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‘Buona sanità’ a Modica: “Grazie per aver fatto l’impossibile per sottrarla alla morte”

Pubblichiamo la lettera di un figlio di una paziente rivolta al direttore Aliquò

(12 novembre 2020)

È una sensazione che infonde “speranza”, in un momento così drammatico come quello che stiamo vivendo a causa del covid-19, ricevere lettere come quella che un figlio, nonostante la scomparsa della mamma, ha sentito il bisogno di scrivere al Direttore Generale.

Riportiamo il testo. 

Egregio Dr. Aliquò, mi chiamo P. G., figlio della sig.ra M. N. ricoverata presso l’Hospice di Modica, purtroppo ultimo posto dove la lunga degenza di mia mamma iniziata domenica 12 luglio 2020 presso il reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore di Modica, ha avuto il suo epilogo. A luglio 2020 mia mamma è stata trasportata in codice rosso presso l’Ospedale Maggiore di Modica e ricoverata nel reparto di Malattie Infettive per diverse problematiche, le sue funzioni vitali erano fortemente compromesse, ciononostante, grazie alle cure dei bravi medici del reparto e di tutto il personale sanitario e parasanitario, le condizioni di mia mamma sono notevolmente migliorate ed è stata trasferita presso il reparto di Lungodegenza di Scicli per poter proseguire le cure sanitarie. In poco più di due settimane le sue condizioni, nonostante i suoi 92 anni, sono migliorate, non dico che sono tornate a quelle antecedenti il ricovero in urgenza al P.O. di Modica, ma si sono stabilizzate e grazie alle cure e all’attenzione che ha ricevuto il peggio è stato scongiurato. Con la presente voglio porgere i miei più sentiti ringraziamenti a tutto il personale medico e paramedico del reparto di Lungodegenza diretto dal Dr Gaetano Cabibbo, per la loro professionalità, attenzione e cura verso i pazienti. Un grazie di cuore va a tutto il personale in particolar modo ai dottori Puzzo e Ragusa, medici attenti e scrupolosi nei confronti di pazienti che hanno un quadro clinico particolare tendente al difficile come quello dì mia mamma. Ci tengo inoltre, a sottolineare, il buon lavoro da parte di tutte le figure professionali, precisi e attenti nel fornire le informazioni sociosanitarie necessarie a poter gestire e curare il paziente nel miglior modo possibile successivamente alle dimissioni, mi riferisco all’Assistente Sociale la dr.ssa Concetta Occhìpinti, anche lei molto attenta ed empatica con i pazienti, con il suo fare gentile e rispettoso. Ringrazio tutti gli infermieri e operatori sanitari che con dedizione e pazienza si sono dedicati a lei, prestandole tutte le cure necessarie. Un commento ci tengo a farlo sulla gestione di questo reparto, che alcuni definivano un lazzaretto per l’esperienza fatta anni fa, altri non lo conoscevano affatto e altri ancora come noi che sin dal primo ingresso in reparto abbiamo avuto la piacevole visione di un ambiente luminoso molto pulito, stanze accoglienti bagni igienizzati e regole ben rispettate, soprattutto in questo periodo di pandemia. Ci auguriamo che questa nostra esperienza possa essere divulgata e serva ad informare la comunità iblea che la nostra ASP ha dei reparti che, seppure non allocati nei grossi ospedali provinciali, funzionano molto bene e aiutano il paziente che non può tornare al domicilio, perché non ancora perfettamente guarito, ma è dimissibile da un reparto per acuti, a riprendersi lentamente ricevendo tutte le cure di cui ha bisogno. Purtroppo, l’esperienza di mia mamma non si è conclusa nel reparto di Lungodegenza, ma a fine agosto l’abbiamo dovuta trasferire presso l’RSA Villa San Giorgio di Ragusa perché le sue condizioni cliniche e fisiche non erano tali da portarla a casa. Dopo una settimana circa di RSA è stata nuovamente ospedalizzata per sopraggiunte complicanze e per nostra fortuna è stata affidata alle cure del reparto di Medicina del P.O. di Modica diretto dal Dr Gaetano Cabibbo, un medico che al di là del Giuramento di Ippocrate che avrà fatto prima di iniziare la professione, ha in sé una grande umanità intrisa a sensibilità rispetto e amore per il suo lavoro e per i pazienti. Lo ringrazio a nome mio e di tutta la mia famiglia, per averci permesso, nonostante il periodo difficile che stiamo vivendo di poter stare vicino a nostra madre negli ultimi giorni della sua vita, sempre nel rispetto delle regole anticovid. Grazie per aver fatto l’impossibile per sottrarla alla morte, grazie per non aver considerato l’età di mia mamma e per averla curata e assistita con tutti i mezzi disponibili come se avesse avuto 20 anni. Grazie per aver compreso che quando le condizioni di mia mamma erano precipitate, l’unica cura ormai indispensabile per lei e per noi familiari era quella di starle più vicino possibile….Ed ecco il consiglio del trasferimento all’Hospice, dove gli orari di visita da parte dei familiari, per ovvi motivi, sono più flessibili e più duraturi nell’arco della giornata. Qui purtroppo solamente dopo un giorno e mezzo mia mamma si è spenta ma in così breve tempo abbiamo apprezzato la grande umanità del Dr. Cataldo, medico giusto nel posto giusto e soprattutto amico, sensibile ed empatico con i pazienti e i familiari. Grazie all’assistente sociale, gli infermieri, e tutti gli operatori sanitari per il loro supporto e assistenza fino all’ultimo respiro di mia madre. Questa è la buona sanità che dobbiamo valorizzare. Grazie ancora a voi tutti”.

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