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La piscina comunale di Ragusa resta pubblica: non sarà affidata ad un privato per 9 anni

La decisione è stata presa al termine della seduta della quinta commissione. Il sindaco Cassì prova a fare chiarezza, ma i consiglieri D'Asta e Firrincieli incalzano

(21 gennaio 2019)

“Credo sia opportuno fare chiarezza sulla questione della fruizione della Piscina Comunale, una struttura importante per la nostra città sulla quale è in corso una riflessione per ottimizzarne la gestione”.

Inizia così la nota con la quale il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, annuncia le novità relative al futuro della struttura di via Magna Grecia, per la quale era stato paventato un affidamento in gestione per quasi un decennio. Una ipotesi che aveva scatenato un vero dibattito in città e in consiglio comunale, con l’opposizione compatta, in quinta commissione, per far valere le proprie ragioni. “Se in un primo momento avevamo ipotizzato di affidare la struttura ad un privato per 9 anni, a fronte di garanzie sugli standard di qualità, venerdì in Commissione ho formulato l’idea di appaltare solo la gestione, in modo da mantenere un controllo pubblico, attuando però una serie di interventi pratici, utili a ridurre gli sprechi, con la consulenza volontaria di un esperto proveniente dal Coni. Una via che intendiamo perseguire e che è frutto di colloqui intercorsi con tecnici ed esperti”.

Cassì si dice “felice che anche i consiglieri di opposizione esultino all’idea”, ma non gli va giù il fatto che anche in questa circostanza siano caduti “nella solita irresistibile tentazione di fare speculazione politica, prendendosi i meriti di un cambiamento di rotta a cui mi sarei uniformato. Diversamente dalle vecchie abitudini e rispettoso del ruolo dei consiglieri, ritengo che le Commissioni non servano a prendere atto di decisioni già prese ma siano invece il luogo delle proposte, come appunto è successo”.

I consiglieri comunali ai quali il primo cittadino fa riferimento sono, in primis, quello del PD, Mario D’Asta, e quello del M5S, Sergio Firrincieli. Il primo, infatti, aveva parlato di “Una evidente marcia indietro da parte del sindaco Cassì che, stavolta, è addivenuto a più miti consigli, prendendo atto delle rimostranze dell’opposizione e accorgendosi che il percorso prefigurato lo avrebbe portato a sbattere: sia a lui che a quella parte di città che usufruisce della piscina comunale. Il sindaco si è accorto che la strada prefigurata si sarebbe rivelata accidentata e irta di ostacoli, e quindi ha preferito mantenere la concessione di servizio che, invece, fino ad ora, si è rivelata efficace, ma che ha bisogno di essere rivista. Diverse le perplessità soprattutto sui nove anni di gestione, tempo giudicato troppo lungo, ma anche alcune voci presunte che non ci hanno per nulla convinto. Continuerò a battermichiarisce D’Asta affinché il ticket d’ingresso resti immutato, il servizio migliori e ci sia un capitolato all’altezza della situazione per una città, come la nostra, che deve vedere brillare lo sport sia a livello agonistico che non. Non si può pensare di non fare attenzione alle esigenze dei cittadini, ancor di più alle esigenze delle fasce deboli che utilizzano la piscina comunale per finalità sociali. E, soprattutto, non si può gravare sulle spalle delle varie società sportive cui va il merito di reclutare gli atleti e alle quali, invece, bisogna garantire spazi, modi e strumenti per continuare a fare sport di qualità e di livello”. Il consigliere D’Asta ha fatto rilevare che la buona parte delle previsioni contenute nell’affidamento in gestione per nove anni rischiava di trasformarsi in un boomerang per il Comune che, invece, si deve adoperare per far sì che la piscina comunale continui a rimanere diretta espressione dell’ente locale territoriale.

Di clamorosa marcia indietro della giunta Cassì parla, invece, il consigliere comunale Cinque Stelle Sergio Firrincieli, anche lui presente alla seduta della quinta commissione. “Il sindaco e il dirigente – scrive Firrincieli – hanno illustrato i contenuti della delibera approvata a dicembre. E però, come buona opposizione prevede, è stata fatta emergere tutta una serie di anomalie e criticità che, inserite in una gara d’appalto, avrebbero lasciato troppo spazio all’incertezza. Il tutto con un versamento di 70mila euro all’anno al gestore. A fine seduta, il primo cittadino ha sentenziato che il verbale di Giunta non sarà preso in considerazione e che, così come accade adesso, sarà invece formalizzato, in continuità col passato, un appalto di servizio. Con la possibilità – prosegue – di garantire spazi adibiti alla sponsorizzazione e di utilizzare il bar, dandolo in concessione. La piscina, invece, deve rimanere un bene pubblico in mano al Comune anche per le importanti ricadute sociali che esercita, rivolgendosi ai disabili, alle madri in gravidanza e agli anziani oltre che agli atleti, anche medagliati, delle società sportive che vi orbitano. A dimostrazione di quanto spiazzante, e non concordata con il resto della maggioranza, sia stata la mossa del sindaco – conclude, critico, il pentastellato – il fatto che, fino all’ultimo, il capogruppo della maggioranza ha continuato a difendere l’atto iniziale. Alla faccia del fare squadra e condividere le scelte. È sembrato che abbiano messo in mano al sindaco documenti da firmare senza che fosse a conoscenza perfettamente dei contenuti. Insomma, si stava facendo fare al sindaco qualcosa che non andava per la strada giusta, così come sembra stia accadendo in numerose altre circostanze”.

Valentina Frasca

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