contrada Sughere, facente parte dell’agro di Burgio e zona del demanio forestale all’interno del Parco dei Monti Sicani. Si tratta di un’area interessata già in precedenza da incendi e, quindi, oggetto di un rimboschimento artificiale effettuato in prevalenza con pini e sugheri. Alla chiamata di emergenza di venerdì sera sono accorse le squadre dell’AIB, che non hanno potuto fare altro che constatare l’entità dell’incendio in corso e impedire che si allargasse in modo troppo pericoloso. Dopo aver verificato che la zona è impervia e di difficile percorrenza a piedi, è stata fatta richiesta al coordinamento centrale di Palermo, e, al sorgere del sole, sono arrivati a supporto degli uomini della forestale, due canadair e un elicottero.

I mezzi hanno avuto il compito di caricare l’acqua al Lago Arancio (nei territori di Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca) e, dopo aver aggiunto una sostanza schiumogena e un’altra ritardante, riversarla sulle fiamme che, aiutate dal vento, continuavano a divampare. Molti osservatori e curiosi si sono radunati in punti strategici del territorio circostante per poter ammirare gli aerei in azione nonostante l’apprensione per quello che si stava verificando e per la perdita che ne sarebbe conseguita. Come già detto precedentemente, più volte l’incendio è stato dichiarato domato, ma il vento e le sterpaglie non hanno permesso ai soccorritori di dichiarare vinta la partita in tempi celeri e di evitare che andassero in cenere altri ettari di bosco. Tra l’area ricadente nel demanio forestale e quella privata, perlopiù incolta, sono andati perduti 58 ettari di meravigliosa natura. Essendosi sviluppato sul far della sera, è stato chiaro a tutti che colpevole è la mano dell’uomo. Sono state tirate in ballo varie motivazioni sul perché di un gesto così vile, ma tutti siamo convinti che la ragione di fondo che guida verso azioni del genere siano la stupidità, la malattia e l’ignoranza. Non ci rendiamo conto della ricchezza che possediamo e non soltanto la snobbiamo o la maltrattiamo, ma facciamo in modo che si perda del tutto. Il problema di base è che manca la consapevolezza che la natura ci dà la vita e ci tiene in vita.

Maria Concetta Bellavia

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