Ialmo NewsIn EvidenzaNewsSicilia

Inaugurazione anno tributario, Attinelli: “qualsiasi riforma dovrà prevedere un periodo transitorio”

Per il coordinatore della Conferenza degli ordini dei commercialisti non è pensabile che, dall'oggi al domani si riesca ad assumere diverse centinaia di giudici tributari di ruolo

(13 aprile 2022 – anno tributario)

Si è svolta ieri la cerimonia d’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario Tributario della CTR Sicilia 2022, aperta dall’intervento del neo presidente Antonio Novara alla presenza dei principali rappresentanti delle istituzioni operanti nel settore tributario e numerose autorità civili e militari. Il Presidente Novara ha evidenziato che i numeri del contenzioso sono anche legati alla complessità della normativa tributaria ed ha ricordato le carenze di organico della Commissione tributaria regionale, auspicando che queste criticità possano essere superate con l’attesa riforma della Giustizia tributaria. Il Consigliere del CPGT, Francesco Lucifora, ha evidenziato invece la necessità e urgenza della riforma della giustizia tributaria che deve però garantire l’utilizzo delle attuali professionalità presenti nelle Commissioni Tributarie; ha anche ricordato l’importanza della formazione dei giudici tributari alla quale il Consiglio di Presidenza ha prestato particolare attenzione.

Alla cerimonia era presente anche il vice presidente della Regione Sicilia, Gaetano Armao, che ha sottolineato la rilevanza della giustizia tributaria anche con riferimento al gettito delle imposte spettanti alla Regione per la sua speciale autonomia ed ha, poi, fatto cenno all’impegno per la soluzione del problema delle sedi delle Commissioni che devono essere adeguate alla dignità della giurisdizione tributaria.

Maurizio Attinelli, coordinatore della Conferenza degli ordini dei commercialisti della Sicilia, ha ricordato che tutti i giudici tributari hanno un profilo professionale molto elevato, oltre il 60 percento proviene da varie magistrature, il resto sono professionisti esperti della materia tributaria. Qualsiasi riforma dovrà, comunque, prevedere un periodo transitorio perché non è pensabile che, dall’oggi al domani si riesca ad assumere diverse centinaia di giudici tributari di ruolo. Come è stato già detto negli interventi che mi hanno preceduto la giustizia tributaria presenta sicuramente alcune criticità ma non è certamente la peggiore e, anzi, per alcuni aspetti, come ad esempio i tempi di definizione delle controversie, è indubbiamente tra le più efficienti.

«Di sicuro – ha affermato ancora Attinelli – non si potrà raggiungere l’abbattimento dei tempi del 40% previsto dal Pnrr senza un’ampia riforma fiscale che semplifichi e razionalizzi la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività. La Conferenza regionale dei commercialisti ha già avuto un incontro con la Direttrice regionale dell’Ade, Calabrò, e abbiamo chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico in modo da cercare di avere degli indirizzi ovvero delle interpretazioni che possano prevenire, mentre la riforma del processo tributario deve iniziare dal rafforzamento della parità tra le parti processuali in un’ottica di maggiore garanzia, alla valorizzazione dell’istituto della mediazione e a quello della prova processuale. L’anno giudiziario che stiamo inaugurando vede le Commissioni tributarie ancora alle prese con le misure organizzative e di sicurezza imposte dalla pandemia, nonostante da pochi giorni siamo finalmente usciti dallo stato di emergenza nazionale. Il nostro auspicio è che si torni presto alla normalità, con il superamento delle difficoltà che questa fase ha imposto, e che sia ripristinata, quanto prima, la trattazione delle udienze pubbliche in presenza. Sottolineo “la virtuosa e indispensabile presenza di commercialisti e avvocati all’interno delle commissioni tributarie, un dato di cui la riforma della Giustizia tributaria, più volte annunciata e non ancora non realizzata, dovrà tenere conto”.

Il 2021, così come il precedente è stato un anno difficile nel quale si sono però registrati i primi segnali di un ritorno alla normalità, come testimoniato dal fatto che, accanto alla legislazione emergenziale, è tornato centrale il dibattito sul tema della riforma della Giustizia tributaria. La trattazione delle udienze pubbliche con modalità a distanza si è andata diffondendo, nonostante in molte Commissioni tributarie si registrino ancora problemi di adeguamento della rete internet e delle dotazioni informatiche necessarie. La necessità di preservare la natura speciale della giurisdizione tributaria e di ridefinire i criteri di selezione dei giudici tributari, in modo da garantire una loro maggiore specializzazione anche attraverso la previsione dell’obbligo di formazione continua, salvaguardando, beninteso, le professionalità acquisite dagli attuali giudici tributari e la virtuosa presenza dei professionisti nelle Commissioni tributarie con un adeguato periodo transitorio”. Un aspetto senza il quale nessuna riforma della Giustizia tributaria potrà mai dare pienamente gli effetti sperati, ossia la ormai non più rinviabile necessità di intervenire sulla riduzione della pressione fiscale che costituisce il principale presupposto per una “tregua” dal punto di vista normativo da cui soltanto potrà derivare un sistema fiscale più semplice, chiaro e coerente che possa finalmente garantire maggiore stabilità e certezza normativa e, con essa, maggiore prevedibilità delle sentenze, con positivi effetti anche in termini di riduzione del contenzioso».

A chiusura degli interventi Margherita Calabrò, Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate della Sicilia, ha evidenziato l’impegno dell’Agenzia nell’incrementare la qualità degli atti impositivi al fine di limitare e prevenire il contenzioso favorendo, anche, la compliance nella fase amministrativa.

Per Gabriella Giacoponello, vice presidente nazionale dell’Angit, la riforma della giustizia tributaria non può compiersi senza l’essenziale presenza della componente costituente l’attuale corpo giudicante. “La questione – ha affermato Giacoponello – non è tra giudici togati e non togati, ma tra chi la conosce e non la conosce”.

LEGGI ANCHE: Solidarietà senza limiti: altri profughi ucraini raggiungono il Centro Elim di Chiaramonte

VUOI RIMANERE SEMPRE INFORMATO? SEGUICI SU FACEBOOK

Mostra altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Back to top button