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Riclassificazione Monterosso, Giarratana e Chiaramonte necessaria per Psr, “che fine ha fatto l’iter?”

La deputata Stefania Campo ha scritto alla Regione, e in particolare all’assessorato all’Agricoltura

(10 febbraio 2022 – Monterosso – Giarratana – Chiaramonte – Psr)

Che fine ha fatto la vantaggiosa riclassificazione dei comuni di Monterosso Almo, Giarratana e Chiaramonte Gulfi, necessaria per il PSR Sicilia 2014-2020? Lo ha chiesto la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, che ha scritto alla Regione, e in particolare all’assessorato all’Agricoltura. “I tre comuni in questione – spiega Campo – come da comunicazione della Regione al ministero delle Politiche agricole, sarebbero dovuti essere ricollocati dalla zona C in una sottozona equiparata, anche ai fini dei criteri di selezione delle misure e per l’accesso ai bandi, alle zone D. Per questo, già nel settembre del 2017, fu annunciata la formalizzazione della nuova vantaggiosa classificazione al Comitato di Sorveglianza e alla Commissione Europea, ma a tutt’oggi, invece, nessun passaggio è stato formalizzato, pertanto i tre comuni risultano ancora pesantemente penalizzati ai fini dell’accesso ai bandi. L’iter, insomma, è tutt’altro che concluso, e l’agognata riclassificazione, malgrado siano trascorsi quasi cinque anni, non si è ancora concretizzata”. La vicenda della mancata chiusura della trafila burocratica era stata posta all’attenzione della deputata Stefania Campo appena qualche settimana fa dal consigliere comunale di Monterosso Almo, Giuseppe Schembari.

“Le comunità di Monterosso Almo, Chiaramonte Gulfi e Giarratana hanno da sempre ritenuto discutibili e fortemente penalizzanti – dichiara Schembari – i criteri adottati per stabilire le appartenenze dei vari comuni siciliani alle macro aree, e l’essere stati relegati in zona C ha rappresentato fin da subito una vera e propria ingiustizia per i nostri territori. Ricordo perfettamente le varie azioni politiche nei confronti dell’assessorato all’Agricoltura che permisero di ottenere una congrua riclassificazione e così sembrò, almeno in quel momento, e ricordo anche la soddisfazione con la quale gli imprenditori agricoli locali accolsero quella notizia. Anche gli amministratori dell’epoca cercarono di intestarsi i meriti del risultato raggiunto salvo poi abbandonare gli imprenditori stessi al loro destino”. Intanto, però, alla richiesta di informazioni dettagliate inoltrata lo scorso 25 gennaio dalla deputata Campo è seguita una risposta ufficiale del dirigente generale del Dipartimento dell’agricoltura con cui si ammette che “non è stato formalizzato il passaggio finale a dare efficacia al procedimento di riclassificazione” e quindi “sulla base della Sua suddetta nota la scrivente provvederà immediatamente a riavviare il procedimento sottoponendolo al prossimo Comitato di Sorveglianza”. “Penso che la vicenda oggi è finalmente chiara – aggiunge la Campo – siamo di fronte ad un iter avviato tanti anni fa, che doveva portare dei vantaggi, e che invece non è mai stato concluso dagli Uffici regionali. Tutto ciò ha fortemente penalizzato parte della nostra provincia nel disinteresse di quegli amministratori locali che avrebbero dovuto seguire il procedimento fino a farlo giungere in porto. E chissà perché è stato invece il consigliere di opposizione, Giuseppe Schembari, a tenere alta l’attenzione anche su questa incresciosa vicenda. Ora sarà compito mio far sì che l’assessorato regionale all’Agricoltura non perda altro tempo prezioso”.

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