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Stupro a Vittoria: i giudici dicono no ai domiciliari per Palumbo, e i legali ricorrono in Cassazione

Il Tribunale del Riesame di Catania aveva rigettato la richiesta di scarcerazione, confermando l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito dei gravi indizi di colpevolezza

(7 ottobre 2019)

Lo scorso 2 settembre, a Vittoria, si è consumata una lunghissima notte di violenza e terrore, in cui una giovanissima donna, mentre faceva ritorno a casa, è stata brutalmente sequestrata, rapinata e violentata, per ore. Il responsabile, il 26enne Sergio Palumbo, che nel 2018 aveva già violentato un’altra donna, sempre a Vittoria, è stato arrestato pochi giorni dopo. Il 13 settembre era stata depositata, alla cancelleria del Tribunale di Ragusa, la richiesta di Riesame in merito alle misure cautelari imposte dal Gip in sede di convalida del fermo. Il Tribunale del riesame di Catania ha, però, rigettato la richiesta di scarcerazione confermando l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito dei gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti.

I legali di Sergio Palumbo hanno, quindi presentato ricorso in Cassazione dopo il rigetto della richiesta di una misura alternativa al carcere. I legali hanno optato per tale scelta, puntando proprio sulla motivazione del rigetto da parte del Tribunale della libertà, ritenuta non circostanziata, circa l’applicazione di una misura meno afflittiva per il loro assistito, come ad esempio gli arresti domiciliari. Intanto, non è escluso che la procura iblea possa richiedere l’incidente probatorio per l’esame della persona offesa.

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