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Rientrati a casa i lavoratori bloccati per tre giorni e tre notti agli imbarcaderi: trattati come bestie

Del gruppo di circa 110 lavoratori con mogli e figli facevano parte oltre 120 pozzallesi. C’è voluto il pugno duro del Viminale contro le resistenze di De Luca e Musumeci

(26 marzo 2020)

Hanno potuto raggiungere le rispettive famiglie a casa gli oltre venti pozzallesi, all’interno di un gruppo di circa 110 siciliani, tra cui donne donne in stato di gravidanza e bambini, rimasti bloccati per tre giorni e tre notti in auto agli imbarcaderi di Villa San Giovanni.

Il gruppo ha quindi raggiunto Messina, da dove ciascuno si è diretto verso i propri centri di residenza.
In larga parte si tratta di lavoratori meridionali impegnati nei cantieri al Nord, che da un giorno all’altro si sono trovati senza lavoro e spesso senza tetto sulla testa perché le imprese per cui lavoravano hanno smesso di garantire vitto e alloggio.

Tutti o quasi regolarmente registrati sul portale on line della Regione Sicilia che censisce chi torna da fuori regione, sono stati sorpresi in viaggio dal decreto che blinda chiunque nel Comune in cui si trova. Insieme ad altri 130, per lo più famiglie con bambini o anziani che ieri sera sono state autorizzate ad attraversare lo Stretto, hanno iniziato ad affollarsi nei pressi dell’imbarcadero dei traghetti fin dalla notte di domenica in attesa del via libera per poter tornare a casa.

Ma contro di loro, il governatore siciliano Nello Musumeci e il sindaco del Comune di Messina, Cateno De Luca per giorni hanno fatto muro. Sull’isola blindata per l’emergenza da epidemia di Covid-19, sostenevano, nessuno doveva metterci piede. Una situazione di stallo che in mattinata si è tentato di sbloccare predisponendo alcune strutture per permettere agli oltre cento viaggiatori di trascorrere la quarantena in territorio calabrese. Ipotesi poi sfumata, tanto per le resistenze di chi era in viaggio per tornare a casa, sia del sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Sono seguite ore di tensione sul piazzale e di mediazioni e contatti frenetici fra le due Regioni. Alla fine è toccato al Viminale fare la voce grossa per sbloccare la situazione, che fino all’ultimo è sembrata in bilico. Il sindaco facente funzioni di Villa San Giovanni già attorno alle 23 aveva annunciato l’imminente partenza dei viaggiatori siciliani bloccati, ma da allora sono stati costretti ad attendere ancora diverse ore prima di poter finalmente salire sul traghetto.

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