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Le sfide e i problemi del commercio: intervista al Presidente Gianluca Manenti

Il numero uno di Confcommercio Ragusa parla della Confederazione che verrà, di formazione e Zes, di pace fiscale e rigenerazione urbana. La ricetta per fare bene? Riscoprire il "Modello Ragusa" e tutelare il Made in Italy

(12 febbraio 2019)

39 sindacati (da Federalberghi a Federmoda, da Fnaarc a Fiba, da Federfiori a Conftrasporti) e 4500 associati. Sono i numeri che contraddistinguono la fortissima realtà ragusana di Confcommercio. Due le parole d’ordine: formazione ed esperienza, per affrontare le sfide del presente e del futuro attingendo agli insegnamenti del passato, di quei padri e di quei nonni che hanno creato e fatto grande il “modello Ragusa”. Una realtà molto radicata nel territorio, fortemente rappresentativa anche a livello nazionale ed europeo con uffici da Roma a Bruxelles, e coinvolti in tutto ciò che riguarda il commercio e l’economia, il turismo e il terziario.

Un brand sempre più forte, che, a breve, grazie al cambiamento dello statuto a livello provinciale, garantirà ancora più servizi e rafforzerà il proprio potere contrattuale. Una confederazione viva e dinamica, attenta e vivace che, in base ad un accordo stipulato qualche anno fa con la triplice sindacale, attraverso l’Ente Bilaterale del Terziario segue da vicino i contratti e le conciliazioni tra datori di lavoro e dipendenti. A guidarla, dal 2017, è il presidente Gianluca Manenti. E’ lui che, negli anni alla guida dell’Ascom di Pozzallo, Gianluca Manenti si è intestato la battaglia della TARI, che ora il comune ha ridotto di 4 punti percentuali. Pioniere dei B&B in Sicilia e uno dei primi a credere e scommettere sull’albergo diffuso, è anche componente del consiglio d’amministrazione di Commerfidi Sicilia e Vicepresidente regionale di Confcommercio.

Tante sono le notizie che, nelle ultime settimane, hanno avuto Confcommercio protagonista: dall’accordo con e-campus, alle sanzioni comminate ai pub del centro storico di Vittoria, dall’incontro con il Prefetto Filippina Cocuzza per combattere la piaga dell’abusivismo, all’accorpamento degli uffici periferici del demanio marittimo di Pozzallo e Siracusa (“La nostra è una delle coste più lunghe della Sicilia, con tante strutture balneari, ed è normale che ci sia l’esigenza di un ufficio in loco. In caso contrario, potrebbero nascere problemi non indifferenti”), fino alle ZES (“Stiamo lavorando per le aree portuali e aeroportuali di Pozzallo e Comiso. Con la defiscalizzazione molte imprese potranno nascere sia all’interno che nell’indotto diretto e indiretto”) e agli incontri con gli amministratori dei comuni iblei per discutere di Rigenerazione urbana.

“Stiamo puntando molto sulla formazione e daremo contributi alle imprese che investiranno su di essa e sulla sicurezza, elemento imprescindibile, ad esempio, per chi vuole aprire o gestire un’attività in cui si devono somministrare cibi e bevande” spiega il presidente Manenti. “Avere una formazione manageriale – continua – significa saper attirare più clienti, per questo intendiamo formare i nuovi imprenditori e l’accordo con e-campus rientra in questo progetto. A partire da marzo, aiuteremo gli imprenditori che hanno lasciato l’università, ospitando i corsi nelle nostre aule. Le iscrizioni sarà possibile effettuarle presso la nostra sede formativa di via Sofocle”. 

Presidente Manenti, lei guiderà Confcommercio almeno per i prossimi 3 anni. Che Confederazione spera di realizzare in questo lasso di tempo?

Una Confederazione più innovativa, più presente e vicina agli associati, che si confronta col territorio e con presidenti sempre più dinamici e preparati. Sono molto ottimista, perché si stanno formando direttivi molto forti e nascono continuamente sindacati che poi aderiscono alla nostra realtà. Noto un certo fermento, la stasi è alle spalle e c’è la consapevolezza di doversi organizzare. Dalla crisi sta nascendo una classe dirigente diversa, che ha voglia di riscatto, abbiamo capito gli errori del passato e non piangiamo più, stiamo imparando a stare al passo con i tempi, ma ripartendo dalle radici. Abbiamo passione, e chi ha la passione ha tutto e una soluzione la trova.

