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Ragusa – SOS randagismo: “nell’indagine di Legambiente non ci facciamo una bella figura”

E’ il presidente dell’associazione Ragusa in Movimento, Mario Chiavola

(20 gennaio 2022 – Ragusa – randagismo)

“Qualche tempo fa abbiamo denunciato la problematica del randagismo come tra i fenomeni più controversi da affrontare in città. Perché, spiegammo allora, non esisteva un’efficace, secondo noi, strategia politica di contrasto. Ora, a distanza di tempo, a corroborare la nostra tesi arrivano i dati di Legambiente che monitora, in una indagine, i risultati raggiunti dai diversi ambiti locali della Penisola e in cui, come territorio, non facciamo certo una bella figura”. E’ il presidente dell’associazione Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, a segnalarlo concordando con l’incipit dell’indagine e cioè che i cani vaganti rappresentano il più significativo costo economico a carico della collettività, oltre che in termini di sofferenza e conflittualità degli animali d’affezione.

“In pratica – spiega Chiavola – l’indagine monitora i risultati raggiunti ogni qualvolta un cane vagante viene “preso in carico” dall’amministrazione pubblica. Ebbene nel 2020, in media, nei Comuni ogni 10 cani catturati 8,8 hanno trovato felice soluzione tra restituzione ai proprietari, adozione oppure reimmissione come cani liberi controllati, con un rapporto di 1:1,4. Per quanto riguarda le Aziende sanitarie, ad esempio, 9 cani su 10 hanno trovato una soluzione felice, ma qui le performance variano: su tutte, in negativo, spicca quella dell’Asp di Ragusa, dove su 21,5 cani presi in carico nei canili appena uno ha trovato una soluzione. Il Comune di Ragusa ha partecipato alla ricerca, almeno da quanto risulta dalle schede allegate. In conclusione, i dati disponibili al 31 dicembre 2020, raccontano di un Sud non particolarmente virtuoso sul fronte della popolazione canina ospitata nei canili e di una zona, come la nostra, che ha ancora molti passi da compiere in proposito. Oltre all’Asp, vorremmo capire come il Comune di Ragusa si sia organizzato e, soprattutto, come si organizzerà in futuro considerato che i percorsi da definire sono legati alla possibilità di assicurare un futuro più adeguato ai nostri amici a quattro zampe”.

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