Ialmo NewsIn Evidenza

Post Cara, il sindaco di Mineo al Viminale: “Ecco le garanzie ottenute per il mio territorio”

Com'è noto, il terzo trasferimento di 50 migranti è in programma il 27 febbraio, poi, secondo quanto è stato garantito martedì a Mistretta, si dovrebbe continuare al ritmo di 150 persone al mese anche a marzo e ad aprile

(21 febbraio 2019)

Il sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta, lo ripete da mesi: “Quando il Cara chiuderà, che non lascino le macerie”. E martedì questo appello lo ha rivolto direttamente al Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno, il Prefetto Matteo Piantedosi, che lo ha ricevuto al Viminale insieme al Capo Dipartimento del settore immigrazione.

Un incontro che Mistretta ha definito “improntato all’apertura e alla disponibilità, alla propensione all’ascolto e alla comprensione”, nel corso del quale si è parlato anche del modo in cui il Decreto Sicurezza del Ministro Matteo Salvini può aiutare sia nel garantire che non restino, sul territorio, migranti che potrebbero creare qualche problema, sia con i soggetti deboli, persone cioè che hanno già ottenuto la protezione umanitaria ma non possono allontanarsi per motivi di salute o altro. “Ho rappresentato le difficoltà che la mia comunità vive da tempo, e i timori per l’immediato futuro – spiega Mistretta – a cominciare dal bisogno di sicurezza in tutta la fase di chiusura del Cara. Per questo, ho chiesto che non ci sia una smobilitazione delle forze dell’ordine, ma che venga mantenuto l’organico attuale della caserma dei carabinieri, che, in passato, per tanto tempo ha avuto un organico sottodimensionato. Il patto per la sicurezza è stato sempre violato nei confronti del mio territorio, e ora vogliamo che tengano fede a quella parte che prevede un sostegno all’economia tradizionale e alle aziende, ad esempio riconoscendoci come zona franca”.

Com’è noto, il terzo trasferimento di 50 migranti è in programma il 27 febbraio, poi, secondo quanto è stato garantito martedì a Mistretta, si dovrebbe continuare al ritmo di 150 persone al mese anche a marzo e ad aprile, con modalità che non sono state ancora ufficializzate, ma dovrebbero essere le stesse finora attuate. A quel punto, nella struttura dovrebbero rimanere meno di 600 ospiti, considerato che in tanti si stanno allontanando autonomamente. “Si sta procedendo in modo diverso rispetto a Castelnuovo di Porto – continua Mistretta – ed ero stato io stesso ad insistere affinché le operazioni di trasferimento fossero organizzate diversamente e non dessero l’idea di una deportazione come nel Lazio. Quella non era un’immagine che mi piaceva, poco rispettosa del genere umano, e il Prefetto di Catania mi aveva assicurato che a Mineo non sarebbe accaduto. Effettivamente, così finora così è stato”.

Il Cara, vale la pena ricordarlo velocemente, nasce nel marzo 2011 in piena “primavera araba”, all’interno del Residence degli Aranci costruito da una ditta di Parma, la Pizzarotti e co., per i 1.500 militari americani della base di Sigonella. Un anno prima, però gli Stati Uniti disdicono il contratto per trasferire i militari in un altro residence, più vicino alla base. L’impresa, ovviamente, rischia il fallimento, ma il Ministero dell’Interno, allora guidato da Roberto Maroni, in comproprietà con l’allora premier Berlusconi, salva la Pizzarotti con un indennizzo di 6 milioni all’anno per le 400 villette e creando il centro destinato all’accoglienza più grande d’Europa, capace di dare un tetto a 4.000 immigrati. La struttura, inizialmente, viene affidata alla Croce Rossa di Milano, poi la gestione viene data al consorzio siciliano di cooperative sociali Sisifo, che gestisce anche il centro di Lampedusa, il CARA di Foggia e il Centro Soccorso e Prima Accoglienza di Cagliari.

In mezzo, per arrivare al 2019, una lunga scia di indagati, politica e corruzione, ma questa è un’altra storia. Tornando, invece, all’incontro di martedì scorso al Viminale, il sindaco Mistretta è tornato da Roma con la rassicurazione che il prossimo mese i rappresentanti del Ministero verranno a Mineo, per mettere il loro impegno nero su bianco. “A dimostrazione della loro vicinanza in questa fase di transizione – conclude – mi hanno invitato a presentare dei progetti per ottenere dei finanziamenti e sgravare, ad esempio, i Servizi Sociali, grazie a dei bandi che scadono a marzo. Senza considerare i fondi FAMI, destinati a chi presenta progetti insieme all’ASP nel caso in cui ci sia l’esigenza di una speciale assistenza sanitaria. Sono fiducioso, la mia impressione è che non abbiano intenzione di abbandonarci al nostro destino ma di voler mettere mano ad un accordo per il post Cara. Sono tante le proposte che ho avanzato, e adesso bisogna capire quali siano fattibili, ma intanto la priorità è il sostegno all’economia del territorio”. 

Valentina Frasca

 

 

 

 

Mostra altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Back to top button