La sento molto positiva, ma i commercianti devono fare i conti con una realtà spesso caratterizzata da difficoltà enormi nel far fronte, per esempio, al pagamento delle tasse…

Vero. Ecco perché, approfittando della Pace fiscale (la nuova misura approvata dal Governo per la regolarizzazione delle pendenze tributarie con l’Agenzia delle Entrate prevista nella Legge di Bilancio 2019), è stata siglata una convenzione con uno studio legale di Comiso. Intendiamo così aiutare i nostri associati a pianificare un rientro dalle tasse inevase negli anni. Pertanto, invito tutti a rivolgersi agli uffici per avere maggiori informazioni e a partecipare al seminario che, a breve, terremo sull’argomento.

Le emergenze sul tavolo in questa delicata fase storica sono sicuramente tante. Quali quelle su cui tutte e 39 le sigle sindacali sono concordi?

Crisi del commercio, abusivismo e rigenerazione urbana. C’è una non regolamentazione in tutti i settori che è stata anche oggetto di un incontro in Prefettura incentrato su concorrenza sleale e tracciabilità del prodotto, tutti problemi che hanno anche un’origine culturale e che sfociano in una sorta di racket nei confronti di chi opera secondo le regole. L’abusivo può mettersi in regola, ma deve sapere come fare e deve capire che conviene a lui per primo. I pub di Vittoria che sono stati multati per il mancato rispetto delle regole sui dehors e sulle emissioni sonore sono stati sanzionati perché, negli anni, l’uso e costume è diventato la norma. La legge, però, dice altro e quando è arrivato lo Stato, ossia i tre commissari prefettizi, le cose sono cambiate.

L’incontro a Palazzo Iacono è stato solo uno dei tanti che state facendo nei comuni ragusani con, al centro, tra le altre cose, il tema della “Rigenerazione”. Ma di che si tratta e che reazioni state trovando?

Con Rigenerazione Urbana facciamo riferimento a tutte le iniziative che è possibile assumere per ridare vita ai centri storici. Quando un commerciante apre un negozio si mette anche al servizio della città, le sue vetrine abbelliscono e illuminano l’area in cui lavora, ma dev’essere messo nelle condizioni di farlo e una collaborazione con gli enti locali può aiutare. Se il comune da un contributo, ad esempio per pagare l’affitto, e contemporaneamente si intercettano i bandi e si punta sulle agevolazioni fiscali, si possono ravvivare e ripopolare anche zone morte come via Roma a Ragusa. Fino ad ora, i sindaci ci stanno sembrando comprensivi e disponibili.

Saldi: c’è chi non può rinunciarvi, chi li considera inutili e superati. Lei che ne pensa? E come stanno andando?

Seguiamo il trend nazionale, e i numeri sembrano simili a quelli dell’anno scorso: positivi ma non troppo. Le stime precise non ci sono ancora. Per quanto mi riguarda, credo che la regola regionale vada rivista, anche perché ci scontriamo con la concorrenza sleale dell’e-commerce. Non è un monopolio corretto, e solo puntando sul made in Italy possiamo resistere, riformulando il negozio fisso e aggiornandoci continuamente. Tutti dovremmo avere le stesse regole e qualcuno dovrebbe fare in modo che vengano rispettate, ma per ora così non è. Una regolamentazione serve.

Il famoso accorpamento tra le Camere di Commercio di Ragusa, Siracusa e Catania. In tanti si sono opposti. Col senno di poi, e adesso che è realtà, qual è il suo giudizio?

Assolutamente positivo. Ormai ovunque si ragiona per macroaree e si stanno creando sinergie tra più territori. Stiamo capendo che non è giusto chiudersi nel proprio orticello. Gli interscambi sono fondamentali, come anche confrontarsi e investire. Si tratta di tre province molto diverse che insieme hanno formato la quarta Camera di Commercio più importante d’Italia, acquisendo maggiore forza nei tavoli istituzionali. Grazie all’accorpamento, la provincia di Ragusa alla sua forza imprenditoriale e alle sue eccellenze ha aggiunto quella degli altri territori, ma rimanendo fedele a se stessa ed esportando l’immagine di isola nell’isola, quel modello virtuoso di economia che da sempre ci caratterizza e che passa attraverso la fascia trasformata per arrivare ad una propria banca.

Valentina Frasca

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