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Ragusa, gestione in house dei rifiuti: i comuni saranno in grado?

Verso la società di scopo per gestire gli impianti ragusani. Vantaggi e perplessità

In questi giorni a Ragusa si dibatte sulla decisione dell’assemblea dei soci della SRR (ex Ato ambiente) di costituire una società di scopo per gestire gli impianti di compostaggio, di Trattamento meccanico biologico e la gestione post-mortem delle discariche. «Siamo gli unici – spiega il sindaco di Ragusa, Beppe Cassì- a fare gestire ai privati questi impianti. Faccio presente che, in questo senso, c’è una direttiva della Regione che ci invita ad agire come stiamo facendo.» Nonostante il suo voto favorevole, nei giorni scorsi il sindaco di Giarratana, Bartolo Giaquinta, ha espresso non poche perplessità sul progetto. Secondo il primo cittadino della città montana, restano infatti troppe questioni che sarebbe stato utile chiarire prima di imprimere un’accelerazione alla nascita della società di scopo. Per Cassì, invece, sono notevoli i vantaggi che la realizzazione della società in house comporterebbe Un primo vantaggio – spiega il sindaco di Ragusa- è dato dalla riduzione dei tempi burocratici in riferimento alle lungaggini dettate dall’espletamento delle gare, ricorsi e quant’altro. Un secondo vantaggio è certamente economico perché, quando la gestione è data ad una società privata, è chiaro che quest’ultima ambisce ad ottenere un profitto. Nel momento in cui a gestire gli impianti sono i comuni, è evidente che l’utile viene ripartito sempre fra i soci, quindi, a cascata, i vantaggi sono per i contribuenti. C’è poi anche da dire che la società di scopo risponde ad una situazione che, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti, mi riferisco al fatto che le cronache giudiziarie sono piene di storie che riguardano la mala gestione degli impianti, ovviamente non faccio di tutta l’erba un fascio, ma con la società di scopo usciamo da queste logiche.» Ci sono però alcuni dubbi su progetto: non è che la gestione pubblica delle discariche favorisca il clientelismo? E ancora, come riusciranno i comuni a garantire puntualità dei pagamenti e onorare gli impegni, visti anche i pregressi con la SRR non certo positivi? Sul primo punto, a rispondere, è lo stesso Cassì il quale precisa che gestione pubblica non vuol dire clientelare e che la politica deve riuscire ad assumersi le proprie responsabilità. A sottolineare il secondo rischio è invece la Fiadel che, con il suo segretario provinciale Giorgio Iabichella, manifesta non poche perplessità sull’iniziativa della SRR. Seppur condividendo l’opportunità di un ritorno alle “municipalizzate”, almeno in linea teorica – scrive Iabichella – non si comprende, però, perchè stavolta dovrebbe funzionare. Pensiamo alle passate esperienze (negative) di società pubbliche costituite da Enti pubblici, non per ultima la ex Ato ambiente, oggi in liquidazione, o alle varie società partecipate della Regione Sicilia che, se non privatizzate, sono state messe quasi tutte in liquidazione. Non si comprende- continua il segretario della Fiadel – come potrebbero i comuni (già in grosse difficoltà a gestire le proprie casse), riuscire a gestire i pagamenti e la gestione di impianti importantissimi per la collettività iblea, come l’impianto di compostaggio, il TMB, o la gestione post-mortem delle discariche, senza avere gli incassi diretti delle tasse dei cittadini».  

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