Da Mozia un percorso di archeologia botanica alla ricerca delle origini del vino

(04/09/2018)

Da Mozia un percorso alla ricerca dell’origine della viticoltura in Sicilia. Nell’Isola più nota dello Stagnone un progetto di scavo e ricerche che, attraverso analisi archeo-botaniche e l’esame del Dna, ha ripercorso i passi della coltivazione della vite e della produzione del vino in quella che fu per tanti secoli, dall’avvento dei coloni levantini al dominio di Cartagine, uno dei più fiorenti centri del Mediterraneo.

Protagonista  l’equipe scientifica della missione archeologica a Mozia dell’Università Sapienza, in sinergia con la Soprintendenza di Trapani, la Fondazione G. Whitaker e Tasca d’Almerita.

Sabato 8 settembre alle ore 18,30 per il “Motya phoenician wine day” saranno presentate in anteprima le recentissime scoperte effettuate nelle campagne di scavo. Interverrà il professore Lorenzo Nigro, a capo della campagna di scavi, che racconterà dei primi Fenici a Mozia e del loro contributo alla prima viticoltura sull’isola. Sarà inaugurato il nuovo percorso enologico-archeologico nelle aree di scavo dove sono stati ritrovati antichi vinaccioli di probabile origine fenicia“Nelle ultime campagne di scavi con le nostre archeo-botaniche, abbiamo identificato numerosi vinaccioli negli strati più antichi della colonia fenicia. Lo studio di questi reperti e delle installazioni ad essi collegate oltre che dei contenitori del vino – racconta Lorenzo Nigro – rivela il ruolo di questa bevanda nella società e nella cultura dei “Fenici d’Occidente”.

Giacomo Ansaldi enologo del Centro regionale vivaio “Federico Paulsen” racconterà la storia del vitigno più contemporaneo di Sicilia, il Grillo, l’ultimo nato nella nostra isola.

“Mozia rappresenta la culla dove da 3 mila anni si raccontano le radici della vite. Dai fenici in poi, l’isola non ha più smesso la sua  coltivazione. Qui nei primi del Novecento è stato impiantato probabilmente il primo nucleo del Grillo direttamente dai vivaio di Favara, dove è stato creato il vitigno siciliano più contemporaneo – racconta Ansaldi – Nell’isola scopriremo le piante più antiche ancora in produzione, che con i loro settant’anni sono un esempio interessante di adattamento della vite al luogo. Scopriremo insieme il profilo genetico del vitigno e la sua storia”.

Il programma della manifestazione prevede dalle 17,30 la passeggiata alla ricerca delle tracce fenicie “Dall’archeologia alla viticoltura”; alle 19 la tavola rotonda “Alla scoperta delle origini del vino nell’isola di Mozia e della genesi del Grillo attraverso la paleobotanica e l’analisi del DNA della vite”. Oltre al professore Lorenzo Nigro,  direttore della Missione archeologica a Mozia, intervengono: Claudia Moricca (paleobotaniaca con tesi sulla vite nel mediterraneo), Teresa Rinaldi (esperta dei lieviti del vino), Rodolfo Negri (esperto Dna antico), Giacomo Ansaldi (enologo del Centro regionale vivaio “Federico Paulsen”).

Sono previsti 3 traghetti per Mozia dall’imbarcadero Salina Infersa (Mamma Caura – Mozia Line) alle 17,30, alle 17,45 e alle 18,00. Il ritorno è previsto alle 20.30 oppure alle  20.45. La partecipazione all’evento è gratuita previa prenotazione attraverso la mail tenutawhitaker@tascadalmerita.it .

Giampiero Cannella

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