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Giuseppe Milazzo promuove il governo Musumeci e boccia l’asse Lega-M5S

Rifiuti, rete idrica e trasparenza negli appalti le emergenze da affrontare per il deputato forzista

Con i suoi 9888 voti Giuseppe Milazzo è risultato, alle scorse elezioni regionali, il deputato più votato nella lista di Forza Italia. Ha raccolto più consensi persino del suo leader siciliano, Gianfranco Miccichè, al quale è legato da un leale e antico rapporto. “Il segreto del mio consenso? La simpatia” risponde sornione alla domanda del cronista.

In realtà Milazzo, attuale capogruppo dei berlusconiani a Sala d’Ercole, ha un bacino elettorale che si è progressivamente ampliato marcando il territorio palermitano. L’esordio come consigliere di circoscrizione, poi consigliere comunale forzista nell’era del sindaco azzurro Diego Cammarata e l’approdo a Palazzo dei Normanni nella XVI Legislatura. Il cinque novembre scorso la conferma con un viatico elettorale notevole, risultato che lo ha portato ad essere anche eletto presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia.

Volto reso noto da alcune partecipazioni alle trasmissioni di Massimo Giletti, nelle quali ha tirato fuori performances sanguigne e politicamente scorrette, oggi si sottopone al fuoco di fila delle domande sullo stato dell’arte della XVII Legislatura.

Onorevole Milazzo, qual è il suo giudizio politico sull’operato del governo regionale fino ad ora?

Il mio voto al governo è dieci e lode. Abbiamo ereditato le macerie dell’esperienza Crocetta, una complessità di problemi con i quali nessuno si era mai confrontato. Prima di noi c’è stata solo improvvisazione e nessuna programmazione. Con Musumeci c’è stato un salto di qualità. Una delle differenze rispetto al passato è la pianificazione che questo esecutivo, grazie anche al ruolo svolto dal mio partito, sta portando avanti per affrontare i nodi strategici dell’azione di governo”. 

Ci fa un esempio della “pianificazione” alla quale state lavorando?

“L‘assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, che è di Forza Italia, sta cercando impiegare al meglio le risorse, anche le risorse che nelle ex Province, oggi Liberi consorzi e città metropolitane sono bloccate. Ci sono milioni di euro sulla viabilità da utilizzare. Il mio partito ha un altro assessorato strategico impegnato in prima linea, quello al Bilancio con Gaetano Armao. Noi abbiamo un ruolo di leale collaborazione con il governatore e di leadership politica del centrodestra”.

Quali sono secondo lei le priorità che vanno affrontate dal governo regionale?

“Le indico tre punti qualificanti: sicuramente il tema dei rifiuti, della rete idrica in Sicilia e della trasparenza negli appalti. Poi come Assemblea regionale siciliana penso che vada rilanciata l’Autonomia della Regione e la sua insularità. Il tema della spending review l’abbiamo superato, lo ha certificato la Corte dei Conti, quindi possiamo concentrarci sull’applicazione delle prerogative concesse alla Sicilia dallo Statuto”.

Ci indica una battaglia qualificante sua e del suo gruppo?

Oggi (ieri per chi legge ndr) abbiamo approvato la Rete ospedaliera e la mia battaglia è stata la difesa di punti strategici del sistema sanitario come gli ospedali di Palermo, Corleone e Partinico. Due dati importanti: abbiamo introdotto ex novo la cardiologia a Corleone, questo significa salvare vite umane in un territorio complesso sotto il profilo morfologico e della viabilità, e avere inserito a Partinico l’Unità operativa complessa dipartimentale per il piede diabetico che è il primo centro siciliano, una vera e propria eccellenza. Sono risultati che sono arrivati dopo un serrato confronto con gli amministratori locali“.

Le chiedo infine una panoramica più ampia sul governo nazionale, cosa ne pensa dell’esperienza Salvini-Di Maio?

“Penso che sia un governo molto distante dalla Sicilia. Ritengo non ci sia la volontà di rilanciare il Sud. Annunciare sussidi per tutti e poi lasciare tutto il resto in stato di abbandono non è un esempio di buon governo. Lo abbiamo visto con le impugnative di questi giorni sulla Finanziaria. E’ stata impugnata la legge sui Pip, parliamo di 2800 padri di famiglia che avremmo voluto stabilizzare dopo che la vecchia politica li aveva sfruttati e schiavizzati, l’impugnativa sulle concessioni. In passato il governo precedente aveva dialogato molto di più con palazzo d’Orleans. Il mio giudizio quindi è decisamente negativo. In Sicilia, invece, penso positivo, nel senso che la Lega non è centrale e quindi non influenza i processi politici e decisionali locali, gli altri partiti della coalizione reggono bene insieme. Auspico che il sostegno della Lega al governo Conte venga al più presto ritirato e si ritorni alla formula del centrodestra tradizionale. I temi proposti oggi da Roma sono estranei alla sensibilità e alle esigenze dei Siciliani. Il problema dell’immigrazione da noi non è sentito come altrove. Qui le emergenze su chiamano lavoro, infrastrutture, legalità e sostegno alle famiglie meno abbienti. Tutto il resto viene molto dopo”. (G.C.)

 

 

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