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Operazione “Gaming offline”, loschi affari tra Italia e Malta. 68 arresti e 29 mandati di cattura

Le mani dei clan siciliani, calabresi e pugliesi sul gioco d'azzardo sono finite nel mirino della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo

(28 novembre 2018)

Si chiama “Gaming offline” ed è l’operazione sfociata già in 68 arresti e che sta svelando gli altarini dei loschi affari tra Italia e Malta nel settore del gioco. 29 sono i mandati di cattura emessi nei confronti di boss delle province di Catania, Ragusa, Siracusa e Caltanissetta. Le accuse sono di riciclaggio di denaro, e le organizzazioni mafiose coinvolte allungano i loro tentacoli fino a Calabria e Puglia. 

L’operazione, iniziata da dieci giorni circa, è condotta da Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e D.I.A., e coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo insieme alla Procura di Catania. “Tutte le persone coinvolte da misure cautelari – si legge sul Corriere di Maltasono accusate di aver condotto operazioni di gioco d’azzardo illegali in tutto il territorio siciliano con il marchio “Planetwin365”, di proprietà di SKS365 Malta Holding Ltd, registrata due anni fa presso un indirizzo di Swieqi e fino ad oggi operante con regolare autorizzazione rilasciata da Malta Gaming Authority”. 

Secondo la Procura di Catania per le società Planetwin 3365, Revolutionbet e Bet1128 sono state accertate modalità operative di stampo mafioso, finalizzate ad agevolare gli interessi dei clan Santapaola – Ercolano e Cappello (di Catania), Tegano di Reggio Calabria, Piromalli – Pesce – Bellocco di Gioia Tauro e Parisi di Bari.

La società detentrice del marchio PlanetWin365, la SKS365, attraverso una nota ufficiale, ha garantito il proprio sostegno alle forze dell’ordine, ma ha voluto specificare di non essere coinvolta in questa operazione perché “il provvedimento giudiziario e le indagini fanno riferimento a persone associate a SKS365 in passato, fino al 2017, ovvero prima della cessione ai nuovi proprietari, nei cui confronti non sono emersi elementi di responsabilità, come ufficialmente riportato negli atti presentati dagli inquirenti al Dipartimento Nazionale Antimafia”.

Valentina Frasca

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