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Altri 50 migranti lasciano il Cara di Mineo, trasferiti a Enna e Caltanissetta

Questa volta tutti si sono presentati, ma il 7 febbraio all'appello ne sono mancati sei. La preoccupazione maggiore del sindaco Giuseppe Mistretta, ora, riguarda il futuro della struttura, e ne parlerà domani al Viminale

(18 febbraio 2019)

Seconda giornata di trasferimenti al Cara di Mineo, che, come annunciato dal Ministro degli Interni, Matteo Salvini, chiuderà entro l’anno. Stamattina siamo andati a seguire personalmente le operazioni, che si sono concluse pochi minuti prima delle 14, con la partenza di due autobus con a bordo 50 migranti, tutti uomini. Le famiglie con i bambini saranno le ultime a lasciare il centro, una ex base americana che accoglie dal 2011.

Questa volta è filato tutto liscio, davanti ai due pullman abbracci e saluti di chi ha vissuto a stretto contatto per settimane, forse mesi o addirittura anni. Storie simili, ma per certi versi completamente diverse, che si sono intrecciate qui, tra gli aranceti all’ombra dell’Etna. Tutti si sono presentati, ma la volta scorsa, il 7 febbraio, all’appello ne sono mancati sei e, se i loro documenti non sono in regola, hanno perso ogni diritto. La preoccupazione maggiore del sindaco Giuseppe Mistretta, ora, riguarda il futuro della struttura, e di questo parlerà domani nel corso di un incontro in programma al Viminale. 

Alla luce dei trasferimenti odierni, al Cara restano 1021 persone, di cui 65 famiglie e 60 minori. “Questo è un territorio violentato per ragioni di Stato – tuona il sindaco Mistretta – e quando anche l’ultimo migrante sarà stato trasferito, vogliamo che non restino le macerie”. 

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Rimanete su Ialmo, nei prossimi giorni altre voci da Mineo. 

Valentina Frasca

 

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