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Pronto Soccorso Modica, finalmente attivo il servizio di vigilanza con guardia h24

NurSind: "ciò permette agli infermieri e operatori di poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza, ma tanto altro deve essere ancora fatto"

(3 gennaio 2022 – Pronto Soccorso Modica)

È stato finalmente attivato il servizio di vigilanza con guardia h24 anche nel Pronto Soccorso del presidio ospedaliero “Maggiore“ di Modica. Lo annuncia con estrema soddisfazione la segreteria provinciale del NurSind, il sindacato degli infermieri. “Ecco cosa ci porta il nuovo anno, – si legge nella nota divulgata – finalmente un completo inserimento anche nel pronto soccorso di Modica, ultimo dopo Ragusa e Vittoria, della vigilanza attiva per permettere agli infermieri di poter svolgere il proprio lavoro in serenità e professionalità, evitando interruzioni di pubblico servizio che giornalmente , sia in modo verbale, che purtroppo alle volte anche fisico, hanno distolto l’esercizio della funzione gli stessi dipendenti dei pronto soccorsi. Siamo giunti alla chiusura di un percorso, promosso dal NurSind, che permette finalmente di poter garantire un minimo di tranquillità al personale che opera nei pronto soccorsi e nel caso specifico quello di Modica. Ricordiamo come negli ultimi mesi , ad onor di cronaca, siano stati evidenziate problematiche non indifferenti nell’erogazione dell’assistenza nel pronto soccorso del Maggiore, ritardi legati soprattutto alla cronica carenza di personale Medico dedito all’emergenza. Senza dubbio questa equiparazione riguardante la sicurezza dei lavoratori è un passo fondamentale per il miglioramento del servizio reso, ma non deve essere visto come un traguardo finale al quale fermarsi”.

Continua: “Come detto, l’adeguamento nei tre pronto soccorsi deve continuare anche sul piano del personale anche infermieristico, considerato che il bacino di utenza è molto al di sopra di quello delineato dai confini provinciali. L’attività Regionale messe in campo nel 2018 con l’ Approvazione delle “Linee di indirizzo per la gestione del sovraffollamento nelle strutture di pronto soccorso della Regione Sicilia” e successiva integrazioni, supportata dall’azione periferica di ogni Azienda Sanitaria Provinciale, se ben all’inizio del percorso abbia dimostrati segnali di miglioramento, è stata completamente azzerata dall’incombente pandemia che ha fatto saltare tutti gli schemi e l’organizzazione non solo della nostra Regione , ma su tutto il territorio Nazionale. Adesso si pensa ad altre ipotesi di rimodulazione dell’organizzazione e di proposte su come cercare di far fronte al fenomeno del sovraffollamento in pronto soccorso; dal triage globale (che consiste in una valutazione completa e professionale del paziente secondo una metodologia definita che tiene conto di tutte le sue problematiche, realizzando la presa in carico della persona attraverso un approccio olistico) al Triage bifasico o a doppio step ( che prevede che il triage del paziente si svolga in due tempi e con due distinti Infermieri) , dalle Case della Salute fin a giungere al sistema adottato dalla Regione Toscana del modello See and Treat (dove l’infermiere è in grado di dare risposta alle urgenze minori e fornire al cittadino una soluzione appropriata)”.

“Tutte proposte valide e potenzialmente funzionali che però devono necessariamente essere supportate sia da norme che tutelino gli infermieri esposti ad eventuali cause derivate dalla limitazione della professione stessa
e sopratutto da un confronto serie con le OO.SS. , di cui il NurSind è maggiormente rappresentativo per la categoria Infermieristica. Senza questi due fondamentali passaggi, a nostro avviso, – conclude – si potrebbe verificare l’esposizione eccessiva del personale infermieristico che danneggerebbe ulteriormente il sistema assistenziale nei Pronto Soccorso”.

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