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Carenza medici pronto soccorso, parlano i primari di Ragusa, Vittoria e Modica

"I medici non hanno più una vita privata"

«Andrà a finire che resterò il primario di me stesso». È l’amara battuta di Romualdo Polara, primario del Pronto Soccorso di Modica che, ormai da anni, si trova ad affrontare l’emergenza causata dalla carenza dei medici. La pianta organica regionale prevede, per il PS di Modica, la presenza di 13 medici oltre al primario, ma da tempo al Maggiore i medici sono 3 oltre Polara. Basta questo dato per far comprendere la situazione della sanità (non solo iblea) che poi si traduce nei ritardi, a volte davvero lunghissimi, di intervento e, di conseguenza, nelle lamentele degli utenti e, purtroppo, a volte anche nelle ingiustificate reazioni violente.

Romualdo Polara, primario Pronto Soccorso Modica
Romualdo Polara, primario Pronto Soccorso Modica

«Ovviamente – spiega Polara – le persone vedono solo i ritardi, ma non sanno cosa c’è dietro, cioè il lavoro dei medici che non hanno una vita privata, una famiglia, tutto questo passa in secondo piano. Vedono solo che il loro parente sta 48 ore su una barella e non si rendono conto del perché, come se fosse piacere nostro lasciarlo lì». L’emergenza Covid ha ridotto notevolmente gli accessi nei Pronto Soccorso, ma questo non è bastato a risolvere una questione atavica causata da una serie di fattori.

«Nella pianta organica regionale – spiega ancora il primario del PS di Modica- c’è questo paradosso che dura da anni e che spesso abbiamo fatto notare: noi siamo DEA di primo livello come Ragusa e come Vittoria che però hanno l’ Astanteria, quindi Medicina d’Urgenza. Modica, invece, nonostante abbia più accessi di Ragusa e abbia una migrazione notevole di pazienti che arrivano dal Siracusano, è solo Pronto Soccorso. Il PS di Modica non fa fronte ad una potenziale utenza di 70 mila abitanti (cioè quelli che vivono nella città della Contea), ma parliamo di un’ utenza di 150/200 mila persone». Diverse, come detto, sono le cause che hanno portato alla situazione attuale a partire dal numero chiuso nelle Facoltà di Medicina e dai tagli alla sanità. In sostanza oggi, anche se si fanno i concorsi, non si trovano medici specializzati per lavorare in Pronto Soccorso. «I corsi per la specializzazione – afferma Polara- sono pochissimi e poi molti ragazzi, vedendo il livello di stress fisico e psicologico a cui è sottoposto un medico di PS, preferiscono altre specializzazioni. Un altro fattore – continua il primario- è poi da ricercare nella centralizzazione delle grosse aree urbane. Faccio un esempio: Il Policlinico di Catania che ha all’incirca il doppio degli accessi di Modica, può contare su 40/45 medici, noi, come detto, su 3». E allora quale potrebbe essere la soluzione? Questa domanda non ha, ovviamente, facile risposta: «c’è lo strumento della mobilità – spiega ancora Polara – e, personalmente, ho diverse richieste di medici che vorrebbero venire a Modica, ma le Asp dove attualmente svolgono il servizio non li lasciano andare via. C’è poi questa disposizione dell’Asp di Ragusa che prevede il supporto, per questo mese, di 4 medici di altri reparti, ma questo significa continuare a tirare una coperta già corta di suo».

Giovanni Noto, primario pronto soccorso Ragusa e Vittoria
Giovanni Noto, primario pronto soccorso Ragusa e Vittoria

Stesso il tono utilizzato da Giovanni Noto, primario del Pronto Soccorso di Ragusa e, ad interim, di quello di Vittoria. In questi due ospedali c’è il supporto dell’Astanteria (che fa degenza) ma che è stata interamente dedicata all’emergenza Covid. «La pianta organica – spiega Noto- già al completo garantirebbe a stento la copertura del Pronto Soccorso e dell’Osservazione Breve, ma nei fatti siamo molto meno. Al momento – continua- posso disporre di 5/6 medici a Ragusa (perché considero anche un medico non specializzato) e altrettanti sono a Vittoria dove, prima del Covid, si registravano 45 mila accessi l’anno. Voglio precisare che per coprire i turni in Pronto Soccorso, con un solo medico per turno, ci vorrebbero 7 dottori. Questo comporta che i specialisti non possono più prendersi le ferie o, se lo fanno, poi devono saltare il riposo. È una situazione insostenibile. Il 17 novembre a Roma ci sarà l’Accademia dei direttori dei pronto soccorso d’Italia che inizierà con una protesta in Piazza Montecitorio. Io sarò lì a protestare perché non si può più andare avanti in questo modo. Trovare una soluzione – conclude il primario dei Pronto Soccorso di Ragusa e Vittoria-, non è né semplice, né rapida, personalmente sto lavorando ad un progetto che coinvolge gli infermieri, che possono svolgere funzioni di Triage, questo a mio avviso diventerebbe il punto di svolta nell’organizzazione dei PS»

tratto da La Sicilia del 7 novembre

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